Devil May Cry 5 - prova
Tre ore in compagnia di Dante, Nero e V.
All'interno della stanza che ci ha permesso di giocare per tre lunghe ore con una versione piuttosto avanzata di Devil May Cry 5, togliendo per un attimo le cuffie dalle orecchie che pompavano l'esagerata e avvolgente colonna sonora, tra le mura rimbombava unicamente il feroce ticchettio delle dita che sbattevano sui tasti dei joypad.
Una furia alimentata da un altissimo tasso di concentrazione e da un pad ben saldo tra le mani che sudavano per l'enfasi della battaglia. In quella "plasticosa" armonia che riecheggiava all'unisono all'interno della stanza abbiamo trovato la vera essenza di questo DMC 5.
Un titolo, quello di Hideaki Itsuno, che si conferma come uno dei migliori manifesti dell'action game. Un inno allo studio della tecnica e dei movimenti dei nemici; un'esaltazione esasperata delle combo, qui portata su più livelli grazie a tre protagonisti che racchiudono tre esperienze ludiche opposte tra loro, ma accomunate da una trama che vede ancora una volta Dante, Nero e il misterioso V., intenti a lottare contro svariate fattezze demoniache.
Nonostante i vari rimpasti narrativi dell'ultimo periodo, la storia di Devil May Cry 5 è quella più avanzata della timeline, e vede l'introduzione di V, un ragazzo in grado di governare le arti arcane sotto forma di manifestazioni animalesche. Sarà proprio quest'ultimo a chiedere aiuto a un Dante che, nonostante qualche anno in più sulle spalle, si mostra ancora una volta tanto agile quanto sbruffone. Nero, invece, dopo aver perso la sua Devil Bringer, apre la sua personale agenzia grazie al prezioso aiuto di Nico, una giovane meccanica abile nella costruzioni di armi e soprattutto di un nuovo braccio per il nostro Nero, chiamato "Devil Breaker".
Una storia di cui non vi vogliamo ovviamente svelare nulla ma che ci porterà a giocare una serie di livelli nei panni di tutti e tre i personaggi, con alcuni stage espressamente dedicati a un singolo eroe, e altri in cui sarà nostra la scelta del personaggio.
Parlando di gameplay, dopo questa prova possiamo affermare di non aver più dubbi al riguardo: Devil May Cry 5 è un'esplosione di stile e tecnica. Ogni singolo personaggio ha il suo personale approccio allo scontro, che è stato studiato a puntino dagli sviluppatori di Capcom, obbligando il giocatore ad imparare tre differenti stili, ognuno dotato di una metodica e certosina combinazione di combo utilissime per prevalere sugli avversari, ma anche per guadagnare dei buoni ranking alla fine di ogni singolo scontro.
Nero ha dalla sua le amate "Red Queen" e "Blue Rose", una letale spada che può essere caricata per fare maggior danno e l'inseparabile Revolver. A questo si aggiungono i "Devil Breakers". Sì, avete letto bene, parliamo al plurale perché ci saranno diverse tipologie di nuove braccia bioniche da poter montare, ognuna con la sua funzione base e avanzata (che si attiva tenendo premuto il tasto designato).
Un elemento, quest'ultimo, che rende interessante la preparazione allo scontro, soprattutto se pensiamo che se si possiedono diverse tipologie di braccia, l'ordine in cui vengono attivate viene deciso dal giocatore. Non va sottovalutato, inoltre, che per passare al braccio successivo, quello attualmente in uso deve essere "consumato" o volontariamente fatto esplodere. Una scelta non banale, vuoi per la versatilità dei vari poteri innestati all'interno delle varie estensioni bioniche, ma anche per l'effetto che possono avere sulle varie tipologie di nemici.
V, al contrario, usa un approccio inedito e spiazzante per la serie. Lui non combatte mai di persona ma utilizza tre evocazioni per fare danno: Pantera, Corvo e Golem. La prima è utile nel corpo a corpo, la seconda per gli attacchi a distanza e la terza è una sorta di "super evocazione" che si può attivare solamente al riempimento di una determinata barra. V, inoltre, non si sporca mai le mani, preoccupandosi solamente di impartire ordini ai suoi "animali" e cercando di stare sempre lontano dallo scontro, così da evitare inutili danni. A lui spetta solo la kill finale, che si attiva con un tasto specifico quando il nemico è in fin di vita.
