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Dark Eclipse - recensione

Un MOBA diverso da tutti gli altri.

Nonostante il primato di genere del momento spetti senza alcun dubbio agli sparatutto Battle Royale, ad oggi seguiti da innumerevoli spettatori su Twitch, giocati da milioni di appassionati e semplici curiosi, ovviamente cavalcati da molti sviluppatori, i MOBA continuano ad affascinare una certa fetta di pubblico.

Per quanto non si senta più parlare giornalmente di League of Legends in qualsiasi salsa, permane e sopravvive una folta e orgogliosissima schiera di fan, magari attratti da potenzialità e possibilità offerte dagli esport, tutt'ora ingolositi dall'idea di mettere le mani su un nuovo ed intrigante rappresentante del genere.

Dark Eclipse, certamente fuori tempo massimo persino per sfruttare curiosità e clamore inizialmente creatisi ai tempi dell'esordio di PlayStation VR sul mercato, fa della realtà virtuale la sua feature più importante, caratteristica capace, a suo modo, di evolvere i MOBA, offrendogli un'inedita e più efficace prospettiva.

Va certamente considerata, e biasimata, una certa imprecisione di fondo del sistema di controllo, ma una volta immersi nel mondo digitale disegnato dai ragazzi di Sunsoft ci si rende effettivamente conto che il tutto, soprattutto impugnando una coppia di Move, funziona piuttosto bene, rendendo del tutto inutile, tanto per cominciare, la presenza di una mini-mappa, indicatore del tutto assente nell'HUD di gioco.

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Gli sviluppatori, è bene sottolinearlo, hanno attentamente studiato il design di ogni mappa, preoccupandosi di offrire ambienti virtuali dalle giuste proporzioni, sufficientemente grandi affinché la battaglia potesse svolgersi su più fronti, mai dispersive, tanto che bastano rapidi e contenuti movimenti di camera per avere sempre ben chiaro l'andamento dell'azione.

Dark Eclipse, per quanto concerne il mero gameplay, si discosta dal canone solo nella misura in cui stuzzica gli esperti con la possibilità di erigere alcune torri difensive, a patto di aver raccolto sufficienti risorse per consentirne la costruzione in specifici spot, identici e condivisi da tutti gli schieramenti in gioco.

All'inizio di ogni partita, sia essa contro la CPU, modalità che funge per lo più da allenamento, sia incrociando le armi contro un altro videogiocatore in carne ed ossa, dovrete selezionare i vostri leader tra quelli già sbloccati. Come facilmente ipotizzabile, ognuno gode di specifiche abilità e, una volta scesi sul campo di battaglia, li vedrete costantemente scortati da una manciata di minion ciascuno, soldati di supporto eventualmente potenziabili al raggiungimento di determinate condizioni, semplicemente riconducendoli al campo base, location che, una volta distrutta, decreta la fine della partita e la vittoria di uno degli eserciti in ballo.

Grazie alle microtransizioni potrete sbloccare tutti i leader presenti nel gioco, pratica che, in ogni caso, potrete archiviare giocando e vincendo un bel po' di partite.

Tra alberi da abbattere per ottenere risorse, torri da costruire, difendere o distruggere, Dark Eclipse vive di incessanti lotte piuttosto furiose e accesissime, scandite dall'esecuzione delle tecniche speciali di ciascun leader, feature che, come ben sanno gli amanti dei MOBA, è il vero ago della bilancia di ogni partita, discriminante tra giocatori alle prime armi e i veri esperti che sapranno quando si paleserà il momento più propizio per ribaltare la situazione affidandosi, per l'appunto, a queste portentose mosse offensive.

La spruzzatina di RTS, impressa nella necessità di accumulare risorse per erigere strutture difensive, regala un gusto inedito al gioco, inspessendo ulteriormente il gameplay, offrendo agli utenti un ulteriore variabile da considerare nella creazione delle proprie strategie belliche. Gli alterchi, spesso e volentieri, si trasformano in una complessa guerriglia, fatta di diversivi, accerchiamenti e fiancheggiamenti attorno alle torri, baluardi che è consigliabile abbattere, prima di avvicinarsi al campo base nemico, ma la cui presenza non preclude aprioristicamente la possibilità di una vittoria lampo.

