Demigod
Scontro tra titani, in attesa di StarCraft II...
La mitologia è ormai da tempo una costante nel panorama videoludico e Demigod, ultima fatica di Gas Powered Games, ne è solo l’ultima dimostrazione. Chiariamo subito una cosa: questo è un gioco atipico e originale, un RTS di natura “impura” che mescola elementi tipici degli strategici con quelli dei GDR e degli action games. Confusi? All’inizio potreste esserlo, ma dopo pochi minuti di gioco tutto vi sarà assolutamente chiaro.
Come detto poco sopra, Demigod nasce come un RTS incentrato sul multiplayer e proprio per questo motivo presenta modalità estremamente immediate e dirette, senza alcun tipo di trama che possa fare da sfondo alle battaglie. Si possono infatti intraprendere semplici schermaglie, volte a familiarizzare con il gameplay e la particolare struttura di gioco, dedicarsi a dei tornei, ovvero un insieme di schermaglie, o lanciarsi online, prendendo parte a…altre schermaglie. Com’è facile intuire la varietà non è certo uno dei pregi di Demigod, ma fortunatamente vi sono elementi sufficienti per sopperire all’evidente monotonia delle modalità proposte.
A differenza degli RTS più tradizionali Demigod ci mette nei panni di un solo personaggio, senza permetterci di controllare in alcun modo le altre unità su schermo: si tratta di una scelta discutibile (che farà senz’altro storcere il naso ai puristi della categoria) che si rivela però del tutto adeguata alla particolare struttura del gioco.
Il gioco permette di impersonare otto diversi Demigod, suddivisi in due categorie: Assassini, semidei dotati d’incredibili poteri offensivi, capaci di distruggere facilmente le truppe nemiche, e Generali, personaggi meno potenti ma in grado di acquistare nuove tipologie di truppe per potenziare il proprio esercito. Ogni Demigod dispone inoltre di abilità uniche che possono essere potenziate nel corso di ogni battaglia. Uno degli aspetti più interessanti del gioco è infatti legato alla possibilità di incrementare il livello del proprio personaggio attraverso i punti esperienza ottenuti dopo l’eliminazione di un qualsiasi nemico, punti che possono essere spesi per migliorare le skills preesistenti o per acquisirne di nuove.
E la personalizzazione non si ferma qui: utilizzando l’oro ottenuto attraverso le proprie miniere si possono infatti acquistare pezzi di equipaggiamento per migliorare le potenzialità del proprio alterego, potenziamenti per la propria base (come ad esempio un incremento delle difese) o oggetti di supporto, quali pozioni di energia vitale o mana, per attaccare gli schieramenti nemici senza correre il rischio di essere fatti a pezzi.
Indipendentemente dalla modalità scelta, le sfide si svolgono però allo stesso modo: ogni fazione inizia la battaglia nei pressi della propria base ed ha come obiettivo quello di distruggere la base avversaria cercando al contempo di proteggere la propria. A rendere il tutto più interessante vi sono diverse zone neutre sparse per la mappa che, una volta conquistate, permettono di ottenere specifici bonus (come ad esempio un incremento dei punti esperienza ottenuti dopo ogni uccisione, o un aumento delle truppe di supporto) al fine di allargare il proprio raggio d’azione ed estendere il controllo sulla mappa. Le zone presidiabili disseminate per la mappa possono essere perse e riconquistate senza alcuna limitazione, ma per ottenere la vittoria è ovviamente necessario controllarne il più possibile.
In definitiva possiamo dunque definire Demigod un prodotto valido, ma alla luce delle sue grandissime potenzialità ci saremmo aspettati qualcosa in più. Sebbene sia impossibile non elogiare il suo gameplay e il suo affascinante design, non si può però ignorare la ripetitività dell’esperienza e la sostanziale monotonia che caratterizza le varie modalità di gioco. Se gli sviluppatori avessero implementato una qualsiasi campagna che potesse fare da sfondo ai numerosi combattimenti proposti, Demigod si sarebbe senz’altro rivelato un vero e proprio capolavoro. Peccato.