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Deception IV: Blood Ties - review

Il Diavolo fa le pentole… ma anche le trappole!

Il concept alla base di Deception, o Kagero come è conosciuta nella sua terra natìa la serie di Tecmo Koei, è quanto di più astruso ci sia. Eppure, siamo ormai al quinto episodio di questa particolare saga, nata nel lontano 1996 sulla prima PlayStation.

La cosa strana è che, nonostante un discreto successo che gli permette di continuare a perpetuarsi, Deception non ha mai brillato particolarmente. In questo, il paragone con un'altra serie di Tecmo Koei, Dynasty Warriors, viene facile. L'action Musou infatti non ha mai offerto molto di nuovo o diverso da un episodio all'altro, ma viaggia ancora a ritmo forsennato quanto a uscite.

La premessa alla base di Deception IV: Blood Ties è strana come solo alcune produzioni giapponesi sanno essere: il Diavolo, sconfitto da dodici santi grazie a dei Versi Sacri, invia nel mondo tre araldi e la sua stessa figlia per recuperare i Versi capaci di resuscitarlo.

Mettendo da parte il fatto che queste servitrici vanno dall'ammaliante al provocatorio, al punto da far sembrare Morrigan di Darkstalkers una collegiale pudica, viene naturale immaginarsi schiere di demoni e poteri apocalittici da schierare. E invece no, perché nonostante la qualifica di figlia del demonio, la protagonista Laegrinna ha il solo potere di piazzare delle trappole e attivarle a comando.

Nello strano mondo di Blood Ties, le guerriere indossano i reggicalze sotto l'armatura.

La formula di base del gioco non è effettivamente mai cambiata. Narrazione e sviluppo della trama fanno da collante tra una missione e l'altra con dialoghi parlati recitati da figure statiche, ma comunque ben disegnate.

"Le pattuglie vengono mandate al massacro a ondate, più o meno come i mostri dei cartoni degli anni '80"

I vari capitoli sono poi scanditi dall'assalto progressivo di pattuglie che vengono mandate al massacro più o meno come i mostri dei cartoni degli anni '80, mentre il resto delle truppe e dei comandanti a quanto pare ha altro da fare.

Ogni missione si svolge nello stesso modo: si scelgono le trappole a disposizione e le si piazzano, evitando al contempo i nemici che tenteranno in tutti i modi di farci la pelle. La vera e unica attrattiva di Deception IV: Blood Ties è proprio il sistema di trappole, decisamente profondo.

Colpire un nemico con una trappola è fin troppo facile: basta attirarlo sulla casella giusta e attivare il marchingegno. Per fare danni seri è però necessario eseguire combo di varie trappole in sequenza, e incidentalmente questa è anche la parte più divertente del gioco.

Qui è dove passerete la maggior parte del tempo. Il gioco entra automaticamente in pausa quando si entra nella schermata di gestione delle trappole.

Lanciare un nemico con un trampolino, colpirlo al volo con una lama a pendolo e fargli rotolare sopra un masso gigante è una sequenza tra le più semplici, ed è possibile arricchire il tutto utilizzando vari elementi dello scenario per realizzare combo semplicemente ridicole (sia per lunghezza che per aspetto) quanto appaganti.

"Alcuni nemici sono resistenti o immuni a determinati tipi di trappole"

A complicare le cose c'è la natura dei vari nemici, liberamente esaminabile con tanto di statistiche fin dal loro ingresso in campo. Alcuni soldati particolarmente agili possono schivare un certo tipo di trappola, mentre i cavalieri più corazzati vanno privati dell'armatura con sequenze di trappole particolari prima di poter essere seriamente danneggiati.

I marchingegni sono inoltre divisi in tre categorie: sadici, elaborati o umilianti. Effettuando combo con la predominanza di trappole di un certo tipo moltiplica il punteggio relativo, che serve poi ad acquisire la valuta del gioco e sbloccare nuovi Diabolica, come vengono chiamate le trappole nel gioco.

Un altro piccolo tocco di varietà nell'assurdo mondo di Deception IV: Blood Ties è dato dalla possibilità, condivisa con gli episodi precedenti, di scegliere limitatamente se comportarsi da veri cattivi o se scegliere un comportamento più clemente.

Può capitare ad esempio che un civile si imbatta per sbaglio nel castello in cui Laegrinna risiede, e starà a noi decidere se eliminarlo senza pietà o limitarci a danneggiarlo e lasciarlo fuggire. Anche alcuni nemici dichiarati possono ritirarsi, e la cosa è abbastanza intuibile dalla loro descrizione. Gli effetti a lungo termine di queste scelte sono a dire il vero piuttosto criptici, caratteristica che contraddistingue la serie sotto svariati aspetti.

"Un altro marchio di fabbrica mantenuto, in questo caso poco piacevole, è la realizzazione tecnica"

Tra una missione e l'altra è possibile spendere la valuta guadagnata per acquisire nuove trappole, dalla buccia di banana (non scherziamo) a seghe circolari volanti, palle di fuoco, e molto altro. Gli elementi ambientali con cui interagire sono veramente numerosi, e le combo possibili si moltiplicano di conseguenza.

Un altro marchio di fabbrica mantenuto, in questo caso poco piacevole, è la realizzazione tecnica. Anche stavolta siamo ai limiti dello spartano sotto tutti i punti di vista, dalle texture alle animazioni, passando per i modelli poligonali.

La maggior parte del tempo viene comunque passata nella schermata tattica in cui si posizionano le varie trappole, anche perché non ci sono limiti al numero di volte che i marchingegni possono venire spostati: l'unica limitazione è che non è possibile piazzare due trappole identiche.

No, non è un momento di relax. Anche questa è una trappola.

Deception IV: Blood Ties è quindi, a conti fatti, esattamente ciò i conoscitori della serie possono aspettarsi. Stesso tipo di gioco, una bizzarria di fondo che pervade il tutto, sistema ampliato e comunque appagante nonostante l'astrusità del tutto.

Chi era in sintonia con i precedenti capitoli della serie si divertirà comunque a lungo con Deception IV: Blood Ties, nonostante i suoi conclamati ed evidenti difetti. Se il vostro ego ha una componente sadica da esprimere, o siete semplicemente in sintonia con queste particolari meccaniche nello stesso, inspiegabile modo che porta alcuni di noi a premere per ore lo stesso tasto giocando ai vari Dynasty Warriors, probabilmente la vostra attenzione verrà attirata dal sistema di gioco e tutto il resto passerà tranquillamente in secondo piano.

6 / 10
Avatar di Emiliano Baglioni
Emiliano Baglioni: Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.

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In this article

Deception 4: Blood Ties

PS3, PlayStation Vita

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