La realtà virtuale, come sempre, è certamente un gustoso orpello estetico, tanto più efficace, quanto avvicina idealmente l'utente al ruolo di divinità che "gioca" con le pedine sul campo di battaglia, ma, come già anticipato, anche sul fronte ludico l'utilizzo del PlayStation VR trova il suo perché. Avvicinando o allontanando la telecamera dall'azione, si può osservare ogni zona della mappa, scorgere l'avanzata nemica, tenere sott'occhio diversi manipoli di soldati che marciano in direzioni diverse.

Tra indicatori, icone e decine di personaggi sullo schermo, in certi casi faticherete ad avere una chiara comprensione dell'andamento della battaglia.

Il Dualshock 4, da questo punto di vista, di dimostra uno strumento meno indicato rispetto alla coppia di Move che hanno l'ovvio grande pregio di rendere estremamente intuitiva ed immediata l'immissione dei comandi. Si devono comunque fare i conti con un po' di imprecisione, soprattutto nelle fasi più concitate, quando faticherete e non poco a gestire i vari leader che si butteranno nella mischia automaticamente, non appena avvisteranno nemici con cui menare le mani.

Un dettaglio di per sé (quasi) ignorabile, non fosse per la natura del genere, votato alla competizione, dove la rapidità con cui si impartiscono gli ordini alle truppe fa la differenza tra una cocente sconfitta ed una rocambolesca vittoria.

Dark Eclipse, ad ogni modo, sta vivendo quella che è la sua prima stagione di una lunga serie, segno che Sunsoft ha in serbo per la sua creatura una ben precisa crescita in termini di contenuti e non solo. La speranza, in questo senso, è che si possa lavorare anche sul fronte del design, oltre che su quello prettamente tecnico. Una maggior precisione nel sistema di input sarebbe una manna, un intervento che ovvierebbe a quello che, ad oggi, è il principale difetto di questo MOBA.

Orecchiabili ed ispirate le (poche) musiche che compongono l'apprezzabile soundtrack di Dark Eclispe.

Cionondimeno, non guasterebbe anche una limatura per quanto riguarda il comportamento di leader e minion in alcune situazioni, spesso e volentieri talmente tanto solerti nell'adempiere ai loro compiti di raccolta risorse e distruzione del nemico, da mandare all'aria lo svolgimento delle tattiche più complesse.

Infine, anche il comparto grafico mostra il fianco a qualche critica. Nonostante un buon frame-rate e una definizione notevole, pur utilizzando il modello classico di PlayStation 4, animazioni dei personaggi e texture delle mappe non convincono appieno.

Dark Eclipse è un interessante MOBA, ideale per chi non si è ancora stancato del genere, ma ha voglia di sperimentare qualcosa di lievemente diverso dal solito. Il gioco, è bene sottolinearlo, è completamente gratuito, fattore che ci spinge parzialmente a soprassedere su alcuni dei difetti riscontrati in sede di recensione.

Avvicinando il più possibile la telecamera vi accorgerete della pochezza del motore grafico.

Certamente da provare, nonostante gli utenti più intransigenti mal digeriranno la cronica imprecisione del sistema di controllo. I neofiti, dal canto loro, potrebbero scoprirsi affascinati dai MOBA, anche grazie al solito impatto scenico garantito dalla realtà virtuale.

7 / 10
Avatar di Lorenzo Fazio
Lorenzo Fazio non ha mai smesso di giocare sin dai tempi del Master System. Ha così cercato di unire l’utile al dilettevole, inventandosi giornalista videoludico. Qualcuno ci è cascato: scrive per importanti testate del settore da quasi una decina di anni.

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