Dark Souls II: Scholar of the First Sin - recensione
Il manuale dell'edizione rimasterizzata di qualità.
Mentre i possessori di una PlayStation 4 si stanno godendo Bloodborne, l'ultima fatica del sempre più apprezzato Miyazaki, Bandai Namco e From Software s'apprestano a far uscire una versione riveduta e corretta del loro grande classico.
Con Dark Souls II: Scholar of the First Sin, infatti, gli sviluppatori vogliono offrire ai vecchi fan la versione definitiva di Dark Souls II (in particolar modo sulle piattaforme più performanti, grazie a una serie di accorgimenti tecnici particolarmente apprezzati), dando a chi non ha mai avuto modo di provare il gioco originale, l'opportunità di sperimentare un po' di sano dolore virtuale.
Se non avete letto la nostra recensione di Dark Souls II, vi invitiamo a rimediare al più presto, in modo d'assimilare qualche informazione utile a capire con cosa avete a che fare. Pur trattandosi di una delle tante remastered a cui l'attuale generazione di console ci ha abituato, comunque, Scholar of the First Sin è in grado di offrire qualche interessante sorpresa.
La versione da noi provata è stata quella PS4, che ha messo in mostra una realizzazione tecnica non esaltante ma comunque apprezzabile. La risoluzione e il frame rate sono stati opportunamente aumentati, rendendo l'intera esperienza più fluida e pulita, ma il lavoro di restauro non si è fermato qui.
Seppur in modo poco incisivo, infatti, gli effetti particellari sono stati migliorati, così come la gestione delle fonti di luce, rendendo l'impatto generale nettamente più solido e gradevole rispetto a quanto abbiamo potuto apprezzare su PS3 e Xbox 360.
Sotto molti punti di vista sembra di trovarsi di fronte alla versione PC di Dark Souls II, opportunamente aggiornata, con caricamenti rapidi e una fluidità quasi sempre impeccabile. Purtroppo, nemmeno in questa versione From Software è riuscita a garantire un framerate fisso, visto che in qualche rara occasione capita di assistere a scatti poco evidenti ma comunque percettibili anche da utenti con un occhio meno allenato.
Particolarmente graditi sono gli interventi fatti nel campo dell'illuminazione, che in alcune ambientazioni soddisfano l'occhio con ombre dinamiche ed effetti di luce in grado d'impreziosire ulteriormente gli scorci più evocativi.
Se l'impatto generale è comunque piacevole, a tanti mesi di distanza dall'uscita del capitolo originale emerge chiaramente un'impostazione old-gen, basata su strutture e modelli ormai datati che faticano a convincere sulle piattaforme attuali.
I volti dei personaggi, alcuni dettagli dei fondali, o elementi complessi come le giunture dei modelli poligonali, mostrano in modo spietato le origini tecnicamente modeste del gioco, sottolineando senza pietà i limiti del team di sviluppatori sul fronte della programmazione e dell'ottimizzazione.
Nonostante questo, tuttavia, l'ottimo lavoro artistico che caratterizzava Dark Souls II riesce ancora a garantire il colpo d'occhio ideale per immergersi nelle sue atmosfere e a far chiudere un occhio di fronte ad alcuni scivoloni grafici.
Rispetto a tante altre remastered in circolazione, questa dedicata a Dark Souls II si distingue per il gran numero di elementi inediti che offre agli utenti. Rispetto al titolo originale, infatti, sono stati aggiunti numerosi elementi utili per approfondire ulteriormente il lore, soprattutto quello legato ai DLC, ovviamente inclusi in questo disco.
Alcune parti della mappa sono state leggermente modificate, impedendo l'accesso immediato a determinate zone (come la scorciatoia nelle fasi iniziali, che portava alla bara per cambiare sesso), e costringendo a cambiare leggermente l'approccio alle partite.
Il cambiamento più intrigante, comunque, riguarda la disposizione dei nemici, alterata in modo pesante al punto da spingere anche i fan più accaniti di Dark Souls II a procedere con un approccio cauto e ragionato.
Ogni zona è stata ristudiata in modo da garantire una nuova sfida, ancora perfettamente bilanciata. Alcuni dei cambiamenti effettuati, poi, sono davvero interessanti, e permettono di vedere in modo molto diverso le varie aree del mondo di gioco.
Le modifiche, inoltre, non coinvolgono solo il posizionamento di nemici e creature ma anche quello di alcuni oggetti o NPC. Ciò va a modificare ulteriormente i ritmi del gioco, cambiando lo svolgimento classico dell'avventura e garantendo quel pizzico di pepe extra a chi voglia immergersi ancora una volta nel pericoloso regno di Drangleic.
Preparatevi a incontrare il Persecutore quando meno ve l'aspettate, o ad avere a che fare con draghi sputafuoco in zone dove vi sareste aspettati semplici cavalieri in armatura. Preparatevi anche ad avere a che fare con nuovi, letali, NPC, mai apparsi nella versione base del gioco.
Dark Souls II: Scholar of the First Sin è un titolo solido, che pur non potendo contare su una realizzazione tecnica impeccabile è perfettamente in grado d'incatenare i giocatori alla console o al PC.
I numerosi cambiamenti apportati rendono questa versione un must buy per chi non abbia ancora avuto il piacere di giocare Dark Souls II, e un acquisto da prendere in considerazione anche per chi abbia già speso diverse ore in compagnia del titolo di From Software.
Gli unici che possono pazientare prima di strisciare la carta di credito sono gli utenti PS4, che al momento hanno già modo di soddisfare la propria fame di Souls con l'ottimo Bloodborne. Il tempo per una nuova passeggiata in quel di Drangleic, comunque, arriverà anche per loro.
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