Wolfenstein 2 su Switch: un hardware portatile può far girare uno sparatutto così strepitoso? - analisi tecnica
Certo che può: ma come?
Quando Bethesda ha annunciato di essere a lavoro su un porting di Doom (il reboot del 2016) per Nintendo Switch, era davvero difficile credere che fosse possibile ottenere una buona conversione. Panic Button, però, è riuscita a produrre il porting impossibile, accompagnato da una serie di problematiche ma assolutamente giocabile e, dal punto di vista tecnico, su Switch, davvero unico nel suo genere. Naturalmente, quando è stata annunciata anche la conversione del più impegnativo Wolfenstein 2, siamo stati scettici, ancora una volta, sul fatto che il gioco potesse ricevere un porting di alto livello, soprattutto considerando i problemi di frame-rate di Doom. Al momento della prova, tuttavia, siamo stati nuovamente sorpresi dal fatto che Wolfenstein 2, su Switch, è un miracolo tecnologico ancora maggiore del suo predecessore.
Speriamo davvero che da qualche parte nei laboratori di Ricerca e Sviluppo di Nvidia, gli architetti del Tegra X1 abbiano visto questo gioco, anche solo per rendersi conto di quanta fedeltà all'originale sia stata raggiunta su quello che è, fondamentalmente, un processore mobile. Come nel caso di Doom 2016, chiaramente, non si tratta della migliore versione possibile del gioco ma anche giocarlo in modalità portatile su un Tegra di tre anni fa, su una GPU che gira alla velocità di clock massima di 384MHz che distribuisce circa 7 watt di potenza, restituisce un impatto visivo strabiliante. Ovviamente ci sono una serie di compromessi ma, in linea di massima, tutta l'esperienza di Wolfenstein 2 è stata riprodotta fedelmente e, se eravate preoccupati delle performance altalenanti di Doom, vi farà piacere sapere che Panic Button è riuscita addirittura a migliorare la stabilità generale del frame-rate su quello che è, a tutti gli effetti, un gioco molto più complesso. Per raggiungere l'obiettivo, inoltre, c'è la forte possibilità che Panic Button possa aver utilizzato tecniche e tecnologie mutuate dallo sviluppo per PS4 Pro e Xbox One X, un'altra 'prima volta' per Nintendo Switch.
Sotto molti aspetti, Wolfenstein 2 è un caso di studio interessante su come effettuare un porting su una macchina meno potente dell'originale. L'obiettivo per ogni conversione è quello di ottenere l'esperienza più vicina possibile alla materia originale compiendo le giuste scelte durante lo sviluppo. La versione per Switch di FIFA Soccer ha visto EA optare per un motore di gioco completamente differente con un focus particolare sulle performance e la risoluzione: una versione migliorata dell'engine della scorsa generazione più che un Frostbite depotenziato. E che dire di Fortnite? Da Xbox One X agli smartphone, da Switch alle altre piattaforme, ogni versione del gioco si concentra sul restituire l'esperienza completa a qualsiasi costo, a prescindere dai sacrifici, in termini di grafica, necessari per raggiungere quel traguardo. Anche se lo state giocando su un iPhone 6S, è sostanzialmente lo stesso gioco.
Con Wolfenstein 2, Panic Button si è invece concentrata sull'offrire l'esperienza più vicina possibile alla release originale sotto il punto di vista dell'impatto grafico e del design generale. Rimuovere elementi come l'illuminazione volumetrica, l'occlusione ambientale, il motion blur applicato agli oggetti e l'illuminazione dinamica avrebbe migliorato le performance a discapito, però, dell'identità visiva del titolo mentre la divisione dei livelli in porzioni più piccole avrebbe distrutto il ritmo di gioco. Fortunatamente, in termini di design, il team di sviluppo è riuscito a trasportare con successo ogni singola mappa nella versione per Switch. Proprio così: Wolfenstein 2 mantiene tutte le ambientazioni, tutti gli elementi principali e la maggior parte degli effetti visivi dell' idTech 6 nonostante sia stato portato sulla GPU mobile di Switch.
