Death Stranding: Director's Cut - recensione
Il Grande Messo è tornato, più bello e in forma che mai.
Sembra esser passato solo qualche mese dall'uscita di Death Stranding su PlayStation 4, eppure ci troviamo di nuovo qui, a distanza di quasi due anni, a discutere ancora del primo titolo di Kojima Productions, questa volta nella sua versione definitiva e next-gen.
Possiamo dire fin da subito che Death Stranding Director's Cut, questo il nome della nuova edizione, ci ha decisamente confermato il giudizio maturato durante la nostra prima recensione: pur con i suoi problemi, il titolo ha mantenuto intatto il suo fascino, il suo potere di calamitante assuefazione, tanto nelle meccaniche di gioco, quanto nella sua estetica semplicemente unica.
Non possiamo che ribadire quanto eccezionale sia stato il lavoro svolto dalla software house nel creare la componente audiovisiva del titolo e che, nel caso di Death Stranding Director's Cut, viene accompagnata sapientemente anche dal feedback sonoro e aptico del controller DualSense.
Rimangono, ovviamente, tutte quelle sbavature strutturali del gioco originale: un'intelligenza artificiale alquanto limitata; una fisica dei veicoli, specialmente i quattroruote, che ogni tanto dimentica le regole della gravità terrestre; una grafica di menu e sottomenu, per quanto elegante, che talvolta causa confusione e difficoltà di lettura, soprattutto durante le prime ore di gioco.
A distanza di circa un anno dal rilascio dell'edizione PC del titolo, Death Stranding Director's Cut permette anche ai giocatori console di godere di prestazioni grafiche e tecniche superiori: supporto a mouse, tastiera e widescreen, la possibilità di attivare HDR e risoluzione 4K, o "semplicemente" massimizzare le prestazioni in termini di framerate fino a 60 solidissimi fotogrammi al secondo e con schermate di caricamento pressocchè inesistenti.
A tutto questo si aggiungono anche la Modalità Foto e tutte le missioni di collaborazione già viste su "master race", necessarie per l'ottenimento d'equipaggiamento ispirato a Portal, Half-Life e Cyberpunk 2077.
Ma, ovviamente, le novità non finiscono qui: Death Stranding Director's Cut offre infatti novità esclusive, assenti anche dalla versione PC del titolo. Chi si fosse preoccupato alla vista, nel trailer di presentazione, di nuove strutture "game breaking" dell'equilibrio di gioco, può dormire sogni tranquilli: i ponti chirali, le catapulte per le consegne e i buddybot non saranno infatti disponibili fin da subito, ma verrano sbloccati con il proseguire della storia, grazie a nuove e specifiche missioni.
Oltre a tutto quello già elencato, inoltre, Death Stranding Director's Cut offre nuovi colori e opzioni di personalizzazione per veicoli, tute, zaini e BB pod, tutti elementi limitati al flavour e dall'impatto nullo dal punto di vista del gameplay, ma che sono sempre e comunque benvenuti.
Per quanto riguarda i nuovi metodi offensivi a disposizione del protagonista, non saranno certo nuove mosse melee o una nuova arma non letale ad alterare l'equilibrio dei (già troppo facili) combattimenti del titolo. A tal proposito, però, vanno assolutamente menzionate le novità più succose presenti in Death Stranding Director's Cut.
Da una parte, avremo infatti la possibilità di costruire una pista da corsa e competere in veri e propri circuiti di velocità, per superare i nostri record personali, ma anche e soprattutto quelli degli altri giocatori, durante le corse classificate; va detto che questa modalità ci abbia convinto solo in parte, complice la già citata e criticata fisica dei veicoli.
È anche presente una nuova area di gioco, che offre un breve, ma molto interessante approfondimento sui BB e sul passato di Fragile; una più che benvenuta integrazione alla narrazione del titolo, che però porta ancor di più alla luce quanto prezioso sarebbe, anche in modo retroattivo, l'annuncio di un sequel che non abbandoni a se stessi tutti i loose - o meglio, stranded - ends di questa grande e controversa opera d'Hideo Kojima e del suo studio di sviluppo.
La più riuscita, fra le aggiunte di questa versione definitiva, è stato senza dubbio il poligono di tiro e, in generale, le "Missioni VR": proprio come nel caso delle corse a tempo, il risultato ottenuto sarà condivisibile online, all'interno di classifiche fra giocatori.
Oltre a essere un modo intelligente di aumentare la longevità dell'esperienza, stimolare l'attività all'interno dei server e ampliare la componente arcade del titolo (ricordiamo infatti che le sezioni sparatutto del Death Stranding originale erano tanto appaganti quanto brevi e sparute), tutto questo partecipa anche alla metanarrazione del gioco: abbiamo infatti davanti una forma più evoluta del Social Strand che lega "i Sam" di tutto il mondo nella ricostruzione dell'America, proprio attraverso il supporto reciproco e la sana competizione: insomma, viva la Mipiacina e la Corda, abbasso il Bastone, anche quando si tratta di sfide PvP.
Ultimo, ma non meno importante: Death Stranding Director's Cut permette l'importazione degli originali salvataggi PlayStation 4, in modo da lasciare ai giocatori la scelta di vivere un'avventura ex novo, o ripartire esattamente da dove erano rimasti; in questo caso, anche tutti i trofei ottenuti fino a quel momento, platino compreso, saranno nuovamente sbloccati al momento dell'avvio della partita.
È improbabile che chi abbia detestato Death Stranding nella sua prima versione possa veder cambiare il proprio giudizio al riguardo; al contrario, chi lo ha atteso e apprezzato non dovrebbe proprio lasciarsi sfuggire l'occasione di rivivere la storia di Sam Porter Bridges.
Death Stranding Director's Cut sarà disponibile a partire dal 24 settembre per PlayStation 5, al prezzo di €49,99 in edizione Standard e €59,99 in edizione Deluxe. Qualora possediate già l'edizione PlayStation 4, l'upgrade next-gen costerà €9,99.