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Damnation

Una dannazione vera.

Ciò che rende l'esperienza di gioco davvero pessima è però il sistema di controllo, mai fluido né tantomeno intuitivo. Una leggera inclinazione dell'analogico porta infatti il personaggio a barcollare in avanti, rendendo la precisione dei movimenti qualcosa di estremamente problematico. A questo si aggiunge la tendenza di Rourke a incastrarsi quando entra in contatto con gli elementi dello scenario, e gli assurdi scatti che caratterizzano ogni salto (sembra quasi che il gioco aggiusti la traiettoria del salto in modo da far atterrare il personaggio in un punto prestabilito del terreno).

A rendere le cose ancora più frustranti e difficili ci penseranno poi i compagni di Rourke, governati da un'intelligenza artificiale quasi preistorica; in molti casi li vedrete infatti bloccare la vostra linea di tiro, o magari correre verso un gruppo di nemici per poi essere (ovviamente) fatti a pezzi nell'arco di pochi secondi. Non è certo un mistero che il gioco sia nato inizialmente come un mod amatoriale di Unreal, ma indipendentemente da quelli che possano essere stati gli sforzi profusi per innalzare i suoi standard qualitativi, il risultato finale non può certo essere definito accettabile.

Una moto, una bella donna e un bel cielo nuvoloso…che romantico.

Come prevedibile anche livelli verticali, sbandierati come il massimo dell’innovazione e l’originalità, non contribuiscono a migliorare in alcun modo l'esperienza di gioco. Sebbene ogni livello proponga strade multiple, la sensazione è che andando nella direzione giusta non si possa proprio sbagliare; l’avanzamento all’interno di un qualsiasi scenario appare inevitabile e scontato, e non si ha mai la sensazione di aver scoperto un nuovo percorso grazie alla propria perseveranza o ingenuità. I momenti in cui dovrete "studiare" il modo per procedere sono infatti pochissimi, ma vista la mancanza di una mappa o di indicatori che segnalino gli obiettivi correnti, un qualsiasi errore di valutazione potrebbe rivelarsi fatale.

La realizzazione grafica è anch'essa al di sotto della sufficienza. Damnation è infatti un gioco brutto da vedere, con modelli poligonali squadrati e un framerate tremendo che impoverisce non poco l'intera avventura. Al di là di una pregevole realizzazione della profondità degli scenari (necessaria vista la struttura di molti livelli) è difficile trovare qualcosa che possa essere definito "passabile". I personaggi appaiono e scompaiono senza alcuna logica, o attraversano oggetti solidi mostrando una totale noncuranza per il mondo di gioco; l'inquadratura è stranamente passiva, puntando una qualsiasi direzione con una lentezza preoccupante; ed è inutile dire che dopo un salto faticherete a gestire il personaggio. Questi sono alcuni esempi che testimoniano come Damnation non sia affatto all’altezza degli standard qualitativi contemporanei.

Che la pessima IA dei nemici dipenda proprio da questa provocante squaw? In fondo che riuscirebbe a sparare a una donna così?

Giochi come Crackdown, Prince Of Persia e Mirror's Edge hanno tutti proposto un gameplay verticale superiore a quello di Damnation, rivelandosi inoltre belli da vedere e divertenti da giocare. Gli unici pregi di Damnation sono infatti il multiplayer ed una discreta coop, due modalità che risentono comunque dell'innegabile mediocrità del motore di gioco. In fondo chi vorrebbe condividere un'esperienza come questa con un amico? Alla luce di livelli confusionari e di nemici a dir poco arrendevole, non c'è davvero alcun motivo di cooperare. Nel corso del gioco sono comunque presenti alcune sezioni a bordo di veicoli che vi permetteranno di sparare mentre il vostro compagno sarà impegnato a guidare (o viceversa) ma la scarsa abilità degli avversari non contribuirà di certo a rendere questo genere di sparatorie memorabili.

Damnation si dimostra un titolo pessimo, incapace di coinvolgere né tantomeno di divertire in nessun momento dell’avventura. Nonostante qualche spunto interessante, come la modalità cooperativa e un gameplay “diverso” da quello offerto da molti altri esponenti della categoria, la realizzazione complessiva del prodotto è minata da difetti che sono impossibili da ignorare e che rendono l’esperienza incredibilmente monotona e frustrante. Alla luce dei grandi proclami che hanno accompagnato l’intero processo di sviluppo del gioco, non ci saremmo mai aspettati un prodotto così scadente.

4 / 10
Avatar di Davide Persiani
Davide Persiani: Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.

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Damnation

PS3, Xbox 360, PC

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