La trilogia di Tomb Raider è una delle migliori conversioni disponibili su Stadia - analisi comparativa
Il reboot del 2013, Rise e Shadow a confronto con le versioni PC e console.
Il porting operato da Nixxes di Shadow of the Tomb Raider per Stadia è uno dei migliori titoli attualmente disponibili per la neonata piattaforma di Google. La versione per streaming del terzo capitolo della serie reboot dedicata a Lara Croft, infatti, offre un'impressionante qualità visiva che può essere confrontata direttamente con quella vista su Xbox One X grazie ad una risoluzione 4K nativa e ad un frame-rate fisso sui 60fps. Shadow, tuttavia, è solo uno dei tre episodi della serie rilasciati su Stadia e, al netto di alcuni piccoli difetti, anche Tomb Raider 2013 e Rise of the Tomb Raider sono stati convertiti in modo eccellente. Vale la pena, dunque, dare un'occhiata approfondita a questi titoli, soprattutto considerando che il primo capitolo di questa serie reboot è disponibile per il download gratuito nel mese di dicembre per gli abbonati a Stadia Pro.
Analizzeremo ciascuna incarnazione del brand a partire dal reboot che è una conversione della Definitive Edition apparsa su console current-gen. Ciò significa che sono inclusi tutti gli aggiornamenti usciti nel corso del tempo, compreso il nuovo modello poligonale di Lara, e alcuni dei miglioramenti apparsi nella versione PC. Alcuni ma non tutti: la tassellatura è assente, per esempio, ed anche gli effetti di profondità di campo visti nelle edizioni per console, sono stati rimossi da quella per Stadia.
Il campo in cui Stadia supera PS4 e Xbox One è quello relativo alla risoluzione e al livello di prestazioni. La versione in streaming, infatti, opera a 60 frame al secondo valicando la limitazione a 30fps di Xbox One e i 60fps instabili di PS4. La risoluzione dinamica implementata, inoltre, cerca sempre di offrire il maggiore conteggio pixel possibile mantenendo il livello cruciale di prestazioni. Durante i nostri test abbiamo registrato spesso una risoluzione di 1512p ma in alcune scene si sono raggiunti anche i 1720p.
Detto questo, abbiamo notato alcuni problemi sporadici con lo scaling dinamico della risoluzione che ha vincolato alcune situazioni a 1280x720. È opportuno sottolineare che, sotto questo punto di vista, non è semplice raccogliere dati precisi a causa della compressione dello stream video ma la variabilità della risoluzione è piuttosto lapalissiana. Tutto sommato, quello operato per Tomb Raider 2013 è un buon porting e l'unica critica che possiamo muovergli è che è difficile immaginare che siano stati impiegati tutti i 10.7 teraflop della GPU per un gioco così datato che gira molto al di sotto del 4K. L'impiego dello scaler dinamico della risoluzione, comunque, dovrebbe tradursi in un uso più vantaggioso della potenza della GPU, quando l'hardware dei server di Stadia verrà migliorato, in futuro.
A differenza del primo episodio della trilogia, Rise of the Tomb Raider, uscito originariamente nel 2015, può vantare due modalità di visualizzazione: quella che privilegia la qualità visiva e quella votata alle performance, entrambe già viste su PS4 Pro e Xbox One X. La quality mode, accessibile solo tramite il feed 4K di Chromecast Ultra, renderizza nativamente a 3840x2160 pixel con un frame-rate fisso sui 30fps con piccoli cali solo in alcune zone specifiche che avevano messo in difficoltà anche Xbox One X. Lo ripetiamo: ci aspettavamo che una GPU a 10.7 TeraFlop potesse risolvere alcune problematiche di performance riscontrate nella versione per Xbox One X con la sua GPU da 6 TeraFlop.
In termini di effetti grafici, abbiamo notato alcuni interessanti cambiamenti. Per cominciare, l'anti-aliasing adottato per la versione Stadia è significativamente migliorato rispetto al passato o, per lo meno, modificato per visualizzare meno artefatti visivi nello streaming compresso. Questo anti-aliasing più efficace, inoltre, viene utilizzato in combinazione con una gestione differente del livello di dettaglio della vegetazione. Quest'ultima, infatti, può apparire differente a lunga distanza con meno dettagli sub-pixel che, tuttavia, si traducono in un'immagine generalmente più stabile, su Stadia.
Per quanto riguarda gli effetti di rendering e le impostazioni, la situazione si ribalta e Xbox One X prevale sulla nuova piattaforma di Google. Una delle maggiori differenze è dovuta alla qualità inferiore delle texture in quasi tutti gli asset presenti nel gioco, fattore piuttosto evidente in entrambe le modalità di rendering di Stadia. Ciò conferisce al gioco un aspetto più morbido e, a causa di un filtering anisotropico di livello inferiore, gli oggetti posti a lunga distanza hanno un aspetto generalmente meno curato. Su Stadia, inoltre, manca l'illuminazione volumetrica e tutti i miglioramenti visti nella modalità "potenziata" di Xbox One X. Tutto sommato, però, questo porting è davvero bello da vedere in azione su una piattaforma di streaming: è solo un po' strano vedere tutte questa caratteristiche mancanti.
Shadow of the Tomb Raider è l'ultimo capitolo della trilogia ed è anche il più simile alla controparte per Xbox One X. Anche in questo caso sono disponibili due modalità di rendering (performance e quality) sebbene la modalità quality sia disponibile solo tramite streaming su Chromecast Ultra. Xbox One X renderizza queste due modalità di visualizzazione rispettivamente a 1080p e 4K ed anche su Stadia la quality mode raggiunge i 3840x2160 pixel. Tuttavia, a differenza delle console, la modalità performance è influenzata da uno scaler dinamico della risoluzione. Anche stavolta è difficile registrare esattamente i dati ma, durante i nostri test, abbiamo raccolto dati che parlano di una risoluzione tra i 1224p e i 1350p. Ricordate, comunque, che il range potrebbe essere molto più ampio in entrambe le direzioni.
Sotto il profilo dell'effettistica visiva, la versione per Stadia utilizza gli stessi settaggi grafici di Xbox One X con l'unica differenza nel campo del post-processing. Per esempio, l'effetto bokeh impiegato in alcune aree del gioco è differente così come la tecnica di anti-aliasing che sembra essere addirittura superiore a quella vista sulla console potenziata di Microsoft. Gli altri cambiamenti sono davvero minimi, al punto da poterli considerare insignificanti. Tuttavia, proprio come nel caso del porting degli altri capitoli di Tomb Raider, il filtering anisotropico è di una qualità inferiore rispetto a quello di Xbox ONe X. Non possiamo fare a meno di pensare che si tratti di una scelta atta a rendere più facile il lavoro dell'encoder video.
In definitiva, diremmo che il trittico di giochi di Tomb Raider rilasciati su Stadia offrano un'esperienza davvero godibile. Il fatto che girino tutti a 60 frame al secondo è un bonus non indifferente e la modalità performance è indubbiamente quella che ci ha colpito di più, nonostante avessimo a disposizione uno schermo 4K ed una connessione 'eccellente'.
Sotto il profilo tecnico, comunque, la presentazione di questi tre giochi fa sorgere numerose domande sulla potenza effettiva in termini di GPU a disposizione degli sviluppatori. Probabilmente dovremo attendere qualche tempo prima di capire che tipo di performance sarà possibile trovare su Stadia. Torneremo a parlare di questo argomento quando analizzermo giochi come Final Fantasy XV o Metro Exodus.