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Dice Legacy - recensione

Uno strategico che unisce city builder e board game, incentrato sui dadi!

Gli sviluppatori italiani sono in fermento. Dopo la rassegna Games in Italy, evento Steam che a inizio luglio ha presentato al mondo un ricco catalogo di videogiochi nostrani, nell'arco di due soli mesi si sono susseguiti l'evocativo Vesper di Cordens Interactive, il fumettistico Foreclosed di Antab Studio, e ancora RiMS Racing di RaceWard, ITALY: Land of Wonders di Forge Reply e l'ambizioso (troppo per il suo bene) Baldo di Naps Team. Opere di indipendenti e veterani, realizzate con passione e sudore in un paese che stenta a prendere seriamente il settore, nonostante qualche primo passo cominci a muoversi.

Ai valorosi di cui sopra si aggiunge Dice Legacy, uno strategico davvero elegante e atipico, sviluppato a Ravenna da DESTINYbit. Vincitore come "Most Original Game" al Gamescom 2021, si tratta di un city builder che unisce meccaniche survival e dinamiche da gioco da tavolo.

Siamo di fronte a un'opera realizzata con ottimo gusto estetico, competenza e profonda conoscenza del genere di riferimento. Già con Empires Apart, pubblicato da Slitherine, DESTINYbit aveva sperimentato con gli strategici in tempo reale, guardando alla lezione di Age of Empires.

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Dice Legacy stimola sin da subito il senso di esplorazione del giocatore, sia grazie all'uso della nebbia di guerral, sia per la presenza di risorse esauribili, meccanica che fa di ogni zona solo un punto di appoggio temporaneo. Ci sono unità con abilità personali che permettono diversi approcci alle campagne, dal più pacifico al più militaresco. Lungo il vostro tragitto incontrerete di tutto: accampamenti con cui commerciare, banditi da cui difendersi, miniere da svenare e templi da esplorare (con brevissime sezioni narrative).

Ebbene sì, tragitto, perché in Dice Legacy non vi troverete su una tranquilla pianura, su un isolotto o su un altopiano. Il setting è infatti un mondo-anello, degno di Halo o del Mondo Fiume dello scrittore statunitense P. J. Farmer.

Il terreno di gioco è quindi un lembo di terra, lineare, che curvando intorno a una stella compie un giro completo per ricongiungersi a sé stesso. In termini di gameplay questo significa che, per quanto sia possibile appostarsi in un'area dell'anello, per raggiungere i propri obiettivi sarà necessario esplorare, riorganizzarsi e prepararsi costantemente a varcare l'ignoto. In altre parole: sempre avanti, per completare il loop.

Il gioco è ambientato in un "pianeta" all'apparenza fantascientifico ma questo non deve ingannare: il setting è in realtà fantasy medievale, con banditi armati di fiaccole, assassini nascosti nella foschia, capanne di legno, osterie e taglialegna con attrezzi rudimentali.

Dice Legacy ha un'interfaccia utente molto chiara: in alto le statistiche degli abitanti, a sinistra le risorse, in basso i dadi. A ogni colore del dado corrisponde una classe differente.

Qualche guizzo ingegneristico c'è: i centri di ricerca possono potenziare le strutture e le truppe; per contrastare il gelo dell'inverno, che blocca le unità, si usano stufe enormi; gli ospedali possono risolvere qualunque malanno, grazie alle sempre più approfondita conoscenza delle erbe medicinali.

È chiaro che siamo quindi di fronte a un RTS molto stratificato, particolare e capace di stupire anche lo zoccolo duro di appassionati. A colpire non è soltanto l'ambientazione, ma anche il sistema di gioco che sarà al centro delle vostre strategie. Avrete in dotazione una pool di dadi che rappresentano le vostre unità, ciascuna appartenente a una classe sociale: i villici sono i tuttofare, i cittadini attueranno le ricerche per potenziare il rendimento dei vostri accampamenti, i soldati vi proteggeranno dalle incursioni (o le faranno per voi), i mercanti pacificheranno tramite le vostre risorse (come la birra) gli stranieri che incontrerete. I sacerdoti hanno invece la possibilità di attivare diverse strutture per curare status alterati o tenere alto il morale degli avamposti.

I dadi, che potrebbero far temere un'eccessiva presenza di fattori casuali ed RNG, servono in realtà soltanto a determinare quale tipo di attività possa svolgere un'unità in un dato momento. Se il dado decide che un soldato ha voglia di costruire qualcosa, sarà il caso di metterlo all'opera per potenziare l'accampamento. Nel caso non si volesse assecondare il suo desiderio, si può cercare un'attività generica o tirare nuovamente il dado (riducendo la durabilità della truppa, inutile se raggiunge lo 0).

Le Leggi sono abilità passive e determinano la Felicità delle classi sociali in gioco.

