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Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls - recensione

Uno spin-off che espande la storia e assume un'impronta da action shooter.

La serie videoludica di Danganronpa è nata nel 2010 su PSP con Danganronpa: Trigger Happy Havoc, pubblicato inizialmente in Giappone e poi portato anche in Europa e Nord America da NIS America qualche anno dopo. La serie è proseguita poi con Danganronpa 2: Goodbye Despair, pubblicato sempre su PSP. Visto il grande successo riscosso, i due capitoli hanno ricevuto dei porting rimasterizzati con varie aggiunte prima su PS Vita, e recentemente anche su PS4 tramite una collection. Si tratta di visual novel, genere estremamente apprezzato in Giappone, ed infatti da questa saga videoludica è nata anche una fortunata collana di manga.

E così, mentre i fan aspettavano ansiosamente il terzo capitolo, Spike Chunksoft ha realizzato invece nel 2015 su PS Vita lo spin-off Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls, che si discosta dagli episodi principali sia da un punto di vista del gameplay che della trama, e arriva in questi giorni su PS4 in versione rimasterizzata. In questo spin-off viene adottata infatti un'impronta da action shooter, ma la narrazione non viene messa in secondo piano anzi, essa costituisce ancora una parte molto consistente dell'esperienza di gioco.

Protagonista dell'avventura horror-comedy è Komaru Naegi, sorella di Makoto, protagonista di Danganronpa: Trigger Happy Havoc. Komaru è un'adolescente che vive un'apparente vita tranquilla come quella di tutte le sue ragazze della sua età. La mattina si sveglia, si veste, fa colazione e si prepara per andare a scuola. Ma la sequenza introduttiva del gioco ci farà scoprire che questa è in realtà un'effimera illusione, una realtà parallela che la ragazza costruisce nella sua testa per non impazzire, visto che in realtà è costretta a una inspiegabile prigionia in un appartamento di Towa City, unica città rimasta immune dagli effetti della Tragedia, dove da più di un anno e mezzo non ha alcun contatto con l'esterno se non per ricevere il cibo necessario al suo sostentamento.

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A un certo punto la nostra Komaru sente bussare alla porta della sua camera, si accende immediatamente in lei la speranza che sia qualcuno giunto in suo aiuto per liberarla, ma la speranza si tramuta subito in terrore quando l'ipotetico salvatore si rivela in realtà uno spietato Monokuma, un inquietante orsetto robotico che sfonda la porta con l'obiettivo di uccidere la ragazza.

Quando tutto sembra perduto, arrivano in suo soccorso gli agenti della Future Foundation, giunti sul posto grazie a una segnalazione anonima, che poi si rivelerà solo una mossa di un'astuta trappola per fare fuori l'organizzazione umanitaria, che si contrappone agli effetti della Tragedia. Dopo tante peripezie ed il tentativo di salvataggio fallito da parte della Future Foundation, la nostra Komaru si ritrova in mano a dei bambini chiamati Guerrieri della Speranza, che agiscono senza alcuno scrupolo per perseguire l'obiettivo ultimo di sterminare tutti gli adulti di Towa City in modo da creare un Paradiso di bambini. Questi impongono a komaru di indossare un braccialetto demoniaco che la renderà parte di uno spietato gioco: diventerà l'obiettivo di caccia dei Guerrieri della Speranza, che sguinzaglieranno i loro Monokuma con lo scopo di ucciderla.

Parte così l'avventura action-horror di Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls, con in mano un'arma lasciataci dalla Future Foundations, un megafono che tramuta le nostre parole in vari codici informatici in grado di danneggiare i circuiti degli orsetti malefici, la cosiddetta Hacking Gun. Ci faremo così strada per le vie della città ormai devastata dalla rivolta cercando di sopravvivere e di far luce sulla causa che ha dato vita a tanta cattiveria. Ad accompagnarci nella nostra missione ci sarà Toko Fukawa, una ragazza parecchio strana e costantemente disturbata da perversioni sessuali (afflitta probabilmente da bipolarismo), che all'occorrenza si può trasformare in Genocyde Jack, una spietata killer che con le sue forbici può fare a fettine diversi monokuma in pochi secondi con potenti combo corpo a corpo.

