Dante's Inferno
Dante sfida Kratos.
Francamente sono un po' perplesso. Per quanto possa apparire incredibilemte brutale e fracassone, Dante's Inferno pone una domanda fondamentale: che bisogno c'era di prendere il poema che ha posto le basi fondamentali della lingua italiana e trasformarlo un moderno videogioco alla God of War? Da cinico quale sono mi viene da domandare quale sarà il prossimo passo di EA? Grand Theft Amleto? The Sims I Promessi Sposi Expansion Pack? Ok...basta stronzate...
Jonathan Knight, Executive Producer del gioco, possiede un Bachelor's Degree in Belle Arti ed è pronto a rispondere alle domande poste in apertura. "Trovo divertente che tu abbia citato Amleto perchè io stesso avrei tirato ballo Shakespeare" ci dice. "Ma la cosa sorprendente, se consideriamo Dante, è che il poeta scriveva in italiano già nel quattordicesimo secolo. Per l'epoca era una cosa estremamente inusuale, perchè la maggior parte della gente non leggeva o scriveva affatto e, se lo faceva, usava il latino. Praticamente, possiamo dire che è stato l'inventore della cultura pop [simpatici gli inglesi NdEldacar]
"Ha scritto questo poema, che è poi una storia d'amore, nel dialetto del tempo in modo che potesse essere letto ad alta voce, compreso e condiviso anche da chi non conosceva il latino. Era un fatto estremamente insolito per lui e racconta il suo desiderio di usare il medium che aveva a disposizione per raggiungere le masse. Forse è un po' esagerato e arrogante affermare che stiamo facendo la stessa cosa o che, addirittura, il poeta sarebbe orgoglioso di quello che stiamo realizzando [decisamente esagerato NdEldacar], ma non credo che concettualmente la cosa sia poi così differente. Personaggi come Shakespeare e Dante, oggigiorno, probabilmente lavorerebbero nell'industria dei videogiochi perchè quello che facevano non era altro che utilizzare la tecnologia dell'epoca per couminicare: fossero stati i teatri di Londra o la carta stampata."
A parte la lezioncina di storia che porta anche qualche piccolissima e sottovalutabile imprecisione (l'invenzione dei caratteri di stampa, infatti, risale a Guttemberg, un bel secoletto dopo la stesura della Divina Commedia), il discorso sembra filare e cambia le carte in tavola, insieme alla domanda iniziale. Se non dobbiamo più chiederci perchè a qualcuno è venuto in mente di realizzare una versione videoludica dell'Inferno di Dante, possiamo domandarci perchè nessuno ci ha pensato prima e non ha pensato di farne un picchiaduro cazzuto e arrogante? Insomma un gioco dove "se mena". "Il mondo dell'intrattenimento evolverà e cambierà moltissimo anche dopo che saremo morti e non c'è modo di arrestare questo processo. Il poema di Dante è stato utilizzato e convertito con ogni possibile medium popolare disponibile [ma và? Potresti farci qualche esempio, di grazia? A parte Beningni e Gassmann che l'hanno letto in televisione non mi ricordo altro...NdCostina] e noi stiamo soltanto cercando di continuare questa tradizione," dice coraggiosamente Knight.
Per cui, parlando del gioco, una buona parte del suo fascino proviene proprio dal suo tentativo di visualizzare l'interpretazione di Dante dell'aldilà. Non si tratta soltanto di utilizzare l'esperienza di artisti come il Character Designer di Hellboy e Hellboy II, Wayne Barlowe, per portare alla vita le visioni dei personaggi contenuti nel libro, perchè già affidandosi alle parole del Sommo, l'Inferno è incredibilmente concreto. Con i suoi gironi concentrici dei dannati, l'Inferno è il GameFAQs del mondo dei morti, permettendo ai creatori del gioco di allontanarsi di un passo dalla tradizione cristiana e per avvicinarsi al reame del fantastico. Per quanto ci siano un sacco di armi a forma di crocefisso e si respiri un forte e sulfureo aroma di dannazione, spiega Knight, non si tratta di un gioco ad ispirazione teologica.
"Il poema è fiction, un'opera di fantasia" afferma. "Potremmo quasi dire che Dante è il primo scrittore fantasy d'Europa [alla fine dello sviluppo il tipo sarà tra i primi a finire all'Inferno, visto quello che dice NdEldacar]. Questo è ciò che, in linea di principio, attira l'immaginario collettivo e cioè il fatto che le sue visioni e la sua immaginazione fossero cosÏ folli. E per noi questa è una grande opportunità di portare almeno una parte di questa immaginazione sullo schermo." Quando durante la lavorazione il team ha avuto dei dubbi, è sempre tornato all'opera originale, fatto che ci conduce direttamente alla domanda successiva e cioè a cosa non è stato inserito nel gioco. La risposta sembra essere più un'allusione che una vera e propria ammissione. "Abbiamo introdotto delle citazioni, magari realizzando una statua o un ambiente che si riferisse a qualcosa presente nel poema, ma siamo andati oltre molto in fretta perchè non volevamo restare troppo legati all'argomento" continua Knight.
Ecco la chiave. Dopo tutto questo è sempre un gioco dove "se mena" e se hai voglia di menare non devi certamente preoccuparti della sorte di Beatrice e Virgilio. "Il gioco funziona su due livelli" spiega Knight. "Se siete appassionati di fiction, mitologia e letteratura le troverete. Quando punirete o assolverete le ombre, potete semplicemente mettere una croce sulla loro testa e assorbirne l'anima oppure...potrete sempre notare che hanno un nome. Una volta assolte le vedrete apparire un menù che vi racconterà nei dettagli la loro storia, tratta direttamente dal poema. Virgilio è nel gioco come narratore, ma è opzionale e non sarete costretti ad ascoltarlo se non lo desiderate. Se avete solo voglia di prendere a mazzate i demoni e divertirvi potete farlo, ma se volete godere di un'esperienza più completa, quasi letteraria e ricca di narrazione (ma con del sano combattimento) è lì che vi aspetta."