Dandy Ace - recensione
Avete le carte in regola per sfuggire?
Negli ultimi anni gli sviluppatori indipendenti sembrano aver trovato un genere prediletto con cui deliziare i giocatori, offrendo esperienze uniche e molto apprezzate dal grande pubblico. Ci riferiamo ai rogue-lite, che si ritagliano un posto in primo piano nella libreria Steam, complice l'enorme successo riscosso dai due titoli che hanno risvegliato l'interesse su questa struttura gameplay: Dead Cells e Hades.
Riuscire ad ottenere questa fama ed arrivare addirittura a contendersi il premio Game of the Year crea inevitabilmente dei nuovi standard da raggiungere per essere acclamati come lo sono stati i prodotti di Motion Twin e Supergiant Games.
Mad Mimic ha deciso di tuffarsi in questo contesto, cercando di arricchire il genere con un nuovo gioco dalle dinamiche ispirate a quei due colossi del panorama indipendente con il suo Dandy Ace. In questo titolo vestiremo i panni di un mago prestigiatore avvenente e di successo, intrappolato in un palazzo magico grazie ad uno specchio maledetto dal suo rivale Lele, privo di talento e di popolarità.
Da questo incipit nasce la storia che ci troviamo a vivere in Dandy Ace affrontando scenari procedurali, stanza dopo stanza, che ci condurranno alla sala principale dove troveremo il boss finale. Questa premessa è sufficiente a ridestare le atmosfere di Hades e Dead Cells?
La risposta è sì, o almeno il primo impatto che si ha giocando a Dandy Ace richiama fortemente molte particolarità dei titoli sopracitati. È doveroso però chiarire fin da subito quanto sia evidente che il prodotto di Mad Mimic sia molto più snello in termini di narrativa e creatività rispetto ad altre produzioni. Ci teniamo a fare questa precisazione per far capire con quale prospettiva e in quale contesto sia giusto inserire questo gioco, evitando un confronto diretto in cui ne uscirebbe sicuramente scottato.
Dandy Ace ci porta ad esplorare un mondo di gioco suddiviso in stanze, dove in ognuna di esse troveremo orde di nemici ad attenderci, intenti a sbarrarci la strada e a far fallire la nostra fuga disperata da questo mondo magico creato per essere la nostra prigione. Per poterci fare strada e annientare le creature che popolano il palazzo potremo fare affidamento su delle carte da gioco che rappresentano le nostre armi per attaccare o difenderci.
Le carte di colore rosa rappresentano l'arma primaria, ovvero attacchi magici corpo a corpo o proiettili e dardi da scoccare a media distanza. Le carte blu invece rientrano nella categoria dello scatto, con le quali sarà possibile applicare effetti di stato come l'Hex o creare un'esplosione al nostro passaggio. Infine vi sono le carte gialle che costituiscono i bonus difensivi, come ad esempio, un colpo che respinge lontano gli avversari o un freeze momentaneo delle creature.
Ogni volta che inizieremo una run ci troveremo al cospetto di tre carte random, ognuna per ogni slot, da assegnare ai tasti del controller o della tastiera che desideriamo. Qualora non fossero di nostro gradimento è possibile cambiarle riavviando la fuga o usufruendo di un rimescolamento una volta che avremo sbloccato il relativo perk.
La particolarità di questo sistema randomico è racchiusa nel poter creare un mix che va ad ampliare la forza o la durata degli effetti dei nostri attacchi o le statistiche di difesa e scatto. Proseguendo nelle stanze infatti, ci imbatteremo in casse premio che ci doneranno gratuitamente nuove carte da equipaggiare di livello via via superiore. Ognuna di esse prevede uno slot aggiuntivo dove collocare una delle magie in nostro possesso che si aggiunge alla primaria creando un buff.
Il sistema può sembrare complesso ma risulta abbastanza semplice una volta presa confidenza con le magie a nostra disposizione, dando così al giocatore la possibilità di esplorare e scoprire nuove combinazioni calzanti al proprio stile di gioco. Altra caratteristica che amplia le sfaccettature di questa meccanica di gameplay risiede nel poter cambiare tra carta primaria e secondaria in ogni momento in base all'evenienza.
Ad esempio, durante i combattimenti che anticipano le boss fight vi torneranno utili gli attacchi che si propagano sui nemici vicini che però risulteranno inutili nelle arene con un solo avversario. In tal caso potrete usare un attacco ad area e trasformare la carta ad attacchi multipli in buff così da ampliarne la durata di effetto o la conta dei danni complessivi.
