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Daedalic Days - reportage

Siamo volati ad Amburgo per provare la lineup dello studio tedesco.

Il mondo dei videogiochi e dei videogiocatori è in costante evoluzione. In questo scenario le case di sviluppo si ritrovano a dover inseguire i gusti dei propri utenti, provando a non snaturare del tutto il loro modus operandi, quel tocco che negli anni ha fatto la differenza distinguendoli dalle altre aziende.

Non tutti possono ci riescono, chiaramente, ma provarci è ormai indispensabile per mantenere restare in vita. Continuare a sviluppare "per pochi", purtroppo non porta a nulla e questo spiega perché Deadalic, ad oggi nota per lo sviluppo di avventure grafiche, sia radicalmente cambiata.

Ciò che abbiamo visto in quel di Amburgo è un chiaro segno di adattamento: la software house che prima lavorava quasi ed esclusivamente su un genere, sta adesso sviluppando un titolo votato completamente agli esport, un altro molto ambizioso del quale non possiamo ancora dire nulla, e infine qualche videogioco punta e clicca. Mettetevi comodi perché la lista è bella lunga.

Felix the Reaper

Il primo titolo che ci è stato concesso provare è Felix the Reaper, una particolare avventura punta e clicca che vuole spremere le meningi del giocatore. Lo abbiamo giocato per circa 20 minuti, durante i quali siamo riusciti a completare quattro dei sei livelli messi a disposizione dal team di sviluppo. Siamo di fronte a un titolo non vuole prendersi troppo sul serio, nel quale impersoniamo un uomo grottesco, carnevalesco e paffuto, con addosso delle cuffie a tutto volume in grado di far vibrare i polmoni del giocatore.

Quello di Felix the Reaper è un racconto comico-drammatico, il cui tema principale è la morte. Non aspettatevi però domande esistenziali o discorsi filosofici, poiché come detto il taglio è frivolo e leggero, puntando sull'aspetto più ludico e giocoso. Il tutto è impreziosito da un gradevole stile grafico, capace di dare un po' di spessore e carattere alla produzione.

Uno dei classici scenari che il giocatore dovrà affrontare, prestando attenzione a non calpestare le piastrelle illuminate

Ma arriviamo adesso al pezzo forte dell'offerta, il gameplay. Felix the Reaper è un titolo punta e clicca, in cui le vere protagoniste sono le ombre, che potranno essere manovrate spostando e posizionando gli oggetti in un determinato punto.

Questo dinamismo dona una certa di varietà al gameplay, sopperendo a una direzione artistica degli scenari non molto ispirata e ad un level design piuttosto semplice, che però a detta degli sviluppatori si farà più complicato avanzando nel gioco. I livelli sono infatti caratterizzati da una difficoltà crescente, che costringe a prestare molta attenzione alle zone illuminate, capaci di causare istantaneamente il game over.

Stando a quanto visto, Felix the Reaper è un titolo casual che ambisce a divertire e impegnare allo stesso tempo, con enigmi caratterizzati da una difficoltà crescente ma comunque accessibile.

Barotrauma

Insieme al misterioso gioco che non possiamo ancora raccontarvi, Barotrauma è stato tra i più convincenti . L'entusiasmo col quale è stato comunicato e mostrato è stato totalizzante e il team di sviluppo sembra avere le idee molto chiare. Non essendo stato possibile giocarlo di persona, quanto vi diremo è basato sulla presentazione fatta dagli sviluppatori, che ci ha permesso di farci un'idea del progetto.

Barotrauma è gioco cooperativo che vuole simulare la vita all'interno di un sottomarino. Chiaramente non ci riferiamo a una normale routine quotidiana: il batiscafo è infatti pieno di strane mostruosità che il giocatore deve combattere o distrarre per passare inosservato. A tal proposito, è parso molto ispirato il design delle creature, che possono essere consultate in tutta tranquillità nell'apposito editor (tutte le vostre creazioni potranno invece essere condivise attraverso Steam Work shop).

In Barotrauma le ambientazioni sono molto ostili è occorre procedere con estrema cautela.

Le creature non saranno le uniche entità senzienti a bordo: all'interno del sottomarino vi sono anche degli esseri umani, selezionabili in base alle loro caratteristiche e peculiarità. Le classi in totale sono sei: Capitano, Medico, Ingegnere, Meccanico, Agente di sicurezza e Assistente. I giocatori dovranno scegliere prestando molta attenzione, dal momento che ciascuna classe è a modo suo fondamentale.

La cooperazione con gli altri giocatori è la chiave del successo e, a detta degli sviluppatori, è consigliabile essere almeno in tre ed avere sempre un Capitano in squadra. Nulla vieta di giocare in due o addirittura da soli (in questo caso subentreranno i bot), ma le partite diverranno piuttosto complicate.

