Crudelia - recensione
Non ci sono più i cattivi di una volta...
Come dicevamo di recente nel nostro articolo sui remake, Disney usa da decenni la pratica di riprendere i suoi antichi film in animazione per rifarli con tecnologie aggiornate ai tempi, con CG migliore o in live action.
Da La carica dei 101, dopo il classico del 1961 erano stati tratti due film con attori in carne e ossa, La carica dei 101 - Questa volta la magia è vera (1996) e La carica dei 102 - Un nuovo colpo di coda (2000), entrambi con un'interprete assai ben scelta, Glenn Close, perfetta per incarnare la cinica e malvagia Crudelia.
La ritroviamo adesso a subire lo stesso trattamento di Maleficent, protagonista di una "origin story" interpretata da Emma Stone per raccontarci cosa l'abbia portata a diventare la spietata amante delle pellicce più strane. Alla base c'è sempre il libro scritto nel 1956 da Dodie Smith, mentre per la sceneggiatura si sono impegnati in tanti: Dana Fox, Tony McNamara, Aline Brosh McKenna, Kelly Marcel, Steve Zissis; fra i produttori esecutivi figura anche la stessa Glenn Close.
Conosciamo la piccola Estella, che già in fasce ha la doppia colorazione di capelli, perché geneticamente predisposta alla trasgressione. Cresce con un'affettuosa mamma single in un'amena località di campagna e mostra subito un caratteraccio, che costringe la mamma a tornare a Londra per cambiare ambiente.
Durante il viaggio però avviene un tragico incidente del quale la bimbetta Estella per tutta la vita si sentirà colpevole. Questo provoca una sterzata nella sua vita, che la porta a finire insieme a due ragazzini di strada, diventando anche lei una ladruncola. Dieci anni dopo (siamo negli anni '70), sono tutti cresciuti e anche i loro "colpi" di conseguenza sono più elaborati.
Ma Estella, che si tinge i capelli e li porta ramati e lunghi, non ha mai smesso di sviluppare la sua creatività e ha sempre in mente di entrare nella casa di moda della mitica Baronessa, una stilista di fama galattica e di cattiveria epica, nella cui casa aveva avuto luogo il fatale incidente.
Quando finalmente ci riesce, conquista un posto vicino alla spietata dama, che schiavizza tutti i suoi dipendenti come una vera iena, indulgente solo con i suoi tre ferocissimi cani dalmata. Ma ben altro scoprirà, a giustificare un sacrosanto desiderio di vendetta che la porterà ad acquistare l'aspetto esteriore definitivo, quello che ben conosciamo. Segue una scena nei titoli di coda che dovrebbe riallacciarsi alla vecchia storia ma ci chiediamo come.
Come infatti possiamo collegare questa giovane donna bisognosa di una sacrosanta rivalsa, che non sventra un dalmata per recuperare una cosa che le serve ma che il cane ha ingurgitato, aspettando invece che la espella per altre vie, con quella mostruosa che voleva scuoiare 101 tenerissimi cuccioletti solo per farsi un cappotto?
Per giustificare la sete di vendetta di Maleficent era stata inventata una storia plausibile pur se fiabesca: quale donna non si arrabbierebbe tantissimo scoprendo non solo di essere stata scaricata per una con i soldi, e pure privata delle sue meravigliose ali?
Nel caso di Estella/Cruella siamo dalle parti del feuilleton ottocentesco, quasi alla Victor Hugo, anche se il danno inferto è stato ugualmente crudele. Ma vista la sua reazione, in questo caso non avremo dei sequel giustificati dalla malvagità del personaggio, a meno di non andare avanti a stravolgere completamente la saga. Staremo a vedere.
Emma Stone è così bella che potrebbe lanciare la moda dei capelli metà bianchi metà neri, e strepitosi sono i suoi look, come una Vivian Westwood incrociata con i costumisti Adrian e Colleen Atwood, che avremmo visto ben interpretata anche da una giovane Helena Bonham Carter.
La sua Estella/Cruella si ritrova ad essere una bad girl che crede di essere stata resa invulnerabile da una vita difficile e dovrà ricredersi. La cattiva vera (che non è Cruella) è Emma Thompson, eccelsa come sempre, un mix fra una regina malvagia ma chic stile Grimilde, e la Miranda/Meryl di Il diavolo veste Prada, con scollature dal design spettacolare.
Deboli i due ladri/compagni di avventure, al centro di ripetute gag che non fanno ridere, pur supportati da due buffi cagnetti (ogni tanto veri, ogni tanto in CG), che sono il più responsabile Joel Fry (Game of Thrones, Yesterday) e il ciccione buffo Paul Walter Hauser, che è stato Richard Jewell nel film di Clint Eastwood. Impeccabile, anche se un po' sprecato, Mark Strong è un maggiordomo che un po' sarà colpevole, anche se non diciamo di cosa.
Intendiamoci, Crudelia non è affatto un brutto film: è bellissimo da vedere, lussuosissimo, con costumi sublimi di Jenny Beavan (due Oscar) e scenografie all'altezza; e ottima è anche la colonna sonora, quella originale di Nicholas Britell, infarcita con un sacco di hits del passato quali Nina Simone, Queen, Blondie, ELO, Clash, Supetramp e The Doors, con Florence and the Machine che canta Call Me Cruella sui titoli di coda.
Ma volete per favore lasciarci un vero cattivo da detestare? Una vera perfida carogna contro cui tifare, della cui brutta fine gioire, ce la vorrete lasciare? Che così i bambini imparino ad aspettarsela, perché nella vita reale i cattivi mica sono scomparsi, anzi.
Con tutta questa smania di andare a risalire alle cause della cattiveria, potremmo arrivare a salvare tutti i dittatori più feroci, i serial killer più efferati: perché si sa che poverini, tutti sono stati innocenti bimbetti fino a un attimo prima che le cose andassero storte, stortando pure loro.
A questo punto ci attendiamo film in cui si racconti quali teneri piccini rovinati da un mondo cattivo siano stati Hitler e Stalin. Ma ci aveva già pensato Dino Buzzati, con il suo racconto Povero bambino scritto nel lontano 1966.
Chissà se in Disney hanno già comprato i diritti...