Ad aumentare il nostro arsenale vi sono i progetti che potremo trovare durante la nostra progressione che andranno sbloccati una volta completata una stanza tramite i frammenti di specchio che riceveremo all'uccisione dei nemici. Nel caso moriate prima del completamento di una delle location perderete tutti gli oggetti e valute raccolte ma rimarrà intatta la progressione di bonus sbloccati.
Oltre ai frammenti, le creature e i boss vi ricompenseranno anche in monete d'oro, spendibili presso gli NPC presenti all'inizio di ogni livello. Le due dolci assistenti del mago infatti vi forniranno upgrade e bonus per affrontare questo palazzo incantato in cui siete imprigionati. Potrete dunque sbloccare nuove carte, numero di vite rappresentate da tazze di tè che ripristinano la vostra salute o la possibilità di cambiare gli attacchi già in vostro possesso. Attraverso i Trinkets invece potrete beneficiare di bonus o riduzione danni, vite aggiuntive, tutto al costo fisso di 1000 monete per ogni stanza completata con successo.
Proseguendo verso la conclusione del labirintico mondo prigione in cui ci troviamo, faremo la conoscenza di altri venditori con cui poter compiere scambi per ricevere importanti benefit per completare la fuga. Una volta sbloccati sarà possibile trovare dei carretti circensi pronti ad offrirvi nuove carte o deliziosi cupcake per ripristinare la salute durante i combattimenti nelle stanze principali.
A completare la struttura delle stanze vi sono quattro cancelli di colore diverso che saranno accessibili solo dopo aver trovato le corrispondenti chiavi, in genere ottenibili dopo aver sconfitto i boss principali. Le chiavi saranno essenziali per poter sbloccare vie alternative per raggiungere la stanza finale, potendo così evitare dei percorsi e preferirne altri.
La scelta di evitare a priori un boss e delle stanze senza rendere obbligatorio dover affrontarli tutti è peculiare. Seppur vero che trattandosi di un rogue-lite la ripetitività ne è il perno poter in qualche modo farsi beffa di alcuni percorsi rispetto ad altri accorcia di molto la longevità del gioco e incrementa le chance di raggiungere il boss finale senza affrontare la maggior parte dei nemici presenti nel mondo di gioco. In questo caso è lecito raffrontare tale esperienza ad Hades, dove la qualità del prodotto perderebbe molto del proprio prestigio se fosse possibile saltare senza alcun problema alcuni dei boss principali, essendone uno dei maggiori punti di forza.
Tale considerazione viene però soppesata dal calibro dell'opera che vuole essere Dandy Ace, un titolo sicuramente più leggero ma con dinamiche interessanti. Le creature che ci troviamo a sconfiggere sono poco originali e anzi ripetute molto spesso anche in mondi diversi, sia in termini stilistici che in termini di pattern di attacchi.
Le ambientazioni, allo stesso modo, si differenziano per alcuni oggetti di scena ma anche le tinte pastello e gli effetti fosforescenti delle magie rimangono di base quasi identici. Anche i lunghi corridoi in cui affrontiamo orde di nemici spesso risultano scarni di decorazioni, e quando presenti risultano solo ripetitive.
Per quanto concerne la narrazione il terreno è abbastanza arido, non avendo una storia complessa da dover raccontare, spiegata frettolosamente con una cutscene iniziale. Con questa premessa è inevitabile che i dialoghi ad ogni morte e successiva partenza per una nuova run, le frasi che sentiamo dalla voce fuori campo di Lele sono identiche. Lo stesso si può dire delle linee di dialogo con i Boss, che dopo averli sconfitti la prima volta, cambieranno il loro approccio con un semplice "oh no, sei di nuovo qui".
In conclusione Dandy Ace è un progetto interessante per quanto concerne il gameplay, il quale offre molti spunti per tenerci incollati a scoprire tutte le carte disponibili all'interno del gioco per scegliere così la nostra build ideale con cui affrontare i mostri più tenaci. Sul resto, a patire dalla musica di sottofondo fino all'arredo delle stanze, probabilmente poteva essere speso più impegno nel rendere il tutto più immersivo e calzante all'avventura dello sfortunato mago. Forse questo è solo l'inizio di un percorso per Mad Mimic, che probabilmente ha ancora qualche asso nella manica da giocare.