Devil May Cry 4: Special Edition - recensione
Nuova grafica, vecchi problemi.
Sono passati parecchi anni dall'uscita di Devil May Cry 4, capitolo della celebre saga Capcom che divise gli appassionati per più di una ragione. Pur essendo divertente e dotato di un sistema di combattimento curato e frenetico, il gioco era caratterizzato da un protagonista diverso dall'amatissimo Dante, almeno nelle prime fasi dell'avventura.
Questo elemento, che avrebbe dovuto rappresentare un importante campanello d'allarme per i ragazzi di Ninja Theory durante la futura realizzazione di DMC: Devil May Cry, fu solo uno di quelli che non permisero a Devil May Cry 4 di raggiungere il medesimo livello di popolarità del primissimo capitolo della serie, e dell'idolatrata Special Edition di Devil May Cry 3.
Oltre ad essere "colpevole" di aver voluto cambiare protagonista (e di non aver avuto il coraggio di andare fino in fondo con questa decisione, inserendo comunque Dante all'interno della storia), Capcom aveva anche trascurato Devil May Cry 4 dal punto di vista dei contenuti e del level design, costringendo perfino i giocatori ad accettare un backtracking fin troppo pronunciato.
Nella seconda metà del gioco, infatti, era necessario ripercorrere a ritroso le stesse ambientazioni già affrontate vestendo i panni di Nero, dettaglio che ha indispettito più di un appassionato, impedendogli di apprezzare il gioco quanto avrebbe desiderato.
Col remaster Devil May Cry 4: Special Edition, Capcom ha cercato di aggiustare il tiro sul fronte della fluidità generale e della quantità di contenuti ma non ha potuto fare nulla per i difetti strutturali che minavano le basi del titolo originale.
Anche in questa nuova versione, infatti, il backtracking è presente in dosi massicce e rappresenta ancora oggi un difetto evidente a cui è impossibile sfuggire. Nella seconda metà del gioco, quindi, vi ritroverete a ripercorrere le stesse identiche ambientazioni già viste nelle prime ore dell'avventura, eliminando qualsiasi senso di meraviglia e scoperta nel corso della progressione verso il finale.
Il che è un vero peccato, visto che il sistema di combattimento di Devil May Cry 4 è ancora ottimo e perfettamente in linea con quanto abbiamo sempre apprezzato della celebre saga. È da qui che Ninja Theory ha raccolto gran parte delle idee e delle caratteristiche del gameplay di DMC: Devil May Cry. Il braccio estensibile di Nero, anni fa, aveva aggiunto un elemento molto interessante all'intero gameplay, successivamente ripreso da molti titoli del genere per rendere l'azione sempre più dinamica e priva di cali di ritmo.
La cosa interessante di Devil May Cry 4 Special Edition, comunque, è l'introduzione di una serie di personaggi extra appartenenti all'universo del gioco, per la prima volta resi giocabili e inseriti nel contesto ludico.
Ecco, quindi, che a Nero e Dante si affiancano Virgil (che in questa versione prende il meglio dalle sue varianti apparse in altri giochi), Lady e Trish, con stili di combattimento ben definiti e capaci di cambiare drasticamente l'approccio alle battaglie.
Questo è senza alcun dubbio un extra di peso, visto che non solo permette anche a chi ha già giocato la versione originale del gioco di divertirsi di nuovo sperimentando emozioni differenti, ma garantisce ai nuovi utenti tantissime ore di intrattenimento, e la possibilità di trovare il proprio eroe preferito tra tutti quelli presenti nel disco.
Ogni combattente è dotato di una vasta gamma di costumi tra cui scegliere il proprio preferito. Il fatto che le sequenze narrative siano realizzate in real time con il motore di gioco, così come i costumi, fa sì che questi vengano visualizzati anche durante i video dedicati all'avanzamento della storia, cosa che non avveniva per esempio proprio nella remastered di DMC: Devil May Cry.
L'altra novità della Special Edition (ma solo su console, visto che era già presente sulla versione PC del gioco originale) è rappresentata dalla modalità Legendary Dark Knight, che in sostanza non fa altro che aumentare ulteriormente il livello di difficoltà rispetto a quelli già precedentemente inseriti nel gioco, vomitando contro il protagonista un numero mostruoso di avversari.
Considerata la natura di Devil May Cry, appartenente al genere stylish action, è chiaro che un livello di sfida adeguato sia in grado di incrementare drasticamente il divertimento del titolo, soprattutto per i giocatori che puntano sempre a ottenere il massimo dalle proprie prestazioni.
Cercare di ottenere le valutazioni più alte giocando a questa modalità è davvero un'impresa ed è necessario sfruttare tutte le abilità messe a disposizione dagli sviluppatori di Nero, Dante e del resto del gruppo.
Dal punto di vista tecnico il lavoro svolto non è nulla di eccezionale. Il team ha semplicemente fatto i compiti a casa portando il frame rate a 60 fps fissi (salvo nelle sequenze narrative, dove si nota qualche scatto di troppo qua e là), aumentando la risoluzione e aggiungendo una serie di effetti grafici ormai standard nell'attuale generazione hardware.
Gli interventi tecnici più utili e interessanti non riguardano comunque il comparto grafico, ma quello strutturale del gioco. Il fatto di non dover più salvare manualmente (grazie al cielo!) e di poter modificare a piacimento la distribuzione dei tasti, migliora notevolmente l'esperienza globale.
Devil May Cry 4 Special Edition è una buona remastered, soprattutto per chi non ha mai affrontato il titolo originale. I difetti già segnalati anni fa, quelli che impedirono all'avventura di Nero di convincere tutti gli appassionati, sono rimasti invariati. Se non avete giocato DMC: Devil May Cry, comunque, vi consigliamo caldamente di optare per la remastered del titolo dei Ninja Theory, superiore sotto ogni punto di vista a quest'ultima proposta di Capcom.