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Dark Souls II: The Crown of the Sunken King - review

Un pizzico di pigrizia da From Software.

Alla fine il primo dei tre DLC di Dark Souls II è arrivato, facendo salire nuovamente l'ansia da morte improvvisa che la maggior parte dei giocatori aveva fatto appena in tempo a lasciarsi alle spalle.

Se come noi stavate aspettando questo DLC, tuttavia, fate evidentemente parte di quella schiera di giocatori che accetta volentieri la sfida di From Software, per completarla nei modi più assurdi e dimostrando di essere ancora in grado di affrontare le battaglie complicate nonostante il generale abbattimento della difficoltà nei giochi moderni.

Al di là di queste considerazioni, tuttavia, come si è rivelato questo The Crown of the Sunken King? Piacevole, a tratti affascinante, ma realizzato con un pizzico di pigrizia che non ci saremmo aspettati dai ragazzi di From Software.

Da un lato, infatti, questo contenuto scaricabile offre alcune gradite novità ma dall'altra soffre di una generale mancanza di varietà e creatività, in particolar modo sul fronte delle creature che popolano le aree inedite. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire come accedere al DLC.

Le creature presenti nel DLC non sono particolarmente originali ma alcune sono ancora in grado di spiazzare il giocatore.

Se avete scaricato il contenuto aggiuntivo del primo Dark Souls ricorderete quanto fosse macchinoso raggiungere le nuove aree, accessibili solo dopo aver incontrato e salvato un determinato personaggio.Molti giocatori si erano lamentati di tale approccio, motivo per cui questa volta From Software ha optato per una soluzione più immediata.

"Il DLC non è selezionabile da un menu ma esaminando l'obelisco nel villaggio di Majula"

Come da tradizione, anche in questo caso il DLC non è selezionabile da un menu ma esaminando l'obelisco nel villaggio di Majula si ottiene immediatamente un indizio che rimanda alla Gola Nera, in particolare alla grotta in cui si affronta il Putrido.

Raggiungendo la zona in questione ci si imbatte in una statua che, se toccata, trasporta istantaneamente nelle ambientazioni di The Crown of the Sunken King. Questo tipo di approccio è sicuramente gradito, soprattutto grazie alla presenza di un falò nelle immediate vicinanze del luogo di accesso.

Considerando che le nuove ambientazioni possono essere esplorate più e più volte anche dopo aver completato il DLC (come se fossero effettivamente parte integrante della mappa del gioco originale), vi ritroverete spesso a tornare sul luogo del delitto per farmare esperienza o, perché no, andare a caccia di uno dei tanti oggetti nascosti dai programmatori.

Il level design di queste ambientazioni è piuttosto intricato. Vi capiterà spesso di cadere nel vuoto per cercare di raggiungere una zona particolare.

In The Crown of the Sunken King, infatti, non solo sono presenti nuove tipologie di nemici, ma anche nuovi oggetti, armi e armature con cui equipaggiare il proprio eroe. La particolarità più interessante del DLC, tuttavia, è la presenza di un buon numero di enigmi da risolvere interagendo con l'ambiente circostante.

"In The Crown of the Sunken King sono presenti nuove tipologie di nemici, oggetti, armi e armature"

Fin dalle prime fasi di gioco con questo nuovo frammento di Dark Souls II, ci si trova a dover attivare una serie di interruttori magici dalla forma prismatica che, una volta colpiti con l'arma, avviano lo spostamento di alcuni elementi delle ambientazioni.

Sperimentando con gli elementi dinamici dei livelli è possibile raggiungere zone segrete e, soprattutto, una vasta gamma di oggetti nascosti. Questa dinamica, unita al ritorno di un level design interconnesso (in cui scorciatoie trovate dopo essersi addentrati in un'area portano a falò scoperti diverso tempo prima), rendono interessanti le ambientazioni di The Crown of the Sunken King, nonostante una caratterizzazione grafica non certo stellare.

Nel corso degli anni la serie Souls ci ha abituato ad ambientazioni epiche capaci di lasciare a bocca aperta, senza mai abbandonare l'evidente amore per un'architettura ciclopica fatta di cattedrali, castelli e solide costruzioni in pietra.

Veleno. Veleno ovunque! Queste maledette creature faranno aumentare drasticamente il numero delle imprecazioni.

In The Crown of the Sunken King l'impostazione generale è la medesima (leggermente virata sullo stile azteco), ma con un esagerato uso delle tinte verdine che rimandano a incubi fatti di avvelenamento e scorte di muschio con cui preservare la propria energia.

"Molti degli avversari che si incontrano in questo DLC sono in grado di avvelenare con grande facilità"

Non è un caso, infatti, che molti degli avversari che si incontrano in questo DLC siano in grado di avvelenare (o comunque di provocare fastidiosi stati negativi) con grande facilità, causando al tempo stesso danni ingenti anche con gli attacchi più semplici.

Per recuperare la prima delle tre corone perdute di re Vendrick servono dalle 5 alle 8 ore, a seconda delle capacità del giocatore e della sua conoscenza delle meccaniche di Dark Souls II. Durante questo lasso di tempo capita di morire molto spesso, in parte per la potenza dei mob (non particolarmente difficili ma capaci di infliggere danni ingenti con ogni colpo andato a segno), in parte per le immancabili cadute nel vuoto che da sempre ispirano nuove imprecazioni.

In generale il livello di difficoltà è bilanciato e si mantiene in linea con quello del gioco principale, salvo un paio di picchi contro alcuni dei boss presenti nel pacchetto scaricabile. Nulla di impossibile, in ogni caso, soprattutto se ci si affida all'evocazione di altri giocatori umani. In alcune occasioni, infatti, gli alleati controllati dalla CPU si rivelano davvero inefficaci.

Quando affronterete queste creature fate molta attenzione all'equipaggiamento!

Se paragonato all'ottimo Artorias of the Abyss, DLC del primo Dark Souls che ebbe il pregio di offrire boss ispirati, un arco narrativo interessante e validi NPC, The Crown of the Sunken King ne esce sconfitto ma nonostante questo rimane un piacevole e degno diversivo per la community di Dark Souls II.

7 / 10