Deponia Doomsday - recensione
A Deponia il divertimento non è ancora finito…
Le avventure punta e clicca sono uno dei generi più antichi ancora in vita nell'intrattenimento videoludico. Il passato è glorioso ma è indubbio che le novità, tecnologiche e di game design, stiano inesorabilmente decretando la fine del genere ibridandolo spesso con altre tipologie di giochi e arricchendolo di nuove meccaniche. Tuttavia alcune serie continuano a proporre a un pubblico - evidentemente esistente - la formula classica limitandosi a offrire novità interne al genere, ovvero basate sulla narrativa o sul tema presentato.
La serie Deponia è proprio una di queste: nasce con il capostipite nel 2012, creata dai tedeschi Daedalic Entertainment, ottiene un buon successo sia nella prima puntata (600k unità vendute) sia nei due seguiti: Chaos on Deponia (250K) e Goodbye Deponia (250k).
La ricetta è piuttosto chiara: buoni valori di produzione, umorismo estremo (forse fin troppo), stile cartoon scanzonato e tanto tanto nonsense. L'ambientazione è di pura fantasia e gli eventi sono estremi e caricaturizzati. Per quanto riguarda la trama... è così bizzarra e convoluta che vale la pena la si lasci completamente al giocatore da scoprire limitando le anticipazioni al minimo. Sarà sufficiente dire che in questa ultima puntata, Deponia Doomsday, viene chiarito che gli eventi precedenti erano una sorta di sogno; sogno che rivediamo nell'introduzione del gioco e che vira velocemente in tragedia. Da qui, e con l'aiuto di un pizzico di viaggio nel tempo, al protagonista spetta risistemare le cose.
Già, il protagonista. Rufus è il centro dell'intera vicenda, e intorno al suo stile super-egocentrico e strampalato ruota l'intera vicenda. A Rufus, e al suo dialogo spesso con sé stesso, viene affidata gran parte della narrazione. Al giocatore spetta il compito di condurlo lungo le fasi del suo sgangheratissimo piano superando le varie difficoltà che via via incontrerà.
Il gameplay prevede l'esplorazione di schermate fisse in cui interagire con oggetti e dialogare con i personaggi che si incontrano, cercando di indovinare la soluzione degli enigmi che legano letteralmente insieme le vicende narrate. Sotto questo punto di vista il gameplay è molto ben realizzato con enigmi ben strutturati e indagini legate all'esplorazione che sfruttano al massimo gli ambienti e il tema generale della storia. La presenza della meccanica del viaggio nel tempo è poi molto interessante perché dona agli enigmi che la utilizzano uno strato di profondità ulteriore.
Purtroppo però il tono narrativo nonsense dell'intera produzione ha portato gli autori a ideare gli enigmi in maniera decisamente bizzarra con abbinamenti di oggetti e nessi causa-effetto perlomeno discutibili, se non spesso completamente assurdi. Questo spesso fa degenerare il gameplay in un furioso tentativo di abbinare qualsiasi cosa con qualsiasi cosa e ad esaurire tutti i dialoghi disponibili solo per verificare che non si sia lasciato indietro qualche elemento importante. Altre volte, invece, gli abbinamenti sono intelligenti e stimolanti e richiedono effettivamente un certo sforzo mentale sensato da parte del giocatore. Il risultato netto finale è che i puzzle sono quindi un po' "hit and miss".
Sul lato dei dialoghi il gioco offre la consueta struttura con diverse possibilità di interazione che esauriscono progressivamente le opzioni di interazione con un determinato personaggio. Si tratta anche qui spesso di esaurire le possibilità cercando gli indizi corretti per recuperare tutti gli oggetti necessari alla risoluzione di un enigma. Successivamente nel comodo inventario bisognerà ricercare come utilizzare, o abbinare, detti oggetti. Un difetto di Deponia Doomsday è indubbiamente la verbosità; molti dialoghi sono inutilmente lunghi e ripetitivi e aggiungono decisamente poco agli eventi. Questo fa sì che l'umorismo possa alla lunga stancare e condurre il giocatore a skippare alcuni testi e, potenzialmente, a perdersi alcuni passaggi della storia o qualche indizio importante.
Oltre a queste meccaniche, Deponia Doomsday offre qualche mini-gioco e, anche qui, si mescolano idee ben realizzate ad altre meno ben concepite (e ancor meno portate a termine). Si va dalla classica pressione furiosa del pulsante del mouse a enigmi su schermate uniche passando per vere e proprie esperienze di gameplay che si rifanno a giochi esistenti. Il citazionismo è anche una leve umoristica ben precisa utilizzata lungo tutta l'avventura.
A livello di valori di produzione siamo su ottimi livelli. Le illustrazioni sono tutte artisticamente eccellenti, sia sul lato degli ambienti che su quello dei personaggi: colorate, divertenti e assurde. Anche le animazioni, seppur semplici, ben rendono il tono nonsense e cartoon dell'intera avventura. Il comparto audio segue lo stesso livello qualitativo con doppiaggio splendidamente realizzato (nel team c'è anche David Hayter, doppiatore di Solid Snake Naked Snake nella serie Metal Gear), musiche ed effetti perfettamente selezionati e montati.
Purtroppo il doppiaggio non è presente in italiano, e non è nemmeno nei programmi futuri del team di sviluppo. Anche nei sottotitoli è esclusa, al momento, la nostra lingua ma il team ha già annunciato che i lavori su questo lato sono iniziati e verranno presto rilasciati.
In definitiva, Deponia Doomsday è un'avventura punta e clicca con alti valori di produzione in grado di divertire offrendo un umorismo estremo che, seppur non proprio adatto a tutti, ha il pregio di essere originale e sempre coerente con sé stesso. Purtroppo il gameplay soffre un po' il tema nonsense ma, se si decide di accettare la premessa tematica, Deponia Doomsday vi farà fare parecchie risate mentre vi gustate la narrativa risolvendo enigmi uno dopo l'altro.