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Destiny 2: il punto della situazione - editoriale

Tiriamo le somme al termine della prima Season alle luce delle ultime dichiarazioni di Bungie.

A meno di ventiquattro ore dalla terza ed ultima diretta dedicata all'ormai imminente DLC "La Maledizione di Osiride", Bungie ha deciso di sospenderla per dare spazio a un annuncio che reputa ben più importante per il futuro di Destiny 2. A dare la notizia via Twitter è proprio David "Deej" Dague, il community manager di Bungie. Certamente delle tre dirette era quella meno importante, i contenuti inediti sono già stati mostrati e quest'ultima oretta aveva lo scopo di presentare soltanto alcuni dei nuovi equipaggiamenti che comunque potremo scoprire semplicemente giocando, quindi ben venga il lasciare spazio a qualcosa di più rilevante come una lista di cambiamenti effettivi piuttosto che una frivola parata di Guardiani. Ciò che preoccupa particolarmente però di questa decisione è il contesto, lo stato in cui si trova Destiny 2 proprio in questo momento.

Semplicemente girando tra i forum o nei gruppi dedicati, risulta presto evidente come una buona parte dell'utenza abbia accantonato Destiny 2, temporaneamente o non, in favore di altre produzioni, altri generi o addirittura tornando al primo capitolo. Stando agli ultime informazioni in Rete, che Blizzard però smentisce, circa il 50% dell'utenza avrebbe abbandonato il gioco appena un mese dopo il lancio e ad oggi la popolazione totale di utenti attivi risulterebbe persino inferiore. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, però, questo non è un dato tanto sconvolgente: è un trend che accomuna quasi tutti i titoli con una componente multiplayer e dai generi più disparati, dall'ultimo Call of Duty uscito al colosso di Blizzard, World of Warcraft, dopo ogni espansione.

In questi dati però c'è sempre un fondo di verità, e nel caso di Destiny 2 è molto semplice: la community non è soddisfatta della strada intrapresa da Bungie. La qualità di questa produzione è indubbia, ciò che c'è all'interno del prodotto è ben curato e vanta quello che tutt'ora rimane uno dei 'gunplay' più curati mai realizzati, e questo sicuramente farà piacere al giocatore che si approccia a Destiny 2 per la prima volta. Ciò in cui deficita il gioco, però, e che viene giustamente percepito soltanto dalla parte più solida dell'utenza, quella che si è fatta le ossa sul primo Destiny per intenderci, riguarda l'intera gestione dell'endgame. O per meglio dire, della sua quasi totale assenza.

La sensazione generale è che Bungie con questo seguito si sia mossa, anche grazie al feedback della community, nella giusta direzione ma senza centrare il punto. Ad esempio in Destiny 2 possiamo trovare una playlist competitiva per il PvP, ma senza una classifica stagionale che le dia un senso. Il raid, l'attività endgame per eccellenza, ben studiata e concepita nelle meccaniche, con tanto di partite guidate per aiutare chi si trova ancora senza un gruppo fisso, offre una modalità autorevole che ricompensa con armi e armature diverse solamente nell'estetica, senza perk unici che diano un valore aggiunto come invece succedeva nel primo Destiny.

O ancora, niente roll casuali nelle armi per favorire un bilanciamento migliore, una delle criticità principali del primo capitolo, ma una facilità tale nell'ottenerle praticamente tutte da rendere inesistente quel grinding che ha tenuto i giocatori attaccati per mesi alla ricerca del roll perfetto. A tre anni di distanza dal primo Destiny ci sarà pure un 2 sulla copertina di questo seguito, ma la tipologia di gioco sempre quella rimane, e s'inizia ad accusare una certa pesantezza.

Il Leviatano è l'unico raid al momento presente su Destiny 2.

Certo, l'insieme dei Settori perduti, delle pattuglie e di tutte le altre attività contribuisce a fornire una certa varietà in termini di attività giocabili, ma dopo appena un paio di settimane dall'inizio della propria avventura risultano davvero poco convenienti in termini di ricompense. Persino i drop unici degli assalti contribuivano a rendere appetibili gli assalti eroici, per il semplice motivo di costituire un obiettivo, una ricompensa che giustificasse l'investimento del tempo di un giocatore.

E poi c'è un punto importante da sottolineare: Destiny 2 nella intenzioni di Bungie avrebbe dovuto allargare ulteriormente la propria base di utenti andandosi a rivolgere anche a un pubblico più allargato. Ma le meccaniche intrinseche del gioco restano comunque troppo complesse per le masse, col risultato che il gioco pare attualmente trovarsi a metà del guado: troppo facile per gli hardcore gamer, troppo complesso per i casual gamer.

Giunti a questo punto alcuni di voi potrebbero chiedersi il perché di un'introduzione tanto lunga e la risposta è presto servita: è importante capire bene quale potrebbe essere la vera motivazione che abbia spinto Bungie a sospendere la terza ed ultima diretta proprio una settimana prima dell'uscita del DLC. Potremmo vedere questa decisione come un tentativo di essere più trasparenti dopo la recente scoperta dei punti esperienza limitati per ottenere gli engrammi luminescenti, come una sorta di ammissione di colpa per delle decisioni non ben accolte dai giocatori o semplicemente come un tentativo di mostrarsi più aperti alla community dopo tre mesi di feedback raccolto.

Nuovi potenziamenti per le armi sono previsti per la prossima patch.

Personalmente mi piace pensare che tutti questi fattori abbiano contribuito a una decisione così improvvisa. Ma oltre a quelle che potrebbero essere le reali motivazioni, un aspetto della faccenda è particolarmente importante: se ne sta parlando, sia lato utenza, che lato sviluppatore. Ed è davvero qualcosa di rilevante, perché indica sia che la community è riuscita a farsi sentire, sia che l'azienda è consapevole che gli ingranaggi che mettono in moto l'universo di Destiny devono essere oliati o rischiano di bloccarsi.

Come promesso Bungie si è espressa in merito alla questione endgame, e ha mostrato un elenco di cambiamenti che verranno introdotti nelle prossime settimane. Sicuramente si sta muovendo nella direzione giusta: molti di questi cambiamenti sono stati richiesti o consigliati proprio tramite il forum ufficiale o il Reddit dedicato al titolo, non per questo però risulta meno grave il tempo che ci è voluto per arrivare a questo punto.

Quello che deve capire Bungie è che c'è una community solida pronta tanto a sostenere quanto a criticare quando necessario, e interventi di questo tipo dovrebbero essere ben più frequenti, non soltanto in prossimità di un DLC o al termine della season quando la pazienza dei giocatori è ormai al limite. Solo così si può sperare di risollevare le sorti di un titolo con un grande potenziale ma dal destino incerto.