Danganronpa Decadence Recensione: Tra Squid Game e Battle Royale
Un'imperdibile collezione di visual novel a tinte horror.
Chi conosce la serie Danganronpa e la segue fin dagli esordi su PSP e PlayStation Vita, molto probabilmente è già corso a scaricare i capitoli usciti poche settimane fa su Switch, una prima assoluta per l'ecosistema Nintendo visto che finora la saga era rimasta confinata su console PlayStation e dispositivi iOS/Android.
Trattasi di visual novel a sfondo giallo (per non dire nero) ambientate quasi esclusivamente in ambiente scolastico, anzi accademico per essere precisi. Il primo gioco, Danganronpa: Trigger Happy Havoc, arriva per la prima volta in Europa e ci porta nella prestigiosa Hope's Peak Academy, che raccoglie la crema della crema degli studenti giapponesi.
Tutti coloro che eccellono in qualcosa sono destinati a farne parte... loro malgrado. Sì, perché a fronte di un livello di istruzione altissimo e un servizio scolastico ineccepibile, l'istituto nasconde oscuri segreti che ovviamente sarete voi a sperimentare in prima persona.
Il protagonista si chiama Makoto Naegi, uno studente del tutto ordinario se paragonato ai suoi nuovi colleghi, destinato però a vivere insieme a loro un'esperienza scioccante introdotta in modo del tutto inaspettato da... un orso di peluche chiamato Monokuma, bianco e nero e con un perenne sguardo sadico dipinto sul muso.
La trama che fa da filo conduttore al gioco non poteva arrivare in un momento migliore vista la dilagante "Squid Game mania". Proprio Monokuma, infatti, vi spiegherà che per uscire vivi dall'accademia dovrete seguire delle regole ben precise e una di queste prevede che uccidiate uno dei vostri compagni senza essere scoperti. Ovviamente anche gli altri dovranno fare lo stesso quindi siamo in pieno clima Battle Royale.
Come da tradizione, attorno a Makoto verrà dipinta una tavolozza di personaggi coi classici stereotipi da manga giapponese. Abbiamo il tipo silenzioso ma determinato, il bullo che guida una banda di motociclisti, la Idol, la tipa timida ma intelligentissima, la bella manipolatrice e via dicendo. Makoto ovviamente diventa il perno centrale della storia: da "studente per caso" il suo ruolo man mano cambierà e, tra un omicidio schivato e l'altro, spetterà a lui svelare cosa si celi realmente dietro la facciata rispettabile della Hope's Peak Academy
Pur non essendo un gioco d'azione ma un romanzo interattivo, Danganronpa: Trigger Happy Havoc ha la capacità di catturare l'attenzione del giocatore fin dal primo istante e di non lasciarla più andare fino all'epilogo, quasi lasciando in secondo piano la parte ludica, composta in gran parte da sezioni investigative "alla Phoenix Wright" ma anche da semplici mini-giochi che comprendono l'immancabile (e scialbo) rhythm game.
Vivrete questa esperienza più come un libro da sfogliare che come un vero e proprio videogioco, ma vi possiamo assicurare che neanche un minuto del tempo passato in sua compagnia verrà rimpianto. Le tematiche trattate sono decisamente importanti e spesso il gioco non risparmia scene forti, alternandole però sapientemente a momenti più leggeri utili a dare un po' di respiro al lettore... pardon, al giocatore.
A risaltare sono quindi sceneggiatura, recitazione e soprattutto la caratterizzazione del cast che, per quanto stereotipata, alla lunga non stanca e anzi riserva più di una sorpresa. Per quanto riguarda la parte ludica, come accennato prima i divertissement interattivi sanno un po' di già visto e in alcuni casi fungono più da riempitivo che da stimolo, ma nell'insieme danno vita comunque ad un'esperienza piacevole.
Ci siamo dilungati sul primo capitolo incluso in questa raccolta in quanto gli altri due altro non sono che dei sequel un po' meno ispirati (ma comunque degni di essere giocati), che poco o niente aggiungono a quanto visto nel capostipite. Le trame ovviamente vanno a calare in termini di coinvolgimento e colpi di scena, nonostante il tentativo degli sviluppatori di dare una smossa al tipico setting scolastico con escursioni esterne e/o punti di vista alternativi. Rimane comunque buona l'impronta stilistica del cast e gli ottimi dialoghi, anche se il livello delle sfide proposte si mantiene su standard decisamente più bassi.
Danganronpa S: Ultimate Summer Camp rappresenta l'unica novità di questa compilation, un capitolo diverso in tutti i sensi che abbandona lo stile da visual novel in favore di un gameplay più simile a quello dei giochi da tavolo. L'ambientazione è la stessa del secondo capitolo, una sorta di isola tropicale, e dovrete girarla in lungo e in largo muovendovi su un casellario in stile Monopoli.
In questo caso non dovrete uccidere alcun compagno di scuola: più semplicemente, dovrete superare delle semplici prove e vedervela con robot che pattugliano la zona sotto il comando dell'immancabile Monokuma. Il gameplay di questo spin-off è decisamente spiazzante e anche le ambizioni del progetto sono piuttosto basse, ma se preso a piccoli sorsi come defaticante dalle atmosfere dei capitoli principali può anche risultare piacevole. Poco piacevole è invece il prezzo a cui viene venduto, più alto dei primi due capitoli. Se dovesse incuriosirvi mettetelo in Lista Desideri per recuperarlo in periodo di super-saldi.
Tecnicamente i primi due Danganronpa, essendo i più vecchi, sono i giochi più difficili da "digerire". Anche all'epoca gli elementi estetici non erano sicuramente lo stato dell'arte e tenete sempre presente che stiamo parlando di titoli per PSP. Va un po' meglio con il terzo, che all'epoca venne lanciato in contemporanea su PS Vita, PS4 e PC.
Danganronpa S: Ultimate Summer Camp fa storia a sé e, pur essendo un titolo recentissimo, è stato volutamente sviluppato con uno stile grafico che miscela ritratti dei personaggi ultra-dettagliati (anche se scarsamente animati), pixel-art e scenari poligonali "da board game" volutamente low-poly.
In Europa i giochi che compongono la collection Danganronpa Decadance sono disponibili come download singoli dal Nintendo eShop a prezzi che variano dai 15 ai 30 Euro. Vi consigliamo di partire da Trigger Happy Havoc, che oltre ad essere il capitolo più ispirato è anche quello che vi permetterà di capire se questo tipo di giochi è ciò che fa per voi.
La connotazione del gameplay è infatti particolare, forse troppo per i palati abituati a vomitare piombo e combattere schiere di nemici, ma è anche una di quelle che difficilmente vi lascerà indifferenti.
Per i fan storici e i collezionisti esiste anche una gustosa Collector's Edition che include tutti i giochi in un'unica cartuccia, un elegante steelbook, la colonna sonora ed altri coloratissimi bonus "fisici". Stiamo parlando di oltre 100 ore di gioco totali.