Dark Souls 3: Ashes of Ariandel - recensione
Il passo falso di From Software.
Questa volta From Software ci ha davvero deluso. Non tanto per la qualità dei contenuti presenti in Ashes of Ariandel, primo DLC di Dark Souls 3, quanto per il terribile rapporto durata/prezzo. Pur proponendo ambientazioni interessanti e dal design curato, nuove tipologie di nemici e due boss particolarmente ostici (soprattutto quello finale), questo contenuto scaricabile mette poca carne al fuoco al costo di ben 14,99 euro.
Per gli amanti di lore, trama e riferimenti vari, questo breve DLC riserva una manciata di informazioni gradevoli, con riferimenti più o meno evidenti al Mondo dipinto di Ariamis, che tanto abbiamo amato nel primo Dark Souls.
Rispetto al resto del gioco si vive uno stacco netto dettato dall'ambientazione innevata, in evidente contrasto con il tema delle fiamme su cui si sorregge il terzo capitolo della saga From Software.
L'ennesimo rimando ai precedenti episodi potrebbe però avere un impatto negativo sui giocatori. Le similitudini tra l'ambientazione del DLC e il già citato Mondo dipinto di Ariamis, infatti, sono fin troppo marcate e garantiscono un costante senso di deja-vu.
La cosa più interessante del pacchetto è il modo in cui dialoghi e personaggi si adattano in base a quanto fatto nel gioco originale. Se affronterete questa sfida aggiuntiva dopo aver completato la missione di Yuria di Londor, per esempio, verrete premiati con alcuni interessanti extra.
Il buon lavoro fatto sul fronte del lore, però, viene rovinato dalla brevità del DLC. Il fatto di avere a disposizione solo una nuova area rende tutto fin troppo breve, tanto che vi ritroverete a posare il joypad dopo circa quattro ore. Un po' di più, se il boss finale dovesse rivelarsi troppo forte per il vostro personaggio.
Nemmeno le nuove armi, le armature e gli incantesimi inediti bastano per risollevare la situazione. Pur presentando qualche esemplare interessante, infatti, difficilmente il DLC riuscirà a farvi abbandonare le armi e le armature preferite trovate fino a quel momento.
L'unico motivo per non allontanarsi di nuovo dal gioco una volta completato il DLC è rappresentato dall'arena pvp, aggiunta interessante che a dirla tutta sarebbe dovuta essere presente già nel gioco originale. Per accedere all'arena è necessario battere il boss opzionale del DLC.
Fatto questo è possibile esibirsi in una serie di incontri pvp, finalmente regolamentati dal gioco stesso e non più improvvisati dagli utenti, orfani di una simile possibilità. Oltre ai classici scontri uno contro uno, nell'arena è possibile optare per varianti interessanti come le battaglie a squadre o le enormi mischie tutti contro tutti, capaci di garantire grandi soddisfazioni.
La cosa più interessante è che, finalmente, l'uso delle fiaschette Estus viene regolamentato dal gioco stesso, mettendo un taglio alla faida che da tempo divide la community pvp di Dark Souls 3. Peccato solo che, essendo legata al DLC, l'arena non verrà sfruttata da tutti i potenziali giocatori, limitando di fatto l'espansione del Fight Club.
Se non fosse stato per l'arena e per il bellissimo scontro con il boss finale, avremmo tranquillamente dato l'insufficienza ad Ashes of Ariandel. Se adorate Dark Souls vi consigliamo di acquistare comunque il contenuto scaricabile ma solo quando lo troverete in offerta.
A questo punto non ci resta che sperare che Miyazaki e From Software diano il massimo con il prossimo DLC, ufficialmente previsto ma non ancora annunciato. Speriamo che la prossima volta riescano ad essere convincenti, come in occasione dell'ottimo DLC di Bloodborne.