Deliver us the Moon: Fortuna - recensione
Un'avventura sci-fi che si ferma dopo il decollo.
La Terra è sull'orlo del collasso e ancora una volta la colpa è tutta nostra. Quella che suona come una profezia da incubo è in realtà l'incipit di questo gioco, finanziato con successo su Kickstarter poco più di due anni fa.
Deliver us the Moon: Fortuna racconta una storia che potrebbe diventare realtà nel nostro prossimo futuro, il collasso energetico e l'esaurimento delle risorse naturali del pianeta, con la conseguente distruzione della vita in ogni sua forma.
Nel gioco questa eventualità viene scongiurata dalla scoperta di una fonte energetica alternativa, l'Helium-3, che si trova in abbondanza sulla Luna. In pochi anni la neonata World Space Agency riesce a colonizzare il satellite, approntando un rivoluzionario sistema di trasferimento dell'energia chiamato Microwave Power Transmission.
Per 20 anni il sistema funziona ma proprio quando il mondo sembra essersi abituato a questa nuova condizione... blackout. Le comunicazioni con la base lunare si interrompono improvvisamente e il flusso energetico dell'MPT si arresta. Il disastro sembra pronto a riprendere da dove si era interrotto.
Spetterà ad un unico astronauta superstite tornare sulla Luna per capire cosa sia successo e ripristinare l'utilizzo dell'Helium 3. Ironicamente questo eroe improvvisato si chiama Fortuna e sarà proprio lui a partire per questa missione disperata nel 2059, cinque anni dopo il blackout e poche ore prima che una devastante tempesta di sabbia si abbatta sul luogo del lancio.
Le primissime fasi si svolgono sulla Terra e servono come sempre per prendere confidenza con i comandi di gioco. Nulla di particolarmente complicato, il sistema di controllo è assimilabile in pochi minuti e la visuale è quasi sempre in terza persona. Fanno eccezione le sezioni a gravità zero e quelle in luoghi particolarmente piccoli, nelle quali l'inquadratura passa alla prima persona. Al vostro fianco in questa missione avrete un compagno robotico, ASE. Insieme a lui dovrete esplorare le basi ormai abbandonate, raccogliere indizi su cosa è accaduto e possibilmente riportare tutto alla normalità salvando la Terra.
Quanto scritto finora potrebbe farvi pensare di trovarvi di fronte ad una classica avventura a tinte horror, ad una sorta di clone del bellissimo Prey, ma non è così. Deliver us the Moon: Fortuna è in realtà un'avventura esplorativa/investigativa con generose dosi di puzzle ambientali.
Nei luoghi che andrete ad esplorare troverete frammenti del passato, flashback delle precedenti missioni che dovrete analizzare al fine di ricostruire l'accaduto. Il senso di solitudine che vi accompagnerà è stato reso piuttosto bene dal team di sviluppo, che si è chiaramente ispirato a numerosi film di genere e anche a qualche gioco del (recente) passato. Gli ostacoli che incontrerete sulla vostra strada verso la verità saranno in gran parte rappresentati dalla base stessa, ormai abbandonata da tempo e difficile da esplorare, soprattutto all'inizio.
Non avrete accesso a tutte le zone e per riuscire a sbloccare alcuni passaggi dovrete ripristinare l'energia nelle aree mancanti. Per farlo a volte avrete bisogno di ASE e non dimenticate di controllare la vostra scorta di ossigeno. Questi leggeri elementi survival contribuiscono a mantenere abbastanza vivo l'interesse del giocatore, nonostante il ritmo abbastanza blando dell'avventura e la mancanza di una vera e propria sensazione di pericolo imminente.
L'ambientazione lunare da ovviamente vita a numerose sezioni a gravità zero, che sono state rese abbastanza bene dal punto di vista fisico, anche se non manca qualche imprecisione nelle collisioni. Muoversi sulla superficie del piccolo satellite necessita di un minimo di abitudine ma una volta presa confidenza con i movimenti rallentati e "allungati" l'esplorazione diventa molto più agevole.
Purtroppo il gioco soffre di notevoli problemi di frame rate a causa di un'ottimizzazione tutt'altro che perfetta. Il comparto grafico è di primissimo ordine e offre panorami altamente suggestivi e discretamente dettagliati. La visione d'insieme è resa ancora migliore da una temperatura colore incredibilmente realistica, da un ottimo sistema d'illuminazione dinamica e da una manciata di effetti post-processing di buon impatto.
Ma tutto questo ben di Dio ha un costo in termini di fluidità. Su una macchina di fascia medio/alta come quella da noi utilizzata per il test i cali di frame rate sono più che frequenti e l'unica soluzione per rendere il gioco godibile consiste nell'abbassare le "pretese" software.
Un titolo pieno di luci ed ombre insomma. Rispetto al progetto originale (che prevedeva l'uscita a episodi) Deliver us the Moon: Fortuna è stato inoltre modificato e pesantemente ridimensionato. Le dimensioni dell'avventura sono state notevolmente ridotte, le tre basi lunari sono diventate un unico hub grande la metà delle stesse e sono state eliminate features potenzialmente interessanti, come l'utilizzo del jetpack per i movimenti all'esterno.
Gli sviluppatori hanno comunque svolto un discreto lavoro per mettere insieme un titolo abbastanza omogeneo. Ciò che il team olandese non è riuscito ad evitare è una longevità abbastanza scarsa, figlia proprio dei tagli a cui abbiamo appena accennato. In poco più di sei ore si arriva alla fine, con alcuni bei momenti ma anche qualche calo di ritmo. Purtroppo il finale arriva inutile e frettoloso proprio quando ci si aspetterebbe una svolta o un decollo verticale.
Il talento dei ragazzi di KeokeN Interactive nel maneggiare l'Unreal Engine è innegabile, ma forse per problemi di budget e sicuramente per mancanza di tempo, la loro piccola epopea si ferma a qualche passo dall'eccellenza, rimanendo purtroppo confinata nel limbo delle occasioni perse. Consigliata comunque a chi ama il genere sci-fi e a chi cerca qualcosa si diverso dai "soliti" horror tra le stelle.