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Dead Synchronicity: Tomorrow Comes Today - recensione

Tra Monkey Island e Mad Max.

L'aggettivo 'maturo' viene spesso rincorso da molte produzioni videoludiche di tutte le fogge, ma altrettanto spesso si rivela un obiettivo elusivo. A volte, lo studio di turno ricorre a sesso e violenza come a temi caldi sui quali puntare per dare connotazioni più adulte al suo titolo (e non è raro che si cerchi volutamente un determinato rating), con il risultato che questi elementi non si integrano naturalmente nel complesso e stonano.

Questa premessa è inerente a Dead Synchronicity: Tomorrow Comes Today perché Fictiorama Studios ha deciso di affrontare con la sua avventura punta e clicca nientemeno che il tema della fine del mondo, con tutto ciò che ne consegue... o almeno, questo è ciò che sembra nelle fasi iniziali, mentre più avanti si scopre che le cose stanno andando in una direzione ancora peggiore.

E tutto questo, il protagonista del gioco lo scopre di soprassalto, svegliandosi senza alcun ricordo della sua vita passata e in un mondo che non riconosce, distrutto da una catastrofe nota come Grande Onda. Solo un nome, Michael, pronunciato nei suoi sogni da una voce, costituisce il sottile filo che lo lega al passato.

I personaggi sono poco elaborati sia nell'aspetto che nelle animazioni, ma il loro stile si sposa bene con l'ambientazione.

Il viaggio di Michael alla ricerca della sua identità procede parallelamente a quello che lo porterà ad attraversare parte del pericoloso mondo di Dead Synchronicity, fatto di esseri umani ormai privi di scrupoli e per cui l'etica è spesso solo una parola priva di importanza, appartenente a un passato improvvisamente scomparso.

Lo svolgimento dell'avventura procede secondo i tradizionali canoni del punta e clicca, senza particolari soluzioni da segnalare. Dopotutto, la formula è ormai collaudata da decenni e non sembra avere molto di nuovo da dire. Qualche soluzione più eclettica si intravede invece nella composizione delle scene, a volte composte da più stanze legate come vignette tra cui il protagonista si muove. La stessa soluzione viene adottata, in maniera abbastanza efficace, per descrivere in maniera non totalmente statica qualche sequenza più d'impatto, solitamente di natura violenta.

Il valore di un'avventura, però, sta più nell'ambientazione e nella bontà degli enigmi. Per quanto riguarda la prima, Fictiorama Studios ha fatto un buon lavoro spalmando abbastanza credibilmente tutti i concetti fondamentali del nuovo mondo in rovina in poche ore, e il protagonista privo di memoria è perfetto per affrontare da zero l'avventura in un mondo del tutto nuovo con le sue particolari regole da apprendere.

Gli elementi più forti di cui parlavamo all'inizio sono evidenti da subito: il mondo di Dead Synchronicity è dominato dalla violenza e non c'è più rispetto per la vita umana. Militari, sciacalli e traditori fanno valere la legge del più forte o privo di scrupoli, e imbattersi in due criminali che costringono alla prostituzione una ragazza indifesa con problemi mentali è veramente crudo e disturbante, non a causa di elementi particolarmente espliciti mostrati su schermo ma dei dettagli che permeano dialoghi e scenari.

Michael stesso, nel corso del recupero della sua identità, si troverà a fare i conti con azioni pericolosamente in bilico tra ideali e la nuova realtà che l'uomo disprezza dal principio. In questi casi, la struttura rigida di un'avventura non permette scelte moralmente più accettabili, ma si tratta di una forzatura che pare inevitabile e che comunque serve a dare corpo all'ambientazione. D'altronde, se un uomo vivo non ha praticamente valore, è logico che pensare a un cadavere come a un oggetto da sfruttare non sia fuori discussione... e non diciamo altro per non rovinare colpi di scena o enigmi.

Lo stile grafico si sposa sorprendentemente bene con l'atmosfera dark, nonostante i protagonisti sembrino imparentati con quelli di classici del genere: uno dei primi personaggi incontrati, ad esempio, gesticola in un modo che mi ha ricordato vagamente Stan di Monkey Island. L'insieme convoglia però a dovere la sensazione di cupa disperazione che pervade l'angolo di mondo in cui Michael si ritrova a muoversi.

Gli enigmi viaggiano invece su una media abbastanza stabile, senza picchi troppo astrusi che portino ad arenarsi o passaggi troppo facili, con l'eccezione di un piede di porco che forse alla fine risulta più utile a Michael che a Gordon Freeman in Half-Life.

A conti fatti, è da notare che Dead Synchronicity non è composto di moltissime 'stanze', ma la durata dell'avventura si bilancia bene con gli ambienti esplorabili. Va detto che Tomorrow Comes Today è solamente il primo Dead Syncrhonicity e che un secondo episodio è in fase di pre-produzione, ma la serie si basa su una formula 'classica' piuttosto che su quella, sempre più in voga, a episodi. In questo caso, l'avventura ha un suo compimento che unisce una rivelazione finale con un cliffhanger senza lasciare il giocatore a bocca asciutta nel mezzo di più atti.

Quello di Dead Syncrhonicity è un mondo ormai allo sbando. Lo spettacolo macabro offerto da questo parco non è neanche il peggiore a cui Michael si ritroverà ad assistere.

L'efficace ambientazione porta però anche un difetto congenito da non sottovalutare, vale a dire lo scenario minaccioso solo in apparenza per il protagonista. Michael può provocare soldati armati o criminali privi di scrupoli, infiltrarsi in posti off-limits e ficcare il naso dove non dovrebbe, ma non ci sono ovviamente pericoli veri che possano portare al game over, e anche se ce ne fossero si tratterebbe solo di ripartire da un checkpoint senza benefici tangibili in termini di gameplay. L'avventura però non ne soffre particolarmente, offrendo altri punti d'interesse che la sostengono durante lo svolgimento.

In conclusione, un ottimo debutto di Fictiorama Studios, che è riuscita a toccare tematiche interessanti senza dimenticarsi di realizzare un'avventura avvincente e ben calibrata dal punto di vista della difficoltà. Immancabile segnalazione, infine, per i sottotitoli italiani che permettono di godersi l'avventura anche a chi non ha confidenza con l'inglese.

8 / 10
Avatar di Emiliano Baglioni
Emiliano Baglioni: Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.

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