Si tratta di un approccio inedito, inizialmente spiazzante e quasi confusionario, ma una volta assimilato, in grado di regalare combo fantastiche ma soprattutto un gameplay frizzante e visivamente impressionante. Inoltre, sebbene dei tre stili presentati dal gioco quello di V sia a conti fatti il combat system più facilmente utilizzabile dei tre, non mancano variabili interessanti.
Attraverso la pressione di un tasto durante lo scontro V inizia a leggere un libro, potenziando momentaneamente le sue evocazioni; le figure animalesche al raggiungimento di un tot. di danni svaniscono in una bolla, e prima di poterle rievocare dovranno passare obbligatoriamente alcuni secondi, lasciando V esposto ai nemici. Variabili non da poco, che rendono l'approccio con questo personaggio avvincente tanto quanto quello con gli altri due eroi del gioco.
Infine, ecco Dante. L'icona di questa serie, colui che come tutte le grandi star si fa attendere persino nel gioco, ma che quando arriva in scena spazza via ogni dubbio. Il ragazzo dal ciuffo bianco è indubbiamente il personaggio più complesso e versatile da utilizzare. Dalla sua ha la possibilità di alternare in tempo reale le due armi corpo a corpo e le due a distanza (indovinate un po' di chi stiamo parlando?), con qualche gradita novità in termini di arsenale come un fucile a canne mozze.
Sempre in tempo reale si può impostare il suo combattimento su quattro differenti stili, che influenzando in maniera consistente il parco delle mosse speciali. Infine, ma non è una novità nemmeno questa, c'è la possibilità di manifestare la sua "Devil Trigger", una pericolosa forma demoniaca. Dante richiede tempismo, duttilità, precisione e soprattutto pazienza nell'imparare tutto quello che il cacciatore di demoni può maneggiare. In una curva di apprendimento che, a modalità normale, non è mai sembrata frustrante (ma assolutamente impegnativa, questo sì), Dante è sicuramente uno step in avanti in termini di conoscenza del gameplay. Gli stessi nemici, nello stage che abbiamo provato, ci sono sembrati notevolmente più numerosi e per questo impegnativi.
Parlando proprio di nemici, possiamo dirvi che la quantità è la diversità di pattern di attacco è assolutamente assicurata. Le boss fight affrontate, invece, hanno sempre richiesto approcci differenti, con una varietà che non dovrebbe quindi mancare all'interno dell'avventura. A non mancare saranno sicuramente i potenziamenti, che ancora una volta potremo comprare per migliorare il move set dei personaggi, i loro poteri speciali e diverse altre cose che ovviamente non vi sveleremo in questa sede.
Devi May Cry 5 offre una qualità visiva assolutamente incredibile (che potrete apprezzare anche all'interno di un bel photo mode), fluidità delle animazioni incredibile, gameplay solido come il granito e la solita strafottenza tipica della saga made in Capcom. Al netto di questo, ovviamente, qualche piccolo difetto durante la nostra run lo abbiamo riscontrato. Come qualche calo di frame rate (soprattutto durante le boss fight) e una telecamera che in alcune situazioni non ci ha offerto la migliore delle inquadrature possibili, anche se è stata possibile sistemarla manualmente tra stick e "lock on" sui vari nemici.
Difetti, questi, che speriamo siano sistemati a ridosso dell'ormai imminente uscita, ma che non minano in alcun modo l'enorme soddisfazione che abbiamo percepito giocando a Devil May Cry 5. Infine, anche il fattore rigiocabilità non dovrebbe rivelarsi un grosso problema: oltre ai ranking da migliorare, ci saranno sparsi nel livello svariati segreti e sfide da superare.
Una cosa è quanto mai certa: se il diavolo si annida nei dettagli, Devil May Cry 5 potrebbe davvero offrire un'esperienza diabolicamente piacevole. Appuntamento dunque all'8 marzo per il verdetto definitivo.