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Deathspank

Il ritorno di Ron Gilbert su PSN e XBLA.

Ron Gilbert è un simpatico uomo di 46 anni. La sua faccia pacioccosa potrebbe farlo sembrare il fratello maggiore di Jack Black e, in effetti, con l'attore di School of Rock il buon Gilbert condivide un'anima genialoide e un po' pazza. Se dopo aver letto queste righe ancora vi state chiedendo chi sia, le cose sono due: siete nati meno di 15 anni fa oppure giocate solamente a sparatutto in soggettiva, giochi di calcio e di corse.

Ron Gilbert ha da sempre legato il suo nome a LucasArts e per questa compagnia ha realizzato cinque delle più famose avventure grafiche della storia. Tra il 1987 e il 1991 questo geniale game designer ha partorito capolavori come Maniac Mansion, Zac McKracken, Indiana Jones e l'Ultima Crociata e, ovviamente, i primi due capitoli di Monkey Island.

Nel 1992 lasciò LucaArts per mettersi in proprio ma le cose non gli andarono esattamente bene. La sua Humongous Entertainment e la successiva Cavedog Entertainment produssero una mezza dozzina di giochi, ma nessuno di questi rimase nella storia dell'entertainment elettronico. La sua storia più recente parla della collaborazione con Hothead Games, che ha dato vita alla serie Penny Arcade Adventure e ora a... Deathspank.

Deathspank è sbruffone e logorroico, per certi versi ricorda il Capitan Qwark di Ratchet & Clank.

Come avete potuto leggere qualche giorno fa sulle “pagine” di EG.it, Gilbert ha dichiarato di essere nato per realizzare Deathspank e, dopo averci giocato, non posso che essere d'accordo con lui.

Chi altro avrebbe potuto realizzare un gioco tanto classico ma al tempo stesso tanto particolare? Forse solo Tim Schafer, che come tutti sappiamo è stato più di una volta compagno d'avventura del buon Gilbert. Ma in cosa consiste questo Deathspank (letteralmente “sculacciata mortale”)?

A livello di gameplay siamo di fronte ad un classico “hack 'n slash”, con elementi da gioco di ruolo e un pizzico d'avventura a insaporire il tutto. Ne abbiamo visti tanti: un eroe armato fino ai denti e una missione da portare a termine, tra di loro una vagonata di troll, mostri, ragni, creature, scrigni da aprire, side-mission e così via.

Da questo punto di vista Deathspank non si discosta molto da altri titoli appartenenti alla stessa categoria e infatti una certa monotonia nelle missioni è uno dei pochi (ma non secondari) difetti riscontrati nel gioco Hothead. Dove la creatura di Gilbert si distingue è nel comparto grafico, in grado di far sgranare gli occhi anche ai giocatori più navigati, e nell'umorismo che pervade ogni singolo istante.

I primi 15 minuti di Deathspank.