Dawn of War 2: Retribution
L’Exterminatus sta arrivando...
Una bella sorpresa che trova un contraltare immediato nel singleplayer. Molti tra voi ricorderanno le critiche mosse a DOW2 che includeva solo la campagna degli Space Marine: ebbene, in Retribution tutte le razze hanno la loro campagna singola che porta eroi e truppe al seguito ad attraversare una serie di scenari predefiniti.
Il problema è che, dopo un abile lavoro di riciclaggio da parte di Relic, la campagna SP è praticamente identica per tutte le fazioni: cambiano i dialoghi e i nemici ma le mappe, i percorsi e gli obbiettivi sono sempre gli stessi. In pratica, giocato il singleplayer con una fazione, lo avete giocato con tutte.
Del resto non ci si poteva aspettare che un gioco concepito per essere un add-on fosse superiore al capostipite della nuova serie. Questo anche alla luce del fatto che, dal punto di vista del gameplay di fondo, se si esclude l'aggiunta di una nuova unità per ogni fazione (e un nuovo eroe per la modalità Last Stand), poco o nulla è cambiato rispetto a Dawn of War 2.
Una logica conseguenza della totale compatibilità dei tre titoli sul fronte del supporto multigiocatore, una politica che Relic persegue fin dai tempi del primo Dawn of War e relative espansioni.
La filosofia del cap limit strettissimo che obbliga a sviluppare al meglio le capacità degli eroi e dei sette/otto gruppi (o singole unità) che è possibile produrre durante una partita, è in linea con quanto messo in mostra nel gioco originale e, come in quell'occasione, ribadisce la volontà di Relic puntare su un modello di gameplay che negli ultimi tempi ha riscosso un discreto successo di pubblico.
Niente strutture da edificare ma solo la necessità di controllare le zone della mappa in cui sono presenti i generatori di energia o di punti retribuzione, sono i tratti salienti di un prodotto che concede molto poco alla tattica dettata dalla conformazione dello scenario e moltissimo alla bravura del giocatore nell'essere ovunque e in nessun posto in ogni momento della partita.
Con questi presupposti, il giudizio finale su Retribution non può che essere la valutazione incrociata di tre elementi ben distinti tra loro che sono la qualità intrinseca del gioco, il prezzo cui viene venduto e l'eventuale possesso di una copia del Dawn of War 2.
Sorvolando sul singleplayer riciclato del quale abbiamo già parlato, non ci sono dubbi sul fatto che il multiplayer competitivo e cooperativo (ammesso che vi piaccia il gameplay in stile pochi ma buoni di Relic) abbia tantissimo da offrire grazie a sei razze da giocare in lungo e in largo per un bel po' di tempo.
Queste qualità cambiano completamente la prospettiva a seconda se siate già felici possessori di DOW2 oppure no: nel primo caso la corsa all'acquisto ha senso tanto quanto può essere alto il vostro interesse per le due razze nuove, con la consapevolezza del fatto che Retribution non rappresenta un deciso passo in avanti per la serie in termini di gameplay.
Una prospettiva che si ribalta completamente per chi Dawn of War 2 l'ha lasciato sullo scaffale in attesa di tempi migliori e, soprattutto, di un prezzo decisamente più amichevole quali sono i ventinove euro di Retribution su Steam.
Il gioco vale quindi la spadacatena? A voi e alla vostra malattia per tutto quanto è Warhammer 40000 l'ardua sentenza.