Destiny 2 - Reloaded
Giunti all'ennesima espansione, riviviamo l'epopea dei Guardiani e scopriamo se vale la pena tuffarsi in Destiny 2 oggi.
Sono passati oltre due anni dal lancio di Destiny 2 da parte di Activision e Bungie, coppia "scoppiata" proprio durante il ciclo vitale del loro secondogenito, con tutta probabilità per una gestione della proprietà intellettuale contrastata. Il gioco è stato un rollercoaster di esperienze ed emozioni, e, nel bene e nel male, un titolo che ha mutato forma e atmosfera molte volte attraverso tre lunghi anni per giungere ad oggi, con Ombre dal profondo, l'ennesima espansione, a farci vestire ancora i panni dei Guardiani. L'aggiornamento costante ha reso difficile scrivere questo Reloaded, più di altri titoli, con cui tentiamo di raccontare l'evoluzione del gioco e di come questa sia stata affrontata dalla community.
A settembre di due anni fa è iniziata la nuova avventura per i Guardiani di tutto il mondo, il lancio di Destiny 2 ha riportato i giocatori nuovamente nello spazio e costretto a fronteggiare una nuova minaccia. La Torre è stata espugnata da Ghaul e la sua Legione Rossa, i quali, attaccando il Viaggiatore, hanno privato i giocatori della loro preziosa Luce. La Guerra Rossa, la campagna principale, ci ha portato ad esplorare un vasto mondo di gioco e permesso di crescere per affrontare le attività sempre più impegnative.
Quello di Destiny 2 è stato un pacchetto di base abbastanza variegato nell'offerta, che non ha tralasciato troppi contenuti da introdurre poi con le espansioni, tanto scontate quanto attese. Tante le attività da intraprendere, da soli o in cooperativa, tra la Zona Morta Europea ("ZME"), la Terra, Titano, Io e Nessus ampliando l'universo del predecessore, con una buona quantità di missioni di diversa durata, difficoltà e ricompense al completamento. Senza il Grimorio ci si affida agli obiettivi da completare per scoprire più dettagli sull'ambientazione, con la scusa di recuperare armi ed engrammi potenti.
Tutto il rancore per il torto subito da Ghaul può essere sfogato nelle missioni dislocate sui vari pianeti. Si parte dalla ZME, assaltando la torre dei Cabal e dei Caduti, sventando i loro piani e cercando di comprenderne le mosse future. Su Titano invece bisogna rimediare all'attacco dell'Alveare e dei suoi macabri rituali. Nessus ha avuto la peggio: devastato da Vex, Caduti e Cabal, comprende avventure utili al nostro Guardiano, impegnato a non farlo finire in rovina. Ci penserà una bizzarra intelligenza artificiale a darci una mano a farli fuori. Su Io, la luna di Giove, scopriremo finalmente più informazioni sull'anomala presenza dei Corrotti.
Il primo postvendita di Destiny 2, a ridosso del lancio nel settembre del 2017, è stato difficile. Il gioco ha faticato tantissimo a ritagliarsi uno spazio nel cuore dei vecchi appassionati, nonostante la corposa offerta, per via della pesantissima eredità lasciata dal primo Destiny, conclusosi in maniera decisamente spettacolare e intensa ma anche in virtù di una riproposizione a tratti eccessiva degli equipaggiamenti e delle abilità provenienti proprio dal predecessore.
Gli Assalti, anch'essi ereditati, sono stati invece completamente rinnovati. Anche in questo caso, tanta varietà: Il Lago di Ombre, il Canto di Savathun, il Trafficante di Armi, il Pyramidion, la Spirale Invertita e lo Schianto dell'Esodo ci hanno insegnato tanto sul mondo di gioco. Alcuni sono stati più riusciti di altri, come il Pyramidion o il Canto di Savathun, ma comunque tutti si sono confermati di qualità mediamente elevata. Il livello richiesto è alto, sono sempre necessari almeno altri due compagni di squadra e le ricompense settimanali aumentano, specialmente se si decide di intraprende l'Assalto del Cala la Notte, la versione più ardua dopo il Raid.
Nonostante il difficile postvendita nella fase iniziale per il gioco di base, uno zoccolo duro di appassionati ha resistito nell'attesa de La Maledizione di Osiride, la prima cruciale espansione, uscita nel dicembre sempre del 2017, chiamata a dare nuova linfa vitale a un prodotto penalizzato da una percezione decisamente negativa. Questa però non ha affatto risolto la situazione, anzi l'ha peggiorata, riuscendo nella non facile impresa di far abbandonare pad o mouse e tastiera a un gran numero di Guardiani, alcuni addirittura tornati nostalgicamente a giocare al primo Destiny. Indimenticabili, in negativo, la Foresta Infinita e la mappa di Mercurio, che hanno costretto i giocatori a tediosissime traversate a piedi senza nemmeno la possibilità di evocare il proprio Astore, il veicolo personale.