Il giocatore non è mai completamente in balia dei dadi e questo è un buon punto a favore di game design e bilanciamento. Proseguendo con le campagne, inoltre, si avrà modo di fondere due dadi, potenziarne una faccia a scelta e addirittura farli ascendere (potendoli trasportare in altre partite).

Nel lungo termine, lo scopo è craftare i propri assi nella manica e prepararsi alle sfide più complesse che Dice Legacy presenterà, nei suoi sei scenari. Infine, il regnante che sceglierete come avatar avrà un'abilità speciale utile a risolvere alcune situazioni spinose. Il capitano della guardia, per esempio, rende più forti i dadi feriti.

La Felicità, risorsa ormai tipica del genere, è diversa per ogni classe sociale e quando è bassa può causare problemi, come incendi. Oltre alle classiche strutture per calibrarla (come piazze e chiese), la Felicità dipende da quanti distretti possiede una classe e da quante Leggi a suo favore sono state promulgate. Le Leggi sono delle abilità passive che attiverete a scelta al cambio di stagione, conferendo bonus disparati ma cambiando nettamente l'equilibrio politico della vostra spedizione.

Si può raggiungere il game over per bassa Felicità (il regnante verrà destituito), anche qualora ci siano ancora dadi, strutture e truppe da utilizzare. Giocare frettolosamente non paga, anche se a dire il vero, durante alcune delle nostre partite, condizioni di sconfitta meno drastiche avrebbero permesso in pochi secondi di ripristinare la situazione drammatica in cui stavamo precipitando.

L'inverno può congelare i vostri dadi. Solo le stufe e i templi possono proteggere dal gelo.

Altre risorse sono il cibo, per ripristinare la durabilità delle truppe, le erbe mediche e tutti quei materiali utili a costruire strutture (legno, pietra, ferro). Come già accennato, ci sono anche le risorse derivate, per commerciare, e i Punti Ricerca, da spendere in diversi alberi delle abilità per ottenere bonus passivi.

Abbiamo tutto ciò che di norma si trova in un classico city builder, tolta la possibilità di costruire un sistema autosufficiente, per via della mancanza di strutture che comunicano, autonomamente, l'una con l'altra. Il giocatore, infatti, non può stare fermo un secondo, pena la completa immobilità delle proprie unità, da disporre costantemente nelle varie attività.

Una nota, per evitare fraintendimenti: la componente militare si limita alla disposizione di un dado-soldato sopra una truppa nemica. Ci sono dei valori numerici che indicano la superiorità del dado scelto (durabilità ed eventuali moltiplicatori) ma non siamo di fronte a uno strategico di stampo militare.

Dimenticatevi dunque formazioni, battaglie campali, complesse gerarchie di soldati, capitani/eroi e quant'altro. I soldati servono a tenere a bada l'imprevisto, conquistare gli accampamenti di pura forza bruta (ma solo quelli nel range della propria città) ed evitare che i vostri edifici vengano distrutti.

L'ambientazione di Dice Legacy è un assurdo mondo anello. Cosa succederà una volta completato il giro?

Dice Legacy non ha modalità multiplayer ed è da intendersi come un'esperienza profondamente single player, da affrontare con calma e con attenzione. A difficoltà facile e normale è possibile mettere il gioco in pausa, così da fare le dovute considerazioni prima del le proprie mosse. Ma il gioco, per come lo intendono gli sviluppatori, in modalità Legacy (e nelle due successive) è senza pausa, risorse più scarse e popolazione più difficile da accontentare.

Dal lato della grafica, è bene specificare che i dadi non sostituiscono i modelli umani. Lo scenario è sempre piacevole da ammirare, anche se avremmo preferito più libertà con la telecamera (semi-fissa sopra le infinite distese dell'anello).

Qualche intoppo si ha anche quando troppe strutture sono l'una vicino all'altra: finché non si ha la giusta dimestichezza con il gameplay potreste dare vita a villaggi troppo caotici. Fortunatamente, il tutorial è molto graduale e con un po' di pazienza tutto diventa decisamente familiare. I testi, anche in lingua italiana, aiutano in questo senso.

Dice Legacy è un nuovo, solido capitolo nella storia dei gestionali. Sperimenta lì dove serve, unendo al classico city builder due concept originali: l'uso dei dadi e la presenza del mondo anello. Se cercate un RTS con una buona dose di sfida, mistero e imprevisto, questo fa per voi. Se preferite invece qualcosa di più pacifico, non sottovalutate la scalabilità della sfida, che pur con i suoi ostacoli riesce ad essere molto rilassante. Il dado è tratto: DESTINYbit ci sa fare.

8 / 10
Avatar di Antonino Fiore
Antonino Fiore: Classe 1993, in squadra dal 2018. Ha scoperto i videogiochi con i floppy dell’Amiga e da allora vive, sbalzato temporalmente, una generazione indietro. Dalle avventure grafiche agli horror, è un accanito retrogamer e un vorace escapista. Con gli anni ha realizzato d’essere, più che altro, un semplice Homo Ludens. Megaman e Suikoden sono i suoi punti deboli.

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