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Destruction AllStars - recensione

Storie di auto e piloti nel demolition derby del futuro.

Il periodo estivo, tradizionalmente, è quello in cui si affollano la maggior parte degli annunci riguardanti i videogiochi. Eventi come l'E3 di Los Angeles e la Gamescom di Colonia si concentrano nei mesi che vanno da giugno ad agosto ed hanno il preciso compito di mostrare al grande pubblico gli assi nella manica dei più grandi esponenti dell'industria.

È un periodo fatto di sogni, di attese ed anticipazioni, uno dei più belli dell'anno per i giocatori in attesa di scoprire ciò che li attende nel prossimo futuro. Nel 2020, per ovvi motivi, tutte le più grandi convention del settore hanno dovuto rinunciare al consueto susseguirsi di celebrazioni, annunci a sorpresa e festeggiamenti, costringendo le varie aziende ad organizzare eventi in streaming online per rimanere in contatto con i propri fan e mostrare loro ciò che bolle in pentola.

Anche le due console next-gen in dirittura d'arrivo sul mercato hanno dovuto affidare al web i rispettivi eventi di annuncio: niente file per provare gli ultimi titoli in arrivo, niente conferenze in pompa magna, solo una serie di trailer confezionati per presentare al mondo i titoli che ne avrebbero accompagnato il lancio.

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L'evento 'The Future of Play' dedicato a PS5 a giugno, ad esempio, ha alzato il sipario su produzioni di alto calibro come Marvel's Spider-Man: Miles Morales, il remake di Demon's Souls, Horizon: Forbidden West, Hitman 3, Resident Evil: Village e tanti altri, riversando sugli spettatori una buona dose di hype per le nuove console. Tra tutti questi grandi annunci, tuttavia, ce n'è stato uno che è un po' passato sotto i radar ma che, a tutti gli effetti, rappresenta la prima esclusiva prodotta da PlayStation Studios per PS5, oltre al già citato remake di Demon's Souls di Bluepoint.

Destruction AllStars è la nuova creatura di Lucid Games, studio di sviluppo inglese relativamente giovane che, dopo aver prodotto diversi titoli per dispositivi mobile ed essersi occupato di alcune conversioni per console, è pronto al debutto sul palco della nuova ammiraglia di Sony con un titolo arcade di combattimento tra veicoli folle e adrenalinico. Dopo una settimana passata al volante, siamo pronti a raccontarvi le nostre impressioni su Destruction AllStars, disponibile come parte dell'offerta PlayStation Plus di febbraio.

La trama della nuova opera di Lucid, com'è facile immaginare, non è altro che un pretesto per lanciare i giocatori nelle arene multiplayer che costituiscono il cuore dell'esperienza. In un non meglio precisato futuro esiste un evento di sport-entertainment planetario che catalizza l'attenzione del pubblico da tutto il mondo. Sedici superstar delle corse si sfidano nell'Arena in una battaglia senza esclusione di colpi a bordo dei loro bolidi per conquistare il primo posto e aggiudicarsi l'ambito titolo di 'Campione della Federazione Globale della Distruzione'.

Destruction AllStars è un gioco arcade di combattimento veicolare che si basa sullo spiccato dualismo tra auto e piloti.

Viene da sé che in un titolo tanto votato al multiplayer competitivo, è proprio il gameplay a giocare il ruolo più importante e, sotto questo aspetto, Destruction AllStar propone un'offerta piuttosto divertente. La struttura ludica prevede un marcato dualismo tra sezioni a bordo dei veicoli ed altre in cui ci si trova a percorrere a piedi i pericolosi circuiti delle Arene. Ciò aggiunge un pizzico di strategia a quello che, in caso contrario, sarebbe stato un semplice concentrato di impatti tra auto ed esplosioni degne del miglior Michael Bay.

