Dark Souls II - review
Il modo più rapido per farsi scomunicare.
Siamo sopravvissuti. Non è stato facile, ma ce l'abbiamo fatta. Credo sia la prima volta da quando ho iniziato a recensire videogiochi che mi sia capitato di affrontare una sfida insieme a dei validi compagni d'avventura.
Per essere sicuri di esplorare tutto ciò che il titolo From Software poteva offrire, infatti, i redattori italiani impegnati con questa ardua sfida si sono tenuti in stretto contatto condividendo consigli, strategie, imprecazioni inedite e pacche sulle spalle.
E credetemi se vi dico che mai decisione fu più saggia, visto che se ognuno di noi avesse affrontato in completa solitudine la sfida confezionata dagli sviluppatori, nel tempo a nostra disposizione prima della fine dell'embargo avremmo esplorato una parte ben più contenuta di questo gioco.
Con Dark Souls II, infatti, From Software ha proseguito lungo la strada che ha decretato il successo di Demon's Souls prima (con un selvaggio passaparola) e del primo Dark Souls qualche anno dopo, curando in modo certosino il level design, il bilanciamento e, soprattutto, la difficoltà.
Quando nelle settimane passate Tomohiro Shibuya e Yui Tanimura, director del progetto, accennarono a una maggiore accessibilità di Dark Souls II rispetto ai precedenti episodi, furono in molti a temere a un addolcimento della formula originale nel tentativo di renderla adatta a un pubblico più ampio, ma possiamo assicurarvi una cosa: Dark Souls II è bastardo quanto i precedenti episodi. A volte anche di più.
"From Software ha proseguito lungo la strada che ha decretato il successo di Demon's Souls prima e di Dark Souls poi"
Parlando di accessibilità i due sviluppatori si riferivano a una vasta gamma di elementi che nel nuovo episodio sono andati incontro a un profondo miglioramento, rendendo l'esperienza più godibile e, soprattutto, affrontabile anche senza doversi per forza affidare a FAQ o tutorial su internet.
Se c'era una cosa che poteva essere rimproverata a Dark Souls era il fatto di non andare MAI incontro al giocatore, nemmeno per le cose più oscure e complicate. Basta ricordare il sistema di creazione delle armi leggendarie, che richiedeva di potenziare un oggetto specifico fino al livello massimo e poi, solo allora, di sacrificare l'anima di un boss per ottenere l'arma incantata.
Peccato, però, che i giusti abbinamenti non fossero scritti da nessuna parte, motivo per cui la community internazionale di appassionati si armò di tanta pazienza per creare una wiki con i fiocchi.
In Dark Souls gli sviluppatori hanno studiato una serie di interventi mirati per aggirare questo genere di problemi, senza però andare a modificare il feeling della saga. Dark Souls II dimostra di essere duro e spietato fin dai primi istanti, quando ci si trova a iniziare l'avventura disarmati in un mondo ignoto e palesemente ostile.
"Dark Souls II è bastardo quanto i precedenti episodi. A volte anche di più."
Sebbene a prima vista le differenze con il precedente episodio possano sembrare piccole e marginali, le modifiche apportate all'intero sistema di gioco sono tante e spesso in grado di stravolgere l'approccio ai combattimenti per alcune classi specifiche.
La gestione delle magie, per esempio, è stata ulteriormente modificata rispetto a Demon's Souls, visto che ora gli incantesimi, oltre a essere disponibili per un numero limitato di cariche, sono soggetti alla diminuzione della stamina come qualsiasi altra azione del gioco. Il lancio degli incantesimi, quindi, non permette più di continuare a far danno o di curarsi mentre si attende che la stamina si ricarichi, ma deve essere inserito all'interno di un delicato equilibrio nella gestione delle forze del personaggio. Il che, naturalmente, rende tutto ancor più strategico.
Un altro elemento che segna distacco rispetto al passato è quello del fast travel. Mentre nel primo Dark Souls la possibilità di viaggiare istantaneamente da un falò all'altro si otteneva solo in un punto avanzato dell'avventura, dopo aver dimostrato di essere in grado di affrontare il gioco a testa alta, in Dark Souls II l'opzione è disponibile fin da subito.
