Dead to Rights: Retribution
Un action fotocopia travestito da sequel.
Tecnicamente ci si aspettava qualcosa in più dalla Volatile Games. Dead to Rights: Retribution sembra addirittura aver fatto un passo indietro rispetto alla versione che avevamo provato poco meno di un anno fa durante un evento dedicato alla nuova line-up Namco-Bandai. La demo di allora proponeva una quantità di effetti decisamente maggiore, che in questa versione finale sembrano essere stati un po' sacrificati, forse sul sacro altare della fluidità di gioco, in effetti buona.
I modelli poligonali, fatta eccezione per quelli principali, sono scarni e non è raro vedere gli stessi ripetuti più volte nel corso dello stesso livello. Le animazioni di Jack, Shadow e comprimari non erano fantascientifiche allora e non lo sono neanche adesso, ma nel frattempo sono uscite decine di giochi simili che hanno alzato notevolmente l'asticella della qualità media.
Ecco perché ad oggi risulta inaccettabile vedere Shadow che si gira con scatti di 90° senza alcuna animazione intermedia, che soffre di fremiti incontrollati durante un appostamento o, peggio ancora, l'effetto “pattinamento” della maggior parte dei protagonisti... neanche si trovassero su una lastra di ghiaccio!
Qualche sforzo in più è stato fatto per la buona precisione della mira (volendo si può anche disarmare un nemico colpendolo sulla mano che tiene l'arma) e l'intelligenza artificiale, anche se in giro si è visto comunque di meglio. Il sonoro fa il suo dovere con buone ma non indimenticabili musiche di sottofondo, discreti effetti sonori (anche se avremmo apprezzato una maggiore “potenza” nell'audio delle armi) e un doppiaggio in Inglese, con sottotitoli in Italiano, di ottimo livello.
Discorso longevità: da un gioco in cui sono totalmente assenti modalità multiplayer che invoglino a inserire nuovamente il disco nella console, ci saremmo aspettati un'avventura principale decisamente più lunga e un'esperienza di gioco varia, per quanto possibile in un gioco che non fa certo dell'originalità il suo punto di forza. Purtroppo invece Dead to Rights: Retribution non dura che una manciata di ore, esaurite le quali diventa un posto in più occupato sullo scaffale.
Solo i cercatori più incalliti potrebbero decidere di riprendere l'avventura per recuperare tutti i distintivi (gli unici collectible del gioco) o magari per sbloccare quegli ultimi Obiettivi e Trofei che mancano dopo il primo playthrough.
Basta tutto questo per far guadagnare a Dead to Rights: Retribution un posto di riguardo nella vostra collezione? Probabilmente no, così come non basta un'avventura troppo corta e lineare, qualche uccisione particolarmente sanguinolenta e un sistema di combattimento immediato ma non profondissimo, per elevare il titolo Namco-Bandai sufficientemente sopra la media.