Deus Ex: The Fall - review
Non bastano gli impianti cibernetici per mirare dritto.
È decisamente il periodo degli stealth game: dopo il recente Thief e il secondo DLC di BioShock Infinite, nettamente orientato all'azione nelle tenebre più che allo scontro aperto, arriva su PC anche uno spin-off di uno dei titoli più interessanti degli ultimi anni, Deux Ex: Human Revolution, che ha riportato in auge la commistione tra sparatutto, potenziamenti cibernetici e azione ragionata. Il gioco che recensiamo è infatti Deus Ex: The Fall, che del suo illustre predecessore condivide l'ambientazione futuribile, sebbene sia ambientato prima dei fatti di Human Revolution.
I protagonisti di questo titolo sono due agenti speciali caduti in disgrazia che cercano di fronteggiare i loro ex datori di lavoro al soldo delle megacorporazioni dietro al mercato dei potenziamenti. Già nel 2028 buona parte della popolazione mondiale ha fatto la conoscenza della nanotecnologia applicata alle protesi cibernetiche: poiché siamo agli albori di questa tecnologia, tutti gli impiantati hanno bisogno di un farmaco antirigetto che, sfortunatamente, produce una sola azienda le cui le scorte si stanno pericolosamente esaurendo. Deus Ex: The Fall mette quindi insieme una serie di missioni svolte da Ben Saxon e Anna Kelso alla ricerca di questo farmaco che i gruppi di potere vogliono controllare a tutti i costi.
Dopo un breve tutorial su movimento, combattimento, gestione dei potenziamenti e procedure di hacking, inizialmente devo dire di essere rimasto impressionato dal lavoro svolto dagli sviluppatori. Le meccaniche di base di Human Revolution sono infatti state preservate insieme alla realizzazione di ambienti 3D sufficientemente complessi: la copertura e lo spostamento per eludere i nemici e prenderli alle spalle, le armi personalizzabili e soprattutto la possibilità d'investire i crediti ottenuti per potenziare le capacità fisiche e intellettive, richiamano molto da vicino il gameplay di Human Revolution. Non serve nemmeno rivolgersi a un rivenditore: armi, munizioni, rifornimenti e tutto quello che è possibile agganciare al nostro midollo spinale è immediatamente disponibile se si hanno il soldi e i kit Praxis necessari.
Per arricchirsi occorre giocare le missioni principali e magari anche completare alcune remunerative side quest: tutte presentano la consueta diversificazione tra approccio stealth o con pistole fumanti, similmente a quanto accadeva con Human Revolution. Come detto, ambientazione e trama di fondo riprendono i canoni del reboot originale e tutto sommato l'impronta di base è più che discreta: il mondo di gioco è a bassa qualità (si tratta di un port da tablet) ma coerente coi canoni di Human Revolution, e ospita sequenze d'infiltrazione alternate a dialoghi con NPC in grado di fornire informazioni preziose e side quest più o meno remunerative.
"Quando si riesce a non fare baccano Deus Ex: The Fall funziona discretamente bene"
Partiamo dagli aspetti positivi. Quando si riesce a non fare baccano Deus Ex: The Fall funziona discretamente bene: i nemici compiono i loro giri di ronda coadiuvati da robot semoventi, torrette fisse e porte da violare usando il consueto minigioco di hacking a nodi. Muoversi tra i condotti o di copertura in copertura è abbastanza gratificante per come ricorda le azioni più eclatanti del fratello maggiore: quando si elude o elimina una sequenza di guardie particolarmente impegnativa senza attivare allarmi, la soddisfazione è notevole. Poiché i livelli non sono vasti come quelli dell'originale, gli aggiramenti sono limitati a condotti e stanze attigue a quelle in cui si trova il nostro obiettivo, ma tutto sommato l'esperienza stealth ed RPG di Deus Ex si può dire sia stata mantenuta.
