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Dead Space

Spezzatino di alieno in arrivo.

Sul versante del ritmo e del bilanciamento, Dead Space perde invece qualche punto. Gran parte del gioco vi vedrà impegnati ad andare avanti e indietro lungo la nave su richiesta di Kendra ed Hammond, con lo scopo di rimettere in sesto la baracca. Ogni volta che avrete sistemato qualcosa e decimato schiere di nemici, uno dei due spunterà fuori a dirvi di cercare o sistemare qualcos'altro. La cosa si protrae talmente a lungo che a momenti ci aspettavamo di essere mandati in cerca di un toner per la fotocopiatrice o di un panino al salame. Ogni lavoro di manutenzione prende avvio sotto forma di piccoli puzzle, facilmente risolvibili usando alternativamente Stasis o Kinesis e un pizzico d'ingegno. Ci saranno ovviamente momenti di puro terrore, ma generalmente il titolo fatica a mantenere il pathos iniziale.

Ciò che dovrebbe essere una estenuante lotta per la sopravvivenza sembra diventare una serie di faccende domestiche, e costringe il giocatore ad una prevedibile routine per due terzi del gioco. In un titolo basato su atmosfere horror, niente mina la tensione più della prevedibilità dell'azione, e se a ciò aggiungiamo dialoghi non troppo brillanti, be', risulta evidente che su questi importanti aspetti del gioco bisognava prestare maggiore attenzione in sede di sviluppo.

Altra cosa che non aiuta è la quantità di elementi presi in prestito da altri titoli (vedi il già citato Resident Evil 4), che nonostante l'indubbio appeal e le moderate innovazioni sanno comunque di già visto. Dead Space offre negozi automatici attraverso cui è possibile incrementare il potere delle nostre armi, fare scorta di munizioni e medicamenti, vendere gli oggetti indesiderati e riporre alcuni oggetti in un posto virtuale, alla stregua dei ben noti bauli del classico Capcom. Il potere Kinesis non è altro che la gravity gun di Half Life 2 ma con un altro nome, mentre gli effetti al rallentatore di Stasis non possono che rimandare a quanto visto in giochi sulla falsariga di TimeShift.

Appare chiara quindi la volontà degli sviluppatori di rimaneggiare (con cura) parecchi degli elementi vincenti noti al genere, senza eccessivi stravolgimenti o intuizioni particolarmente brillanti, ma giusto con l'intenzione di offrire un'esperienza di gioco appaggante e variegata. Il risultato non è certamente deludente, anzi, ma una dose di coraggio in più in fatto di sperimentazione avrebbe senza ombra di dubbio giovato all'intero lavoro.

La regola d'oro è: spara subito a qualsiasi cosa abbia le sembianze di carne snguinolenta.

Nonostante il fantastico motore del gioco, EA sembra pertanto aver peccato di pigrizia, seguendo quei binari ormai fin troppo conosciuti dagli esperti del genere. Chi è cresciuto a pane e survival horror saprà di certo prevedere e arginare con estrema facilità anche le situazioni più pericolose (che non sono molte, comunque.) Ciò alla lunga non fa che ledere il pathos di trama e ambientazioni, facendo perdere al gioco una discreta parte del suo immenso potenziale.

Lo stesso Isaac non si rivela poi un personaggio così carismatico. Il suo obiettivo primario all'interno della storia è quello di trovare la fidanzata scomparsa, ma in buona parte del titolo questo elemento (decisivo) non ha avuto il risalto che meritava. Il Gordon Freeman di Half-Life è un silenzioso testimone di eventi apocalittici, tutta la sua storia la viviamo attraverso i suoi occhi, e pertanto non ha alcun bisogno di aggiungere ulteriori commenti emozionali alla vicenda. Isaac, invece, risulta essere più un automa, un personaggio quasi privo di emozioni persino nelle situazioni più claustrofobiche e disperate.

Tali critiche, certamente dovute in sede di recensione, non vi impediranno comunque di godervi il gioco, a patto di volersi accontentare di una grafica splendida e di tanta azione, adrenalinica e raccapricciante in ogni suo dettaglio. Da questo punto di vista, Dead Space saprà farvi felici, ma di sicuro non si rivela quell'esperienza memorabile che avevamo sperato di trovare.

7 / 10