Naturalmente è prima necessario accendere di volta in volta i vari falò, ma la presenza immediata del fast travel ci ha comunque lasciato un po' di amaro in bocca, rendendo le prime fasi di gioco leggermente meno coinvolgenti rispetto a quelle del precedente episodio.
"La risposta ai comandi è stata resa più reattiva"
Nulla di preoccupante, però, perché anche se l'intensità delle prime ore di viaggio è leggermente inferiore, la qualità globale dell'esperienza si assesta ancora su livelli altissimi. Durante la terrificante avventura proposta da From Software ci si ritrova a esplorare una quantità incredibile di ambientazioni ben differenziate, tutte in qualche modo legate a un piccolo villaggio chiamato Majula.
In pratica è un po' come se From avesse voluto creare un ibrido tra Demon's Souls e Dark Souls, legando il giocatore a un luogo ben preciso da considerare quasi una seconda casa. È a Majula, infatti, che si trova l'unica persona in grado di far livellare il protagonista, ed è sempre lì che i vari NPC si trasferiscono dopo aver interagito con il giocatore nelle altre zone del gioco.
Ed è proprio questo cambio di rotta a giustificare il fast travel. La necessità di dover sempre tornare al villaggio iniziale ha richiesto un intervento di questo tipo, ma va comunque detto che la vastità del mondo di Dark Souls II contribuisce a far passare molto presto l'eventuale disappunto che tale scelta di design potrebbe suscitare in alcuni fan della saga.
A questo si vanno ad affiancare tutta una serie di migliorie che rendono l'esperienza di Dark Souls II sempre intensa, gratificante e piacevolmente fluida. Saltando i discorsi legati al comparto tecnico, che riprenderemo tra poco, è importante sottolineare quanto la risposta ai comandi sia stata resa più reattiva, dettaglio fondamentale in un titolo che fa del tempismo e della precisione due elementi imprescindibili.
"La scelta del cammino verso la meta è lasciato al giocatore, che può imboccare diverse strade "
Finalmente non vi ritroverete più a dover urlare tutta la vostra rabbia a causa di un comando non accettato dal gioco o, più semplicemente, registrato in buffer ed eseguito al momento meno opportuno. Tale difetto si manifestava spesso in Dark Souls ed era stato parzialmente risolto solo attraverso interventi successivi all'uscita.
Ora tutto scorre senza tentennamenti, rendendo ogni combattimento un trionfo di schivate, manovre evasive e letali affondi, valorizzando ogni tipologia di arma. Anche il sistema di puntamento dei bersagli è stato rivisto, accorciando in modo sensibile il raggio minimo richiesto per agganciare il nemico.
Sebbene questo contribuisca a rendere ancor più intensi alcuni scontri, costringendo ad accorciare le distanze per ottenere risultati apprezzabili, in alcune occasioni si rivela scomodo. Nella torre della Peccatrice, per esempio, durante lo scontro con il boss di turno, abbiamo più volte perso di vista l'avversario a causa dei suoi movimenti repentini che tendevano a portarlo fuori dal nostro raggio d'azione, rendendo tutto decisamente più complicato.
Al tempo stesso può risultare difficile scegliere con precisione un particolare bersaglio in mezzo a un numero considerevole di minacce, ma questo è un elemento che faceva già parte anche del primo Dark Souls e che, di fatto, rende fondamentale capire quando agganciare un bersaglio e quando muoversi in completa libertà.
"Morirete, morirete e morirete ancora"
In Dark Souls II la scelta del cammino verso la meta è lasciato al giocatore. Dopo aver raggiunto il paese di Majula è possibile imboccare diverse strade e solo sperimentando sulla propria pelle una serie di sonore lezioni si sceglie dove dirigersi e quale percorso seguire.
Da questo punto di vista il team di sviluppo ha fatto un ottimo lavoro, inserendo solo alcuni paletti utili a rendere inaccessibili determinate zone fino al ritrovamento di oggetti specifici. Più e più volte tornerete sui vostri passi per sperimentare, avidi di nuove avventure e desiderosi di immergervi sempre di più in un mondo crudele ma al tempo stesso affascinante.