A questo si è aggiunta l'errata calibrazione delle modalità del Crogiolo, la zona PvP storica per la serie, con zone di spawn confuse, server che non reggevano il gran numero di giocatori e problemi radicali di connessione, ad impedire addirittura l'inizio di una partita. Come un intervento messianico, giunto nel maggio del 2018, La Mente Bellica e l'invasione di Marte da parte dell'Alveare hanno fortunatamente raddrizzato le sorti del gioco richiamando alla battaglia e alla cooperazione i giocatori delusi dal primo postvendita. In particolare, l'aggiunta della modalità Protocollo, giocabile in Pattuglia, ha introdotto i divertenti combattimenti in modalità orda, con step fino a sette livelli, per eliminare i boss a rotazione settimanale e ottenere ricompense realmente importanti come il leggendario "pompa" Ikelos, lo shotgun più forte del gioco. Una serie di piccole ma importanti migliorie ha cambiato in meglio il feeling di tutto il titolo, come il ranking stagionale per i vendor sia del Crogiolo sia delle altre fazioni.
A fine 2018 si è giunti al cruciale arrivo dei Rinnegati, forse l'espansione più importante di tutto Destiny 2 nel periodo precedente all'arrivo di Ombre dal Profondo. Sarebbe impossibile citare la quantità di contenuti e modifiche introdotte, sia a livello di Lore che a livello di gameplay e modalità di gioco. Siamo all'inizio dell'anno due, in cui l'intera saga sta per vivere nuovamente un momento di grande intensità: Uldren, il fratello di Mara Sov, la regina degli Insonni, si è ribellato contro coloro che lo hanno rinchiuso nella Prigione degli Anziani, liberando sé stesso e gli Infami, dei caduti rinnegati che adesso combattono per lui contro chiunque si metta sul loro cammino. Questo evento, unito alla morte di Cayde-6, anticipata abbastanza chiaramente dall'ormai storico trailer di annuncio, ha riportato in gioco un gran numero di giocatori delusi dal Day One e non ancora convinti dalle novità introdotte nel corso del 2018
La community ha infatti ritenuto questo passaggio tra i più brillanti e affascinanti di tutta la storyline del secondo capitolo. L'introduzione della modalità Azzardo che fonde la velocità e il dinamismo del Crogiolo con la caratteristica componente strategica e tattica del PvE, ha convinto una gran parte degli indecisi a tornare a rivestire la propria armatura. Tutto questo, unito ad altre numerose modalità come le Sfide Ascendenti, Il Trono Infranto, Il Pozzo Cieco e altre ancora, amalgamate da una qualità narrativa molto alta sia nella campagna sia nell'end game, hanno reso I Rinnegati probabilmente il punto più alto raggiunto da Destiny 2.
Cronologicamente siamo circa a dicembre 2018, più o meno alla metà della nostra rivisitazione. Per chiudere l'anno in modo speciale, Bungie ha apportato un'importante possibilità per l'acquisto delle varie espansioni: in modo similare a com'è accaduto in altri titoli, ora è possibile acquistare un pacchetto unico nel formato di pass annuale, che va ad includere in un solo pagamento tutte le espansioni dell'anno seguente. Di questo pass fanno parte la Stagione delle Forge, la Stagione del Ramingo e la Stagione dell'Opulenza. Con questa espansione è stata inaugurata anche la Stagione delle Forge, nuova espansione che si concentra sulle Forge appunto, modalità utile a creare armi inedite, e a combattere i Caduti nel Raid Furia Meccanica. Un'esperienza risultata inferiore a I Rinnegati, ma capace comunque di interessare a sufficienza i fan.
In modo simile si è comportata a marzo 2019 la Stagione del Ramingo, con quest'ultimo a fare da protagonista. Arrivato insieme ai Rinnegati, il Ramingo è stato il protagonista del periodo che è andato da inizio marzo a fine Maggio 2019. La storia ha subito un ulteriore cambiamento e il giocatore è stato costretto a scegliere se fidarsi o meno di questo bizzarro NPC. Anche questa volta, vi sono state delle attività gratuite per chi non possedeva il pass annuale, mentre coloro che lo avevano acquistato, hanno avuto accesso una quest esotica in più, le taglie di Xur, il nuovo armamento della stagione e le attività inedite Azzardo Eccelso e Verdetto. La prima è una variante del tanto acclamato Azzardo (un solo round, ma più lungo) mentre la seconda è una modalità a tempo limitato in cui liquidare più nemici possibili e abbattere il Boss. Anche in questo caso, niente di trascendentale, giocato più per inerzia da i fan più accaniti che per l'importanza dei nuovi eventi.