Al volante dell'auto, Destruction AllStar si presenta come il più classico arcade di combattimento tra veicoli, in linea con quanto visto in Twisted Metal, Carmageddon o Vigilante 8, per intenderci. Con un pulsante è possibile dare gas al mezzo, con un altro si tira il freno a mano e con un altro ancora ci si può catapultare fuori per procedere a piedi. Con l'analogico destro, invece, si possono eseguire accelerazioni repentine in avanti o verso i due lati per impattare contro le auto avversarie e infliggere ingenti danni. È indubbiamente una meccanica imprescindibile per questo genere ma è anche la fonte di uno dei problemi principali che abbiamo riscontrato: se lo stick destro viene impiegato per colpire i nemici, come facciamo a controllare la telecamera? Semplice, non si può. A bordo dell'auto si può solo guardare avanti o alle spalle rimanendo completamente ignari di ciò che accade attorno a noi. Credeteci quando vi diciamo che si tratta di un difetto debilitante che inficia parecchio sulle partite che molto spesso diventano fin troppo caotiche e difficili da interpretare.

Una volta all'esterno prenderemo il controllo diretto del pilota e dovremo fare di tutto per procurarci un nuovo bolide da corsa prima di essere investiti ed eliminati dalla competizione. Il gameplay delle AllStar a piedi prende in prestito i canoni tipici dei platform moderni per offrire uno schema di comandi semplice e intuitivo che, però, richiede una certa pratica per essere padroneggiato al meglio.

Il gioco 16 piloti diversi, tutti con abilità e caratteristiche uniche, che possono essere personalizzati esteticamente.

Oltre all'immancabile tasto per il salto e la corsa sui muri, ce n'è uno dedicato alle schivate, ottimo per evitare di conoscere da vicino gli pneumatici delle auto nemiche e regalare punti agli avversari. La meccanica più interessante, però, è quella chiamata 'Dirottamento' che permette di aggrapparsi al tettuccio di un malcapitato per prendere il controllo dell'auto (dopo un piccolo minigioco) oppure distruggerla in un solo colpo. Si tratta di una manovra rischiosa ma indispensabile per trionfare nell'Arena, segno evidente della volontà degli sviluppatori di conferire una certa stratificazione al prodotto.

Come se non bastasse, ciascuno dei 16 personaggi che compongono il roster di Destruction AllStar può fare affidamento su una tecnica speciale 'Breaker' che può volgere a proprio favore l'esito della battaglia. Una volta abbandonato il veicolo, è fondamentale raccogliere gli scintillanti frammenti Break sparsi nel circuito in modo da caricare l'apposita barra del potere e scatenare la potenza della nostra superstar preferita.

C'è un pilota in grado di lasciare una scia di fiamme dietro di sé per danneggiare gli inseguitori; uno che può diventare invisibile per un breve periodo; un altro capace di vedere gli avversari dietro alle pareti e via dicendo. Dopo un breve cooldown, inoltre, tutti i partecipanti possono evocare un veicolo speciale con caratteristiche uniche, notevolmente più potente di tutte le altre auto presenti nei circuiti. Fortunatamente il team di Lucid è riuscito a bilanciare piuttosto bene le abilità degli eroi di AllStar e, almeno attualmente, non ci sono piloti più utili di altri sul campo di battaglia: l'equilibrio tra abilità manuali e capacità innate dei personaggi è essenziale per la buona riuscita di prodotti di questo tipo.

La meccanica del 'Dirottamento' è fondamentale per portare a casa la vittoria. Usatela per prendere il controllo delle auto nemiche o per distruggerle in un solo colpo.

Le quattro modalità a cui possiamo partecipare rappresentano altrettanti tipi di gara con regole sensibilmente differenti. La prima, Mayhem, è il classico Deathmatch tutti contro tutti in cui i 16 piloti dovranno scontrarsi in furiosi combattimenti all'ultimo sangue per accumulare punti e portare a casa la vittoria. Per farlo ci sono diversi modi: si possono distruggere le auto avversarie in pieno stile Demolition Derby, investire i piloti a piedi o eseguire le abilità speciali delle AllStar per ottenere punteggio extra.

La seconda, Gridfall, attinge a piene mani dal genere più in voga del momento: quello dei Battle Royale. L'arena, infatti, si restringe sempre di più col passare del tempo e cadere dai bordi equivale ad essere eliminati dai giochi. Questa modalità potrebbe essere la più divertente e strategica del pacchetto se non fosse per l'impossibilità di gestire la telecamera che non permette di prevedere i pericoli che circondano il mezzo: molto spesso ci si trova sull'orlo del precipizio senza avere il tempo utile per reagire. Un vero peccato.