Morirete, morirete e morirete ancora, ma ogni volta, dopo aver dato sfogo a tutta la vostra rabbia, impugnerete di nuovo il joypad pronti a ripartire, più forti e determinati di prima. Questo era l'elemento chiave del successo di Demon's Souls e di Dark Souls e non possiamo che essere felici di averlo ritrovato, intatto, in questo nuovo episodio.
Questa volta, però, From Software ha studiato un sistema per impedire di farmare anime senza sosta approfittando di qualche bug o di leggere "mancanze" dell'IA. Dopo aver eliminato per un certo numero di volte (poco più di 10) i vari nemici, infatti, questi spariranno inesorabilmente dall'ambientazione e sarà necessario sacrificare un oggetto particolare bruciandolo al falò per ripopolare la zona con creature ancora più forti.
"Pur essendo più accessibile, Dark Souls II non ha rinunciato alla sua ricca dose di segreti più o meno difficili da scovare"
Questo contribuisce ulteriormente a creare un equilibrio perfetto, incoraggiando anche strategie alternative per liberare la strada verso boss particolarmente tosti in modo da arrivare indisturbati e senza il rischio di incappare in qualche morte indesiderata.
Tutto questo rende il single player di Dark Souls II un'esperienza avvolgente, una droga cattiva, di quelle da cui è davvero difficile allontanarsi. Per portare a termine la quest principale sono necessarie circa 50 ore di gioco, lasciando però da parte diversi elementi da scoprire. Pur essendo più accessibile, infatti, Dark Souls II non ha comunque rinunciato alla sua ricca dose di segreti più o meno difficili da scovare, spesso sepolti sotto alle informazioni sul lore del gioco elargite dai personaggi non giocanti.
Il fatto stesso che alcuni comprimari si rifiutino di parlare con il protagonista a meno che questi non soddisfi determinati requisiti (valori specifici di intelligenza, fede o di altre caratteristiche legate alle rispettive specializzazioni), spinge a livellare per ottenere nuovi oggetti, nuove informazioni e, in questo modo, completare il gioco al cento per cento.
Fortunatamente From Software ha optato per una formula che permette di continuare a giocare e ad esplorare anche dopo aver abbattuto il boss finale, lasciando comunque aperta la possibilità di attivare in qualsiasi momento il New Game + direttamente dal falò. E questa volta la seconda run non è solo più difficile, ma offre ghiotte ricompense a tutti i temerari che decideranno di accettare la sfida.
"Sul fronte dei boss c'è davvero l'imbarazzo della scelta"
Oltre al vastissimo single player, Dark Souls II offre un multiplayer che espande quanto di buon e interessante avevamo già visto nel capitolo precedente. Ancora una volta è possibile lasciare messaggi con cui aiutare (o confondere) gli altri giocatori e, a patto di essere umani, evocare preziosi alleati per affrontare le fasi più dure del gioco.
Per la gioia dei PK, poi, torna la possibilità di invadere i mondi altrui per sfidarne il padrone a colpi di spada, magie e delle innumerevoli tecniche messe a disposizione dal gioco. Il multiplayer è uno degli elementi su cui gli sviluppatori hanno lavorato con maggiore attenzione, complice l'enorme successo riscosso dal primo Dark Souls nonostante il bilanciamento non certo perfetto.
Mentre nel primo Dark Souls il pvp era limitato alle invasioni o a un'unica zona (quella del bosco difeso dall'apposito Patto), in Dark Souls II le possibilità di scontrarsi con altri giocatori aumentano, visto che nel vastissimo mondo di gioco sono presenti numerose aree pensate appositamente per il pvp.
Anche in questo caso l'azione è legata ad alcuni Patti specifici (quello dei ratti e quello dei custodi della campana, per esempio), ma in generale c'è molta più libertà d'azione rispetto al passato. Alcune Covenant, poi, contribuiscono a rendere ancor più stuzzicante l'esperienza multiplayer grazie all'intervento di ulteriori giocatori.