L'avventura si apre con il terrificante agguato di un Monokuma nella tranquilla vita, ma di prigionia, della nostra eroina.

Potremo passare liberamente tra Monokuma e Genocyde Jack per combattere, ma solo fin tanto che avremo a disposizione abbastanza pile, necessarie per garantire a Genocyde Jack l'autonomia elettrica per garantire la sua eccezionale potenza d'attacco. La visuale è in terza persona e si compone di un mix tra inquadrature automatica e libere il cui funzionamento è in realtà parecchio deficitario. Capiterà spesso di subire degli attacchi a sorpresa mentre camminiamo tra i vicoli di Towa City senza riuscire a focalizzare abbastanza rapidamente la posizione del nemico in modo da difenderci. Non è chiaro quanto sia voluta o meno questa eventualità, ma di certo contribuisce a creare una certa ansia e impostare un minimo di difficoltà di gioco. Inizialmente saremo dotati di tre cuori che compongono gli HP. Questi saranno ampliabili proseguendo nell'avventura, così come gli SP, i punti deputati all'utilizzo delle varie abilità che acquisiremo trovando oggetti disseminati nel mondo.

Per quanto riguarda l'arma di Komaru, l'Hacking Gun, inizialmente saremo dotati di due tipi di proiettili, uno di attacco e uno di supporto. Quest'ultimo è disponibile in quantità illimitate ed è in grado di attivare circuiti elettronici, come automobili elettriche, distributori di consumabili, ed i numerosi cabinet arcade che fanno da mini-giochi aggiungendo una componente strategica-stealth in alcune sezioni selezionate dell'avventura.

Man mano che andremo avanti arricchiremo il nostro arsenale con altri tipi di proiettili, come i Dance Bullets che hackerano temporaneamente i nemici facendoli danzare e rendendoli così completamente vulnerabili ai successivi attacchi. Anche Genocyde Jack potrà potenziare le sue mosse, tramite dei negozietti che troveremo disseminati qua e là che offrono potenziamenti vari in cambio delle monete che vengono lasciate come loot dai resti dei monokuma.

L'Hacking-Gun è la nostra arma e potremo equipaggiarla con un gran numero di proiettili, ognuno con un effetto e uno scopo specifico.

Ci sono dunque elementi ruolistici a spezzare l'impronta action del gioco, ma non c'è da aspettarsi chissà quale profondità. Come per gli episodi principali della saga, la parte predominante del gameplay è la narrazione. Non scherziamo quando diciamo che la prima buona ora di gioco è fatta quasi esclusivamente da dialoghi a cui si intermezzano brevi sezioni di gameplay. E dopo il prologo, il primo capitolo è disseminato di numerosi tutorial che a ogni istanza ci spiegano come utilizzare le varie meccaniche, purtroppo senza evitare ripetizioni e fastidiosi dilungamenti. Ad ogni nuova area che si raggiunge, le nostre due protagoniste discuteranno della situazione con estremo pathos impregnato di umorismo tragi-comico, un approccio tipico delle produzioni giapponesi di questo tipo ma che potrà non piacere a tutti. A volte è veramente estenuante seguire tutte le battute delle innumerevoli conversazioni e sarà forte la voglia di skippare per tornare immediatamente all'azione.

Azione che tuttavia risulta purtroppo tutt'altro che profonda. Il percorso da seguire è quasi sempre sui binari e non c'è nemmeno tanto da scervellarsi per trovare la strada tra i vicoli della città. E nell'improbabile eventualità che ci si blocchi, un pratico e buffo ufo ci seguirà strada facendo, e basterà colpirlo coi proiettili verdi per far sì che ci indichi la direzione da seguire con un'equivocabile freccia gialla.

