Cursed Mountain
Terrore ad alta quota.
Di Cursed Mountain conoscevo unicamente la trama, che giudicai subito banale e scontata. Dalle poche immagini rilasciate in rete, l'idea che mi ero fatta del gioco era che fosse una sorta di clone di Resident Evil, con un ambientazione extraurbana vagamente esotica e i fantasmi al posto degli zombies. Sono perciò felice di dover ammettere che il mio incontro con Martin Filipp di Deep Silver non solo mi ha fatto cambiare idea, ma mi ha anche dato una buona dose di speranza sulla effettiva riuscita del gioco.
Sulle similitudini relative alla saga Capcom non mi sbagliavo, ma il team di sviluppo ha avuto l'intelligenza di adottare meccaniche collaudate, sfruttando al contempo il materiale narrativo in maniera parecchio intelligente. La storia ci vede nei panni di Eric Simmons, intento a scalare le impervie stradine che si inerpicano sui monti dell'Himalaya alla ricerca del fratello perduto. Qualcosa di terribile è accaduto in questi sacri luoghi, qualcosa di così atroce da lasciare dietro di sé un'aurea maledetta e una scia di inquietanti presenze provenienti dal tempio e dal villaggio deserto.
I nemici affrontati nella versione dimostrativa erano infatti costituiti dalle anime sofferenti di alcuni monaci, che d'improvviso si materializzavano dinnanzi a me, pronti ad afferrare e dilaniare il mio personaggio in furiosi assalti contornati da urla demoniache. Dopo aver acquisito un minimo di dimestichezza con i controlli, decisamente intuitivi come da tradizione su Wii, mi sono subito ritrovato a combattere armato di piccone. I colpi si eseguono alla semplice pressione di un tasto, ma bisognerà imparare a destreggiarsi con la levetta analogica per essere sicuri di non mancare il bersaglio. In caso di una combo andata a vuoto, i fantasmi tenteranno di afferrarvi e solo un certo tempismo nell'agitare Wiimote e Nunchuck potrà trarvi in salvo.
Quanto detto fino ad ora potrebbe apparire ordinaria amministrazione tra i survival horror, ma l'introduzione della modalità Bardo rende le cose decisamente più intriganti. Eric potrà infatti accedere ad una sorta limbo, una dimensione sospesa tra la vita e la morte, in cui potrà affrontare le anime dei defunti con l'aiuto di un particolare artefatto che gli concede la possibilità di colpire a distanza i nemici. Visivamente l'effetto è adornato dall'utilizzo di una schermata in bianco e nero, sfocata e vibrante quasi a sottolineare la straordinarietà di questa oscura dimensione. Dopo aver debilitato a sufficienza i nemici, si può poi passare al Rituale della Compassione, che darà infine pace alle tormentate anime degli avversari.
I rituali vanno eseguiti con particolari movenze, inizialmente abbastanza semplici, ma procedendo nel gioco andranno ad essere sempre più complessi ed articolati, richiedendo al giocatore di memorizzare accuratamente la specifica gestualità di ciascun rito. Sono rimasto parecchio colpito dall'implementazione dei rituali, non solo perché trovano adeguata collocazione tra gameplay e trama, ma anche perché giustificano l'azione del protagonista quale strumento di redenzione per l'intero villaggio. Non si tratta infatti di far strage di mostri, ma di riportare la pace in un luogo essenzialmente votato alla spiritualità e all'armonia.
Nel corso della dimostrazione, mentre ero intento a perlustrare le case disabitate intorno a me, Filipp mi informava sugli studi eseguiti dal team circa la tradizione e il folklore tibetano. Parte di ciò che scopriremo nel gioco deriva infatti da leggende realmente note agli abitanti di quei luoghi, con tanto di tenebrose superstizioni e formule rituali insite nella religione buddista. Tale aspetto si rivela fondamentale nel ricreare un'atmosfera angosciante, onirica e dotata di un fascino squisitamente orientale, in un significativo crescendo fino al raggiungimento della vetta.
Oltre a dover combattere i fantasmi incontrati lungo il cammino, Eric si troverà a dover risolvere svariati enigmi. Anche qui avremo modo di entrare in Bardo e visualizzare elementi e oggetti invisibili nella dimensione reale. Il percorso è chiaramente lienare, ma nulla ci vieta di esplorare le varie location alla ricerca di indizi e oggetti utili al proseguimento del gioco. Non mancheranno infine gli imprevisti: la scalata e gli ambienti si faranno via via più ostili, richiedendo al giocatore prontezza di riflessi e un discreto spirito di osservazione.
Cursed Mountain ha quindi tutto il potenziale per rivelarsi un titolo meritevole di attenzione. Il comparto tecnico appare solido e l'atmosfera del gioco calibrata con sapienza. Qualora il codice finale dovesse confermare le buone premesse intraviste nella demo, i possessori di Wii potrebbero ritrovarsi tra le mani un degno esponente del genere horror.