Merita una menzione anche il crafting: ogni oggetto va creato con materiali reperibili esplorando con cura le location, che saranno del tutto procedurali. Una scelta secondo per noi molto azzeccata, poiché lo scopo è offrire situazioni sempre diverse. La presentazione si è infine conclusa accennando ad una modalità multiplayer battle royale, della quale non è stato detto altro.

Unrailed

Avete presente quando un titolo all'apparenza semplice riesce a catturarvi? Questo è Unrailed, che ci ha colpiti per la concentrazione richiesta, lo scambio verbale con gli altri utenti e la scelta di puntare anche sulla cooperazione locale, in un'epoca in cui questa caratteristica sta lasciando sempre più spazio all'online.

L'obiettivo di Unrailed è cooperare coi compagni affinché il treno arrivi a destinazione. Semplice, direte voi: peccato che la strada sia del tutto ingombra e che i binari non siano abbastanza stabili e lunghi da permetterne l'arrivo alla stazione.

L'interruzione nei binari farà arrestare il treno, concludendo la partita.

Qui subentrate voi, che dovrete coordinarvi evitando il minimo errore, dato che basta poco per fallire. Onde evitare che ciò avvenga, bisogna intendersi bene con i compagni: fondamentale è decidere a chi assegnare i picconi (utilissimi per sgomberare la via), chi deve prepararsi a raccogliere i materiali ricavati e portali al treno e, per ultimo ma non meno importante, la vostra posizione. Fate attenzione a dove vi posizionate perché ostacolare i compagni bloccando il passaggio, comporterà nella maggior parte dei casi il game over.

Se ciò sembrasse difficile, sappiate che il gioco metterà a disposizione all'inizio di ogni scenario la modalità "dimostrazione", che spiegherà le basi del gioco. E che il livello di difficoltà sarà regolabile a piacimento. In Unrailed ci sarà anche spazio per la competizione: gli sviluppatori ci hanno infatti parlato della modalità multiplayer, che consisterà nell'anticipare il gruppo avversario arrivando per primi a destinazione.

A Year of Rain

Come detto inizialmente, Daedalic non è più l'azienda che si limita alle avventure grafiche, e A Year of Rain ne è l'esempio più lampante. Siamo infatti di fronte a un RTS votato completamente agli esport, fenomeno sempre più importante ed evidente a tutti. Ma nella nuova creatura di Daedalic, l'obiettivo non è la sola competizione. Infatti, al pari di Warcraft 3, oltre al comparto multiplayer il gioco promette anche una campagna single player e coop.

L'ambientazione ricorda classici del genere come Warcraft 3, differenziandosi dal titolo di Blizzard per la palette utilizzata.

L'unica modalità che abbiamo avuto modo di provare è stato però il multiplayer, che abbiamo provato in un ambiente controllato. Chi s'interessa di RTS probabilmente riconoscerà alcuni elementi di Year of the Rain, ma sono ravvisabili anche richiami a Warcraft 3, in primis l'interfaccia, pressoché identica. Mentre i nemici convergono verso la vostra posizione, dovrete quindi fare del vostro meglio raccogliendo risorse, costruendo oggetti e richiamando gli Eroi, che insieme ai minion combatteranno gli avversari.

In attesa di saperne di più, possiamo affermare che Year of the Rain è un gioco dalle ambizioni notevoli, che prende il meglio che offre il mercato senza però mostrare un carattere tutto suo. Sulle spalle della campagna, dunque, graveranno non poche responsabilità.

Iratus: Lord of the Dead

L'ultimo titolo che ci è concesso raccontarvi è Iratus: Lord of the Dead, sviluppato da Unfrozen, studio dietro al franchise di Disciples.

I combattenti possono contare su varie tipologie di attacco, fisico e magico.

Iratus: Lord of the Dead è un RPG in cui affrontare temibili creature, e che richiederà di prestare parecchia attenzione. Trattandosi di un titolo a turni, la strategia e la concentrazione saranno qualità imprescindibili. Ovviamente non basterà avere solamente i nervi saldi: per affrontare un combattimento sarà necessario possedere delle unità, ognuna dotata di varie tipologie di attacco. L'IA, stando a quanto visto durante la presentazione, ci ha lasciato delle belle sensazioni, così come il comparto tecnico, caratterizzato da un ottimo stile e completamente in 2D.

Con Unfrozen concludiamo questa prima parte dedicata al coverage di Daedalic Days. Rimanete connessi sulle pagine di Eurogamer.it per non perdervi la seconda parte, che siamo sicuri troverete molto interessante.