Purtroppo i difetti di Deus Ex: The Fall sono parecchi e risiedono in due aree specifiche: la qualità del porting e l'intelligenza artificiale degli avversari. Il gioco è affrontabile usando il mouse e tastiera o il classico joypad di Microsoft: il problema è che il gioco è stato ottimizzato per l'utilizzo del touchscreen e nel porting non è stato effettuato alcun adattamento degno di nota. In molte situazioni, infatti, ci si accorge che sovrapporre il mirino ai nemici spesso non corrisponde effettivamente alla possibilità di fare centro.
Come si vede anche nei filmati, si nota chiaramente che puntando con precisione un nemico il mirino non diventa rosso anche quando dovrebbe. Questo problema rende l'esito delle sparatorie più violente o anche solo l'uso delle armi stordenti completamente aleatorio. E infatti spesso si finisce per lasciarci le penne perché si sbagliano colpi anche a bruciapelo, che finiscono per allertare le pattuglie dell'intero livello. Non parliamo poi della selezione corretta degli oggetti con cui interagire: la raccolta di oggetti diventa comicamente ingestibile, come cercare di afferrare un'oliva con uno stuzzicadenti.
"In molte situazioni, sovrapporre il mirino ai nemici spesso non corrisponde effettivamente al fare centro"
Oltre a questi problemi legati al porting che uccidono qualsiasi velleità di Deus Ex: The Fall sul fronte del gameplay, abbiamo scoperto che non è possibile personalizzare il sistema di controllo ad eccezione della possibilità di invertire il mouse e selezionare la sensibilità. Tutti gli input da tastiera e pad non possono essere modificati e per quanto l'impostazione di default sia decente, si ha un'ulteriore conferma di come il porting sia stato poco curato sul fronte dell'interfaccia.
L'altro problema evidente è rappresentato dall'IA nemica, nel momento in cui l'infiltrazione va a rotoli e veniamo individuati da frotte di sicari che puntano su di noi senza la minima coordinazione tattica. Certo, eliminarli uno dopo l'altro a suon di fucilate è divertente (se si riesce a colpirli): purtroppo ci si accorge ben presto che non hanno la minima cognizione del concetto di copertura o di aggiramento nei nostri confronti. Un problema comprensibilmente dovuto alla scarsa intelligenza artificiale limitata dalla capacità di calcolo dei i tablet, ma amplificato dal fatto che le aree in cui si verificano le potenziali sparatorie sono piuttosto ristrette e spesso i tapini finiscono incastrati in elementi dello scenario.
Non mancano anche alcuni bug che abbiamo visto far capolino in alcune occasioni: oltre alle citate difficoltà nel prendere la mira, vale la pena segnalare la sincronia dei dialoghi non sempre perfetta e il minigioco di hacking a volte non visualizzato correttamente, mentre in un paio di situazioni ci è anche capitato che uno dei nemici non ci avesse visti nonostante fossimo esattamente in piedi di fronte a lui. Tutti bachi probabilmente dovuti alla conversione frettolosa, che peggiorano una fruizione già difficoltosa del gioco.
Tutto questo ci porta a un'amara conclusione: se pensiamo a Deus Ex: The Fall come un titolo originariamente sviluppato su tablet, bisogna ammettere che il lavoro di adattamento delle caratteristiche base di Human Revolution è stato ottimo. Sono stati mantenuti i tratti caratteristici del gameplay ibrido che anche in questo caso permette più di un approccio alla risoluzione di una quest e all'eliminazione dei nemici, grazie agli innesti cibernetici o ad alcuni accorgimenti nel level design, pur senza raggiungere l'enorme flessibilità dell'originale. Dell'IA ci si può lamentare solo fino a un certo punto, visto che era già discutibile su tablet e da una semplice conversione non ci si potevano aspettare chissà quali sorprese.
Portare il tutto su PC senza rifinire l'interfaccia, eliminare i bachi, dare la possibilità di modificare i comandi e soprattutto curare come si doveva il sistema di controllo e la gestione delle collisioni nelle sparatorie, tolgono a Deus Ex: The Fall qualsiasi velleità in grado di consigliarlo anche ai veri cultori delle infiltrazioni ben riuscite. Un vero spreco, considerato quanto del gameplay originale sia stato preservato in prima battuta dai game designer e le quattro/cinque ore di avventura offerte ai fan della serie, in crisi d'astinenza da potenziamenti.