Devil May Cry 4: Special Edition - analisi Comparativa
L'avvocato del diavolo.
Siamo più o meno a metà di quello che si può definire "l'anno dei remaster" di Capcom: Devil May Cry 4: Special Edition è soltanto la terza di cinque rivisitazioni di vecchi classici in uscita quest'anno, con Resident Evil Zero e la Mega Man Legacy Collection ancora a venire. Essendo uno dei primi titoli realizzati con l'engine MT Framework, DMC4 era piuttosto impressionante dal punto di vista grafico nel 2008. Ora, a più di sette anni di distanza, la grafica originale sarà ancora in grado di difendersi sugli hardware di nuova generazione, magari anche grazie al lavoro di aggiornamento compiuto in fase di remastering? Vista la storia non sempre felice di Capcom per quanto riguarda le riedizioni del genere, eravamo molto curiosi di scoprire la risposta a questo interrogativo.
L'elemento più importante in un capitolo di Devil May Cry è probabilmente la performance. Tutti i fan hardcore di questa serie ritengono che il frame-rate sia assolutamente critico per ottenere il giusto gameplay (di qui le critiche a Ninja Theory per i 30fps dell'ultimo DMC). Un gameplay ottimale necessita di tempi di risposta veloci. Per fortuna, nei nostri test, sia PS4 che Xbox One hanno restituito una performance complessivamente eccellente, con un frame-rate stabile a 60fps per la maggior parte dell'esperienza e senz'altro più stabile di quanto non fosse sulle vecchie console.
Purtroppo, per chi sperava in un miglioramento a 360 gradi, c'è anche un'altra faccia della medaglia: su Xbox One si notano infatti dei leggeri problemi di performance quando si affronta la modalità Legendary Dark Knight. Si tratta di una modalità piuttosto difficile, originariamente introdotta nella versione PC, che ci pone di fronte un numero di nemici molto maggiorato. Ovviamente, in una simile situazione il frame-rate e i tempi di risposta ai comandi devono essere perfetti, ma su Xbox One questo non può dirsi sempre vero. Essenzialmente, si notano dei piccoli cali verso i 50fps, sufficienti ad interrompere la fluidità. Su PlayStation 4, il problema è invece assente.
Sul fronte PC, non sorprende notare che questa versione sia ottimizzata tanto quanto la release originale. Il nostro hardware (composto da un core i5 e una GTX 780) riesce a raggiungere tranquillamente i 60fps a 1440p, con MSAA 8x abilitato. Per quanto abbiamo tentato di mettere in crisi il frame-rate, non ci siamo riusciti. Ciò detto, come risultato dei nuovi effetti aggiunti, i requisiti di sistema sono leggermente aumentati rispetto a quelli della release originale. Per esempio, una Radeon 7770 non è riuscita a mantenere 60fps perfettamente stabili a impostazioni "high", mentre non aveva problemi a farlo con il gioco originale: si tratta di un aspetto che i possessori di hardware entry-level potranno valutare.
Analisi Alternativa:
Capcom in passato non sempre è riuscita a rilasciare remaster per PS4 privi di problemi, e DMC4: Special Edition non fa eccezione, ma per fortuna in questo caso il problema è minimo e non ha un impatto sul gameplay. In sostanza, riguarda le cut-scene, durante le quali appare un frame duplicato ogni 60 circa, portando a costanti singhiozzi. L'effetto è simile a quanto già incontrato l'anno scorso in Mario Kart 8 e mina la fluidità di base. Per fortuna, la questione riguarda solo le scene non interattive e dunque non rappresenta un vero fastidio. In ogni caso, le cut-scene ora sono riprodotte a 60fps su tutte e tre le piattaforme (anche se nel caso di PS4 forse è più corretto dire 59fps). Il titolo originale era molto meno fluido, dunque anche questo è complessivamente un miglioramento.
Dal punto di vista della qualità d'immagine, entrambe le console riproducono il gioco a risoluzione 1920x1080, ma senza alcuna forma di anti-aliasing. La cosa è preoccupante, se si considera che persino la versione Xbox 360 originale utilizzava un multi-sampling hardware (MSAA). Per fortuna, la presentazione complessiva rimane accettabile grazie alla direzione artistica, che evita l'impiego di shader ad alto contrasto e linee eccessivamente sottili. La situazione potrebbe essere migliore, ma durante il gameplay vero e proprio la qualità d'immagine resta accettabile. Va anche detto che si nota l'applicazione di un certo livello di texture filtering su entrambi i sistemi, a differenza di quanto avvenuto con la release PS4 di DmC Devil May Cry, all'inizio di quest'anno.