"Le animazioni dei personaggi hanno fatto un bel passo in avanti grazie al motion capture"
Come da tradizione è possibile contare su una vasta gamma di oggetti con cui bandire eventuali invasori, ma l'aggiunta più interessante è sicuramente quella che riguarda la possibilità di bruciare le effigi umani (l'equivalente dell'umanità del precedente episodio) ai falò per affievolire il legame tra i vari mondi di gioco, in modo da giocare in pace senza troppe interferenze esterne.
Anche se sotto alcuni punti di vista potrebbe sembrare che From Software abbia fatto un semplice copia e incolla dal precedente episodio sono davvero molti gli elementi che fanno capire l'impegno profuso nella realizzazione di Dark Souls II.
L'Intelligenza Artificiale degli avversari è ora molto più bastarda e non è più così semplice cogliere alle spalle per un colpo critico rapido e indolore. Se da una parte si è perso un po' sul fronte del level design (in particolar modo sull'incredibile rete di insospettabili collegamenti tra le varie aree del primo Dark Souls), dall'altra si è guadagnato notevolmente in termini di quantità delle ambientazioni.
Giocando Dark Souls II si esplorano luoghi di ogni genere, dagli immancabili castelli con labirintiche segrete a malefici mulini a vento disseminati di trappole e circondati da gas velenosi, passando perfino per boschi immersi in una nebbia fittissima in perfetto stile Silent Hill. In più di un'occasione capita di trovare riferimenti al capitolo precedente (le palafitte in legno dell'area chiamata Scolo richiamano subito alla mente l'incubo di Blight Town), ma non è detto che questo sia un male.
"Il rischio di trovarsi di fronte a un sequel scialbo realizzato solo per una mera questione economica è scongiurato"
Sul fronte dei boss, poi, c'è davvero l'imbarazzo della scelta. Tra le manciate di bastardissimi soldati semplici che popolano le ambientazioni, infatti, spiccano boss di ogni tipo e dimensione. A seconda della classe di partenza scelta e del modo in cui sceglierete di far crescere il vostro personaggio (incrementando di volta in volta le singole caratteristiche e scegliendo se percorrere la via degli incantesimi, dei miracoli, della piromanzia o del malocchio) potrete trovare più o meno difficili le varie sfide proposte, ma in generale sappiate che le imprecazioni non mancheranno. Garantito!
Chiudiamo questa chilometrica recensione parlando del comparto tecnico, vero punto debole del primo Dark Souls e qui solo in parte migliorato. Se speravate di trovarvi tra le mani un gioco in linea con le migliori produzioni di fine generazione rimarrete delusi, visto che nonostante gli evidenti miglioramenti rispetto al suo predecessore, Dark Souls II non stupisce.
Le animazioni dei personaggi, finalmente realizzate sfruttando il motion capture, hanno effettivamente fatto un bel passo in avanti rispetto al passato, così come la nuova gestione dell'illuminazione (a cui è legato l'uso delle torce per addentrarsi nelle zone più oscure, magari assicurandosi di accendere i vari bracieri sparsi un po' ovunque).
A non convincere, in generale, è la qualità delle texture e la presenza di qualche bug di troppo legato alla gestione della fisica. In diverse occasioni capita di vedere armi fluttuanti o incastrate nei muri, dettaglio non proprio gradevole. A seconda della versione, poi, intervengono problemi di altro genere, come qualche calo di frame rate su PS3 e un pesante tearing su Xbox 360. In generale il tearing è più fastidioso dei rallentamenti, soprattutto perché quest'ultimi non ci sono mai capitati durante i combattimenti.
Nonostante qualche difetto Dark Souls II si conferma all'altezza delle aspettative, rivelandosi un gioco ricco, profondo, coinvolgente e progettato con amore. Il rischio di trovarsi di fronte a un sequel scialbo realizzato solo per una mera questione economica è scongiurato. Ora prendete il portafogli, armatevi di tanta pazienza e andate dal vostro negoziante di fiducia. Probabilmente sarà già lì che inizierete a morire.