Crysis 2: il multiplayer
Non ti vedo, non ti sento.
Tutte le modalità, non moltissime a dire il vero, sono proposte in varie salse: è possibile giocarle normalmente oppure senza tuta o con danni ultrarealistici e senza informazioni di alcun genere che derivano dall'utilizzo del visore.
Se le prime sono solo una buona occasione per fare a botte senza concedere troppo all'uso della materia cerebrale, è nelle ultime che il gioco dà il meglio di sé per quanto riguarda il team play. La cooperazione necessaria per mantenere il controllo degli obbiettivi è molto elevata e l'uso di un microfono praticamente indispensabile a patto di far parte di una squadra collaudata.
Bisogna sudare un po' per arrivarci ma effettivamente vale la pena darsi da fare per sbloccare tutte le modalità, visto che rappresentano sicuramente la parte qualitativamente migliore di questo multiplayer, anche se nessuna di quelle proposte si può considerare effettivamente innovativa rispetto a quanto già visto in passato.
Per quanto riguarda il gameplay in senso stretto Crysis 2 è sicuramente un gioco a se stante che deve molto alla sua natura derivante dall'uso intensivo della nanosuit. Se in un normale titolo multigiocatore il nemico è sempre visibile e l'unica incognita è l'armamento che questi ha disposizione, in Crysis 2 ci si deve muovere sempre con la consapevolezza che non esistono zone della mappa in cui ci si trovi totalmente al sicuro.
Questo è dovuto all'utilizzo intensivo che tutti gli utenti fanno del sistema mimetico: ci si deve sempre muovere prestando la massima attenzione a quello che ci circonda, aguzzando la vista per eventuali distorsioni nella rappresentazione dell'ambiente che indichino la presenza di un nemico pronto all'agguato.
L'uso di determinati perk della tuta permettono di facilitarne l'individuazione ma la difficoltà oggettiva di muoversi tra un nugolo di fantasmi rimane: si tratta di un cambio di approccio notevole del gameplay che sulle prime si può rivelare frustrante ma che alla lunga premia i giocatori capaci di cambiare lo stile di gioco tipico degli sparatutto attuali basati molto sull'azione diretta e poco sull'imboscata.
Tuttavia lo stealth non è la soluzione di ogni problema, visto che negli scontri a fuoco più intensi sono destinati ad avere la meglio i giocatori più lesti a passare dall'invisibilità alla modalità "protezione" della tuta che garantisce chance di sopravvivenza notevolmente superiori. Il numero di colpi che possiamo assorbire "a barra piena" è infatti molto più elevato rispetto al normale.
Come accade nel singleplayer, oltre all'abilità di trovare i punti giusti delle mappe dove tendere agguati, le situazioni più ingarbugliate si risolvono solo imparando a valutare al meglio le situazioni e ad amministrare con grande abilità e velocità l'energia a disposizione, ballando tra invisibilità e protezione a seconda di come si sta evolvendo lo scontro.
Tutti quelli che pensano sia una buona idea sparare a qualcuno mentre si è avvolti dal sistema mimetico, è meglio ci ripensino: quando si effettua un attacco che non sia corpo a corpo mentre si è "stealthati" si riceve un flash di sovraccarico che porta immediatamente a zero l'energia della Nanotuta e che, soprattutto, ci acceca per una frazione di secondo sufficiente a compromettere la nostra capacità di prendere la mira. Un escamotage intelligentemente pensato per costringere i giocatori a uscire dalle tenebre prima di attaccare.