Dead Rising 2
La caccia allo zombie è aperta!
Nel primo gioco si era sì costretti a prendere delle decisioni più radicali ma questo, come il limite di tempo di cui parlavo prima, aggiungeva un elemento di "pressione" a un gameplay che altrimenti sarebbe stato simile a tanti altri.
Lungi da me, però, mettere il sistema di salvataggio di DR2 tra i difetti del gioco: diciamo che è più che altro una questione di gusti che non influisce minimamente sul giudizio globale.
I (pochi) problemi di Dead Rising 2 risiedono secondo me in altri luoghi (e in altri laghi, se volete). In primis vanno bacchettati gli sviluppatori per non aver migliorato la precisione con cui si possono prendere e utilizzare gli oggetti. Già in Case Zero mi accorsi di questo difetto, ma speravo che nel gioco principale sarebbe stato corretto.
Riuscire a selezionare un'arma o un accessorio in uno scaffale pieno può a volte essere più difficile del previsto, specialmente se dietro di voi avete una ventina di zombie che vogliono stuzzicarsi i denti con le vostre tibie.
Altro neo fastidioso: i tempi di caricamento. Capisco che rispetto al primo Dead Rising il numero di zombie sia aumentato notevolmente ma dover (a volte) attendere una decina di secondi per il caricamento di ogni area (anche con il gioco installato) non contribuisce certo a tenere alta la tensione. Fortunatamente non siamo ai livelli disastrosi del primo Resident Evil Outbreak, ma si poteva sicuramente ottimizzare questo aspetto.
E infine... ma vi sembra normale che in un posto come Las Vegas (perché quella è Las Vegas) non si possa consultare una cartina al volo mentre si cerca una via di fuga? Ok, sicuramente il mio senso dell'orientamento è paragonabile a quello di un palo della luce e la freccia su schermo che indica l'obiettivo successivo è utile, ma l'aggiunta di una mini-mappa sarebbe stata decisamente gradita.
Nonostante questi piccoli difetti, comunque, non posso che fare un applauso a Blue Castle Games: quando questo team venne incaricato dello sviluppo di Dead Rising 2, furono in molti a pronosticare una fine prematura per la serie Capcom. Quello che ci troviamo di fronte è invece un ottimo sequel, che ammorbidisce alcune spigolosità del predecessore, lascia intatti molti degli elementi che ne avevano decretato il successo e ne aggiunge alcuni nuovi che esaltano la giocabilità.
Tra questi troviamo anche le modalità multiplayer, sia competitive che cooperative. Le prime consistono in una serie di sfide il cui unico scopo è capire chi tra i quattro giocatori in gara sia in grado di eliminare più zombie in un intervallo di tempo predefinito. In questi giochi poi si guadagnano soldi, che possono poi essere spesi nell'avventura principale.
Il co-op invece è per certi versi assimilabile a quello di Fable II... in meglio. L'host ospita un Chuck "gemello" nella sua partita e insieme si procede nella storia come se si trattasse di una partita in single-player. Personalmente ho sempre preferito giocare titoli simili da solo ma ammetto che qualche sessione in compagnia, utile fra l'altro per progredire di livello, non è male... anche se, in questi casi, i problemi di fluidità sottolineati in precedenza peggiorano ulteriormente.
Nonostante non sia perfetta, allora, l'ultima fatica Capcom/Blue Castle è senza ombra di dubbio uno dei titoli da avere in questo inizio di stagione videoludica. Posso tranquillamente dire di essere rimasto pienamente soddisfatto dall'esperienza vissuta con Dead Rising 2, che a tutti gli effetti ha ormai affiancato Resident Evil nel mio cuore di "zombofilo".