Come da aspettative, nulla di tutto ciò costituisce un problema su PC, che offre un range di opzioni MSAA oltre al supporto a risoluzioni maggiori. Il gioco supporta Nvidia DSR per ogni esigenza di downsampling, ma sembra essere limitato a risoluzioni standard specifiche, come ad esempio quella 2160p. Noi abbiamo potuto goderci il gioco in 4K con MSAA disattivato senza alcuna penalità alla performance, ma abbiamo l'impressione che un 2560x1440 con MSAA 8x produca risultati complessivamente più piacevoli, mantenendo comunque un frame-rate bloccato a 60fps con una GTX 780.
Oltre all'atteso miglioramento di qualità d'immagine e performance, questa Special Edition porta anche ulteriori miglioramenti estetici. È stato ad esempio aggiunto un full object motion blur, che accentua le eccellenti animazioni del gioco. Tale effetto era precedentemente impiegato durante le cut-scene, ma ora è presente anche durante il gameplay vero e proprio. Visti i problemi di performance che il gioco originale aveva durante le cut-scene, si può immaginare che tale feature su PS3 e Xbox 360 fosse stata rimossa per consentire il raggiungimento dei 60fps. Si tratta senz'altro di un'aggiunta interessante, che dà a questa Special Edition una sensazione di fluidità ancora maggiore.
I dardi di luce di tipo screen-space rappresentano un'altra aggiunta. In precedenza, il gioco mostrava riflessi solari piuttosto semplici ma ora vediamo raggi realistici circondare le colonne ed emergere in trasparenza dalle finestre, creando una profondità maggiore. Anche le texture sembrano migliorate: dovrebbero provenire dal porting originale per PC, anche se in molti casi gli asset sembrano semplicemente resi più nitidi da un filtro di sharpening. Infine, abbiamo notato dei miglioramenti agli shader di superfici come acqua e ghiaccio.
Tutto ciò ci porta a parlare di un piccolo problema che non ci aspettavano: l'assenza di ombre in alcune scene. Semplicemente, le shadow map ora terminano bruscamente là dove si intersecano con un corpo liquido. Inoltre, gli specchi d'acqua ora si incontrano con le geometrie del mondo di gioco in un modo leggermente meno rifinito, che manca dell'effetto di trasparenza presente nel titolo originale. Si tratta di una situazione che non si presenta spesso, ma quando lo fa ridimensiona la gradevolezza estetica dell'ambiente. Immaginiamo che il problema sia dovuto al rimaneggiamento generale degli asset di gioco.
Altri miglioramenti si concentrano maggiormente sull'esperienza degli utenti. Ad esempio, dopo aver completato una missione non c'è più bisogno di salvare manualmente, grazie all'aggiunta di un sistema di auto-save. Il gioco include anche controlli completamente personalizzabili, al punto da consentire ai giocatori di salvare un preset diverso per ogni personaggio (una feature che gradiremmo vedere più di frequente). Gli sviluppatori hanno addirittura inserito una traccia audio in giapponese: una prima volta assoluta per la serie.
Devil May Cry 4: Special Edition - il verdetto del Digital Foundry
Nel complesso, Devil May Cry 4: Special Edition è una release piuttosto semplice, che consente ai possessori delle attuali console di sperimentare nuovamente il vecchio titolo, con qualche miglioramento. I contenuti aggiuntivi, la grafica migliorata e le nuove opzioni sono tutte aggiunte gradevoli, e benché il level design risulti ormai un po' datato, il gameplay di base resta eccellente. Specifichiamo che in Occidente il gioco è disponibile come download digitale, mentre in Oriente ne è venduta una versione fisica, che potrà interessare tutti i collezionisti amanti di questa serie (la versione retail è infatti region-free e contiene la lingua inglese).
Per quanto riguarda la piattaforma da scegliere, chiaramente la versione PC è la migliore in termini di performance tecnica. Il supporto a risoluzioni maggiori e all'MSAA, combinato con l'ottima prestazione su hardware ad ampio raggio, crea un'esperienza complessivamente molto rifinita (a patto che non si immagini di giocare con mouse e tastiera, scelta decisamente sconsigliata). Tra le due versioni console, la scelta è meno importante: il pubblico medio sarà soddisfatto da entrambe, che comunque offrono netti miglioramenti rispetto all'originale. Ciò detto, l'impeccabile performance in-game del gioco su PS4 ci porta a prediligere la piattaforma di Sony. Si tratta, comunque, di differenze davvero minime: complessivamente, Devil May Cry 4: Special Edition è forse il miglior remaster che Capcom abbia prodotto quest'anno, a prescindere dalla piattaforma.