Detention - recensione
Un horror insolito, con un'anima triste.
Spesso i giochi migliori arrivano dal nulla. Te li ritrovi davanti senza neanche capire da dove siano sbucati. Detention è uscito da Taiwan, un paese che non fa certo dello sviluppo di videogiochi la sua tradizione più famosa. A crearlo sono stati i ragazzi della Red Candle Games, un gruppo di sviluppatori indipendenti che più indie non si può.
Siamo di fronte ad un gioco horror in 2D, un genere non comune che ha in Lone Survivor il suo esponente più famoso. Ne sono protagonisti due ragazzi di nome Kay e Wei, rimasti loro malgrado intrappolati nella loro scuola, un luogo che non può non ricordare le lugubri e terrificanti atmosfere del primo Silent Hill. Ancora più terrificante è lo scenario che fa da contorno al gioco: la Repubblica di Cina degli anni '60, un paese soggiogato da un regime governativo opprimente nel quale vige una rigidissima corte marziale. Non esiste libertà di stampa e ancora meno quella di parola.
Fuori piove e le ombre che vengono proiettate nelle aule della scuola fanno paura. Non vogliamo ovviamente rovinarvi le sorprese del gioco, ma sappiate solo che dopo un evento Kay perde di vista Wei e si ritrova sola in un luogo simile, ma non uguale, a quello in cui credeva di essere. Wei sembra essere scomparso e tutto intorno a lei si è trasformato in uno spaventoso teatro infernale. Il modo in cui questo piccolo team di sviluppatori è riuscito a rendere inquietante il gioco, utilizzando uno stile grafico tutto sommato povero, ha dell'incredibile. Detention dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che a volte idee e talento possono colmare il divario che separa un piccolo gruppo di programmatori dagli squadroni di sviluppo con budget a otto zeri.
Detention è un'avventura semplice, dalle meccaniche basilari, eppure riesce ad comunicare un senso di disagio non comune. Non è un gioco difficile e anche gli enigmi che vi troverete ad affrontare, per quanto illogici possano sembrare ad una prima occhiata, non rappresenteranno un grande ostacolo. Ciò che dovrete fare è lasciarvi andare e immergervi sempre di più nella storia, che elargisce anche dosi di folclore orientale miscelate a fasi oniriche.
Andando avanti vi accorgerete di quanto articolate siano le chiavi di lettura del gioco. Quella che inizialmente può sembrare una semplice avventura horror, ben presto si trasforma in un viaggio interiore, in una ricerca della verità che dà i brividi. Non parliamo di brividi palesi, di quelli che ti fanno fare il salto sulla sedia, ma di paure forse ancora più inquietanti che aumentano la tensione nell'aria e il battito cardiaco.
Ogni "nemico" che troverete sulla vostra strada racconta una storia e va affrontato con il dovuto rispetto. Non siete una acchiappa-fantasmi, ma una semplice studentessa, "armata" di una tremolante candela e di un coraggio tutt'altro che incrollabile. Dovrete trovare un modo per sopravvivere a questo incubo e l'unica via d'uscita passa per la vostra materia grigia. Forse più che in altri giochi simili avrete la necessità di leggere i documenti che troverete (spesso nascondono preziosi indizi) e usare in maniera arguta gli oggetti che troverete nelle stanze dell'istituto.
Detention è un gioco diverso da tutti gli horror che avete visto finora. La sua anima indipendente lo rende più originale delle produzioni tripla A e la sua anima deprimente non può non colpire allo stomaco. Se riuscirete ad andare oltre il suo apparire povero, vi ritroverete immersi in un'avventura che non dimenticherete... per parecchi motivi.