L'avventura si suddivide in diversi capitoli, al termine dei quali troveremo dei mini-boss, la cui difficoltà è tutt'altro che memorabile. I Guerrieri della Speranza ci daranno delle dritte prima dello scontro ed anche dopo in caso di sconfitta. Insomma, questo spin-off è sì caratterizzato da un'impronta action che lo differenzia dai due capitoli principali, ma l'azione è un mezzo per guidare il giocatore a vivere la trama, che costituisce ancora l'aspetto caratterizzante principale del gioco. Quindi la trama non fa da contorno all'azione, bensì l'azione è piuttosto un diversivo, un intermezzo al susseguirsi degli eventi raccontati tramite i dialoghi tra i personaggi.

La Future Foundation stava per salvarci, ma questi strani individui mascherati intervengono a sventare il piano.

Passando all'aspetto tecnico, lo sviluppatore ha utilizzato la maggiore potenza di PS4 per potenziare la versione originale PS Vita. Abbiamo risoluzione nativa 1080p, frame rate bloccato a 60fps e una maggiore pulizia di bordi dei poligoni e delle texture, grazie ad un utilizzo intensivo di filtri e post-processing anti-aliasing. Il risultato è pregevole ma d'altro canto non fa altro che rendere più evidente il fatto che il gioco abbia le sue origini su console portatile, sottolineando quindi semplicità di ambienti interni ed esterni e texture a dir poco grossolane. Per fare un esempio, le automobili parcheggiate nelle strade della città hanno un design a dir poco imbarazzante, contando un livello di poligoni forse paragonabile a quello che si vedeva venti anni fa nei titoli per PlayStation 1.

Fortunatamente, lo stile grafico non vuole essere realistico ma più simile a quello di un manga, ed il design degli ambienti è senz'altro secondario rispetto a quello dei personaggi, che sono molto curati e non soffrono di particolari problemi di design. Troviamo sovente anche delle cut-scene in CGI di particolare effetto.

Le musiche non sono molto varie, ma le diverse melodie che fanno da sottofondo all'avventura sono parecchio carismatiche e davvero azzeccate per un'avventura investigativa tragi-comica come questa, ed il tema principale con dei vocals in sottofondo diventerà facilmente un tormentone che finiremo per canticchiare nelle pause dal gioco.

Nota molto dolente è purtroppo la totale assenza della localizzazione italiana. Il gioco in versione europea è infatti completamente in Inglese sia nei testi che nel parlato e l'italiano non è disponibile nemmeno per i sottotitoli o nei menu. Una situazione che ormai accomuna molte produzioni minori in fase di localizzazione europea.

I disturbatori si rivelano come Guerrieri della Speranza, bambini tutt'altro che pacifici.

Tirando le somme, Danganronpa Another Episode: Ultra Despair è il remaster di uno spin-off già uscito su PS Vita che arriva proprio al momento giusto su PS4, dopo la pubblicazione nello scorso mese di marzo della collection Danganronpa 1.2 Reload. Ultra Despair non è solo uno spin-off ma è anche "un altro episodio", che si occupa di espandere la storia dei primi due capitoli ed offrirne un punto di congiunzione narrando aspetti che erano stati tralasciati precedentemente. Un episodio quindi da non perdere per chi ha già giocato i capitoli principali, e un succoso aperitivo in attesa dell'ormai imminente Danganronpa V3.

Il gioco è tuttavia godibile anche per i neofiti della saga, invogliando sicuramente a fiondarsi successivamente nella collection dei primi due giochi. Nonostante la virata dal genere visual-novel ad action, la narrazione farà comunque la voce grossa e occorrerà quindi aspettarsi una gran quantità di dialoghi, purtroppo solo in lingua inglese, cosa che taglierà inevitabilmente fuori chi non la mastica abbastanza bene. L'uscita nel periodo forse più scarno di uscite di tutte l'anno ed il prezzo di lancio di €39,99 (al momento scontato del 50%) tuttavia non possono che essere punti a favore per un eventuale acquisto.

7 / 10