La terza e la quarta modalità, Carnado e Stockpile, sono le uniche che possono essere affrontate in squadre fino a quattro giocatori e prevedono l'utilizzo degli ingranaggi per l'assegnazione dei punti. In Carnado l'obiettivo è quello di colpire mezzi e piloti avversari per accumulare punti da depositare presso un tornado posto al centro della mappa facendo attenzione a non essere eliminati dal team avversario prima di raggiungere la destinazione. Stockpile, invece, richiede di portare gli ingranaggi presso tre punti di controllo diversi da controllare e mantenere per tutta la durata del match. Stiamo parlando di due modalità alquanto simili tra loro che non offrono particolari spunti cooperativi per i giocatori e che si risolvono di frequente in una semplice corsa forsennata senza alcuna visione strategica. È tutto molto divertente nel breve periodo ma decisamente stancante e privo di mordente nelle ore successive.

Le Arene includono diversi veicoli ma i piloti possono anche evocare i loro mezzi speciali.

L'unico incentivo alla progressione tra i livelli è costituito dalle monete AllStar che possono essere guadagnate partecipando ai match e spese per acquistare personalizzazioni estetiche per i 16 piloti. Si va da costumi alternativi a nuove emote, da banner con motivi grafici differenti a linee di dialogo extra: niente di particolarmente interessante, a dirla tutta.

Ci sono anche le cosiddette Serie Sfide, eventi composti da sette gare di difficoltà crescente contro la IA che hanno il duplice scopo di approfondire il background delle superstar coinvolte nelle gare e di ricompensare il giocatore con oggetti cosmetici esclusivi. Peccato, però, che ciascuna delle Serie possa essere acquistata solo con denaro reale (convertito nella valuta in-game di Destruction Point) e che abbia una durata davvero irrisoria, assolutamente insufficiente da giustificare il prezzo di 5€ per ognuno dei sedici eroi.

In effetti, il principale difetto di Destruction AllStars è da ricercarsi nella mole contenutistica offerta al prezzo di listino da titolo Tripla-A. Dal momento che non esistono stimoli concreti all'avanzamento, il titolo fa affidamento solo sul gradiente di divertimento garantito dal suo gameplay che, purtroppo, non può reggere il peso della spietata concorrenza che sgomita sul mercato di questi tempi. Per mantenere l'interesse del grande pubblico sarà necessario un corposo programma di aggiornamenti e nuovi contenuti, specialmente quando il gioco uscirà dal programma PlayStation Plus e tornerà al prezzo di standard di quasi 80€.

La quantità di contenuti presenti al lancio, purtroppo, non è sufficiente a consigliare l'acquisto e mette una seria ipoteca sul futuro del gioco in un mercato così competitivo.

Sotto il profilo tecnico, infine, la nuova opera di Lucid Games risulta alquanto piacevole. L'output in 4K e il frame-rate fisso sui 60fps anche nelle situazioni più concitate assicura una presentazione molto fluida e definita. La palette cromatica dai colori accesi e vibranti, inoltre, enfatizza adeguatamente l'ottimo design dei personaggi che ben si sposa con la natura leggera e scanzonata della produzione. Buona anche l'implementazione delle caratteristiche del DualSense che riesce a restituire con una certa efficacia la potenza degli urti e il ruggito dei motori in modo da immergere il giocatore nel folle mondo immaginato dal team britannico. Insomma, tecnicamente, Destruction AllStars è una vera gioia per gli occhi e le dita.

Per concludere, dunque, la prima nuova IP prodotta dai PlayStation Studios che approda sui lidi di PS5 è un mezzo passo falso. Se da una parte troviamo un gameplay tutto sommato divertente (al netto di alcuni problemi) ed una realizzazione tecnica piacevole, dall'altra abbiamo una carenza contenutistica che non giustifica in alcun modo l'esborso richiesto e che, inevitabilmente, porterà i server a svuotarsi nel corso dei prossimi mesi. Lucid Games dovrà impegnarsi parecchio per mantenere alto il livello d'attenzione verso Destruction AllStars ma, francamente, fatichiamo a prevedere come.

6 / 10