Arriviamo quindi all'ultima Stagione dell'anno 2, quella dell'Opulenza iniziata a giugno 2019, che è risultata migliore delle precedenti due. Tralasciando il solito riciclaggio tra personaggi e luoghi già conosciuti in precedenza, il ritorno dell'imperatore dei Cabal, Calus, ha dato il via a una serie di attività piuttosto convincenti e ben fatte, come il Serraglio, un particolare raid più immediato e semplice per ottenere Rune da incastonare al calice di Calus e avere in cambio equipaggiamento speciale specifico dell'espansione.
Chiuso il sipario del secondo anno, e apertosi il terzo con Ombre dal Profondo, l'espansione attualmente in corso, il giudizio della vasta community di Destiny 2 è ampiamente contrastante. La decisione di Bungie di rendere il core del gioco gratuito a partire da Settembre 2019 è stata infatti accolta da sentimenti contrastanti. La mossa è stata indubbiamente azzeccata per far ripartire i numeri della comunità multigiocatore su tutte le piattaforme. Al momento la community si divide tra i fan del primo capitolo e i nuovi arrivati, che magari hanno ottenuto il gioco gratuitamente con la formula del Free to Play. Il consensus è tendente al negativo ed è una sensazione che si percepisce nelle lunghe discussioni nei canali online, dove lo zoccolo duro della community lamenta, da parte degli sviluppatori, la via della semplificazione e di una eccessiva riproposizione degli asset vincenti.
Arrivati al termine di questo lungo resoconto, possiamo rispondere alla domanda se vale la pena scegliere di imbracciare le armi e affrontare l'universo dei Guardiani quest'oggi. Il dubbio può sorgere soprattutto a chi non vi ha mai messo piede, eppure proprio ora l'infrastruttura è pronta ad accogliere i novizi di questo brand grazie ad anni di bilanciamento e una quantità di contenuti davvero notevole, anche per la gratuità di molti di essi. Fino all'espansione de I Rinnegati, il gioco si conferma praticamente un free to play, e richiede un esborso solamente nel caso si decida di proseguire nelle espansioni successive. Gli incentivi ad aprire il portafogli ci sono tutti, vista la presenza di ben cinque raid, dell'Azzardo, del Crogiolo con tutte le taglie annesse, di decine di taglie esotiche, delle Forge e di tonnellate di attività settimanali da svolgere su ormai otto pianeti completamente esplorabili.
Anche il lore di Destiny 2 è ormai decisamente maturo e piuttosto ricco. Il solo pacchetto base, senza spendere un euro, può tenervi impegnati per mesi e si può moltiplicare il tutto per tre per ogni personaggio differente e personalizzabile. Superati i problemi della prima parte dell'arco vitale, anche la community ha trovato nuove motivazioni e si è rimpolpata proprio grazie al nuovo modello free to play. È quindi facile trovare un party con il quale dare inizio all'avventura, con ben più di un milione di giocatori in media attualmente online.
Dando uno sguardo al futuro, le nuove espansioni sembrano garantire ulteriori ore di divertimento nei mesi a venire. È vero, ci troviamo nella fase finale dell'attuale generazione di console, ma il titolo di Bungie sembra avere le carte in regola per garantire un 2020 di pieno divertimento sia in multiplayer cooperativo sia nella modalità cooperativa. Valutando quindi l'insieme, il bilancio ci risulta decisamente positivo per chi non aveva mai giocato nessun Destiny ed è consigliabile a tutti i tipi di giocatori. Sul piano puramente ludico il primo Destiny resta però imbattuto ed è questo che potrebbe trattenervi di tornare sui vostri passi se siete reduci del primo Destiny e al momento della pubblicazione del gioco l'avevate lasciato sullo scaffale in attesa di tempi migliori.
È infatti opinione diffusa che il primo capitolo rimanga superiore a questo seguito, probabilmente anche per l'epoca di pubblicazione del gioco. Nel 2014 Bungie aveva portato una ventata di freschezza negli sparatutto cooperativi grazie un sistema assolutamente solido, valido e ingaggiante evolutosi con Destiny 2 in un'esperienza più immediata ma meno anche meno complessa ed appagante, probabilmente a causa delle interferenze di Activision. Sarà interessante capire come Bungie, ormai indipendente e proprietaria del franchise, vorrà proseguire su questa falsariga o cercando di tornare nuovamente alle origini.