Dead Island 2: a volte ri-ritornano - prova
California zombing.
Avendo visto l'Umanità che vive a Los Angeles, non siamo poi così convinti che un'apocalisse zombie peggiorerebbe le cose. D'altra parte, quale messaggio satirico migliore che popolare di essere privi di cervello una West Coast che sa essere allo stesso tempo frivola, affarista, surfista, maniaca del fitness, obesa, hippie e materialista?
Non sapendo però quanto del significato allegorico degli zombie sia presente in Dead Island 2, ci possiamo limitare a dire che ci troviamo di fronte a un titolo potenzialmente interessante, con un'ottima ambientazione, che ha il gravoso compito di far dimenticare i bug e i glitch che funestavano il primo capitolo.
Al timone stavolta c'è Yaeger, che nel carnet ha pur sempre Spec Ops: The Line, quindi merita tutta la nostra attenzione quando presenta un nuovo prodotto, anche se non è un originale. Essendo ambientato in California, Dead Island 2 ci accoglie con sole, palmeti, villette, spiagge chilometriche e, ovviamente, zombi a secchiate. La demo che abbiamo avuto modo di provare si svolgeva in un sobborgo losangelino pieno di case a schiera, con tanto di giardino sul retro e piscina, dove pascolavano vari tipi di zombi.
Nel gioco completo potremo schiacciare teste e far saltare braccia a San Francisco, Venice Beach, Hollywood, Santa Monica e Los Angeles, campi da golf compresi. In teoria ci sarebbe anche un'altra zona, ma Deep Silver e Yager hanno la bocca cucita in proposito.
Per quanto riguarda la grandezza della mappa è difficile fare dei paragoni al momento ma stando a quanto dichiarato dagli sviluppatori presenti, per guidare da Hollywood a Venice Beach ci vogliono circa 10 minuti, quindi c'è tutto lo spazio che vi serve per le vostre scorribande anti-zombie.
La demo che abbiamo avuto modo di provare è stata abbastanza rozza, il che è perfettamente normale per una pre-alpha. Qua e là ci sono capitati glitch, collisioni un po' a caso e zombi che rimanevano fermi a farsi menare come se non fosse un problema loro. Lo riportiamo per completezza ma è normale che sia così, dato che il gioco è nelle sue fasi iniziali e la demo è stata assemblata esclusivamente per darci un po' di carne da mettere sotto i denti.
Gli zombi presenti nella demo erano abbastanza classici: c'erano quelli che a malapena potevano camminare e che si facevano ammazzare docilmente, quelli che correvano e un paio di tizi più tosti. Come i Suiciders, che si fanno saltare per aria non appena vi si avvicinano, sfruttando le loro enormi e schifose sacche di pus; o i Thugs, grossi e in grado d'incassare una discreta quantità di danni e infliggerne altrettanti.
Purtroppo il sistema di smembramento degli zombi non è preciso come nel primo capitolo, anche se i Thugs si riempiono di tagli, lividi e bruciature in base alla vostra arma. Yager ha infatti preferito lanciarvi contro molti più zombie, circa 50 su schermo per volta, e rimanere abbastanza generica sul modo in cui braccia, gambe, teste e torsi volano per aria.
Dato che il gioco ha una sua componente RPG, data da crafting, abilità e punti esperienza, non potevano mancare le classi. Dead Island 2 ne offre quattro ma solo due erano utilizzabili durante la demo. A nostra disposizione c'era Ryan, ovvero il Berserker, lento negli attacchi e nel movimento, ma dotato di una mazza in grado di spappolare uno zombie con un colpo solo o lanciarli per aria; e poi c'era Dani, la Runner, che all'approccio frontale preferisce una serie di attacchi veloci e coltellate alle spalle. A loro si aggiungeranno la Hunter, una tizia esperta in balestre, fucili e attacchi a distanza, e il Bishop, a cui competono cure e attacchi ad area.
Obiettivo della demo era farsi largo nel quartiere e collezionare oggetti in grado di modificare al volo le nostre armi. Per prima cosa, entrando in un negozio di elettronica abbiamo potuto collegare delle batterie alle nostre armi corpo a corpo, così da aggiungere una scarica elettrica ai colpi, o magari utilizzarla in accoppiata con un fucile a pompa per dare un tocco in più alla scarica di pallettoni.
Il secondo step prevedeva un passaggio dal benzinaio per rubare un po' di benzina, ma lo spawn continuo di alcuni Suicider ha reso la cosa più complessa del previsto. Una volta ottenuto il combustibile abbiamo potuto legare le nostre armi a delle specie di fiamme ossidriche, così da creare una specie martello di fuoco e una pistola in grado di lanciare proiettili infuocati.
Scopo finale della demo è stato difendere con tre colleghi un cancello che separava un gruppo di sopravvissuti da orde di zombi sempre più numerosi e agguerriti, tanto per avere un esempio di ciò che potrebbe capitarci esplorando il mondo di Dead Island 2 insieme ad amici o a perfetti sconosciuti.
Il gioco è infatti dotato di un multiplayer "invisibile" che, un po' come Destiny o Journey, vi permette di unirvi fino a un massimo di otto giocatori senza che vi sia una vera e propria richiesta di fare gruppo; ovviamente chi evita di restare solo avrà maggiori chance di sopravvivenza.
Per quanto riguarda il combattimento, lo stile è molto simile al capitolo precedente, e ancora una volta sarà importante usare il calcio per cavarvela anche nella peggiore delle situazioni. Con questa mossa potrete infatti allontanare gli zombi troppo pressanti e ottenere un po' di spazio per caricare il colpo, oppure schiacciare loro la testa quando sono a terra. Volendo potrete anche calciare gli zombi sulle ginocchia, farli cadere e finirli con tutta calma. In generale, saper utilizzare il calcio al momento giusto aumenterà di molto le vostre probabilità di sopravvivenza.
Durante la demo avevamo un solo tipo di attacco corpo a corpo, ma se colpirete durante la corsa il colpo cambierà, invece di colpire ad arco vi lancerete in un affondo, che in alcuni casi vi permetterà di passare da parte a parte gli zombi più deboli.
Nonostante la rozzezza della demo, dobbiamo ammettere che Dead Island 2 si è rivelato per quel che è: un titolo semplice e ironico che vuole soltanto farvi eliminare il maggior numero di zombi nel modo più creativo possibile. L'ambientazione c'è ed è forse una delle migliori per un mondo pieno di non morti, la storia ci dovrebbe essere (o almeno una parvenza di linea narrativa che lega le varie ambientazioni), e lo splatter pure. Se Yager riesce a combinare bene questi tre elementi potremmo avere una piacevole sorpresa nella primavera del 2015.