Questo non vuol dire, comunque, che non siano state apportate modifiche e cambiamenti lungo la strada. Un esempio, in tal senso, è l'area all'inizio della missione a New York che includeva una bellissima vista del relitto da cui emergeva il protagonista, nella versione originale del gioco. Su Switch, invece, un nuovo muro è stato eretto in quel preciso luogo, presumibilmente per ridurre il carico sull'hardware quando guardiamo in quella direzione. Si tratta di un trucco che è stato impiegato per generazioni, anche nel caso del porting del leggendario Quake su Sega Saturn. Aggiungere il muro ostruisce una porzione della visuale che, di conseguenza, non deve essere renderizzata, risparmiando sulle performance.
Il gioco, tutto sommato, è intatto ma riuscire a portarlo su Switch ha richiesto una particolare filosofia: rendere prioritario il rendering degli oggetti, più che la risoluzione. Il risultato finale è un gioco che è molto simile alle versioni esistenti ma è anche uno dei giochi più sfocati della generazione, fino ad ora: il come e il perché, comunque, vale la pena esplorarli. Per cominciare, proprio come Doom, Wolfenstein 2 utilizza una risoluzione adattiva che modifica la mole di pixel in base al carico sull'hardware. Abbiamo contato la mole di pixel in una larga varietà di situazioni con la console collegata alla TV e abbiamo registrato una serie di risultati diversi. Siamo passati da un massimo di 720p ai 1216x684, dai 540p ai 432p, fino ad arrivare ai 640x360. In modalità portatile, invece, la risoluzione a 768x432 e quella a 640x360 sono le più comuni ma possono aumentare in alcune situazioni particolari. In generale, il risultato è comparabile alla versione Switch di Doom ma sembra scalare verso il limite minimo più spesso. Inutile girarci intorno: è un gioco davvero sfocato.
Ma a differenza di Doom, sembra esserci un cambiamento, ed è qui che abbiamo scoperto la potenziale connessione con PS4 Pro e Xbox One X. Guardando da vicino i nostri video, è possibile scorgere alcuni artefatti visivi tipici dei metodi di ricostruzione utilizzati sulle console potenziate, per fornire output video 4K migliorati. Senza la conferma da parte dello sviluppatore, tuttavia, non possiamo affermare che sia questo il caso ma, di fatto, questi artefatti non sono presenti nelle versioni console o PC del gioco e nemmeno nel porting per Switch di Doom 2016 di Panic Button. Forse è questa la chiave che Panic Button ha usato per raggiungere risultati ancora migliori su Switch rispetto a quanto fatto con il porting di Doom.
Come appare il tutto mentre si gioca? Quando abbiamo collegato la console ad una TV 4K a 55 pollici lo abbiamo trovato eccezionalmente sfocato. Proprio come visto su Doom, il forte temporal anti-aliasing e i pesanti effetti pipeline eliminano la maggior parte delle scalettature associate alle basse risoluzioni. Quello che si ottiene, invece, è un'immagine abbastanza indistinta e sembra quasi che un effetto di profondità di campo sia sempre attivo. Wolfenstein 2 è un gioco che beneficia della risoluzione più bassa e del display più piccolo, motivo per cui la modalità portatile è piuttosto convincente: le dimensioni ridotte e la risoluzione inferiore dei pixel consentono di ottenere un'immagine migliore, in generale. È forse lo sparatutto più bello che abbiamo mai visto su portatile, il che la dice lunga.
In definitiva, sotto il punto di vista della qualità visiva, Panic Button sembra aver fatto uso di ogni tecnica possibile ed immaginabile. Ci sono state molte innovazioni in termini di trattamento delle immagini in questa generazione e Wolfenstein 2 mette molte di queste tecniche all'opera in modo da far funzionare il tutto. Tuttavia, c'è molto altro da discutere oltre alla semplice qualità delle immagini. Il porting offre la maggior parte degli effetti visivi presenti nella versione originale ma ognuno di essi è stato ottimizzato per funzionare al meglio su Switch. Per cominciare, quando installato sulla console, Wolfenstein 2 richiede solo 21GB di spazio di archiviazione, al contrario della versione originale che necessitava di quasi 50GB: un grande risparmio garantito, tra le altre cose, dal downgrade della qualità delle sequenze video pre-renderizzate che si attestava sui 7.72GB sulle altre piattaforme.
C'è stato un risparmio anche nella qualità delle texture. Wolfenstein 2 è un gioco che fa largo uso della memoria a causa della sua gestione efficiente dello streaming degli asset. Su PC, è possibile aumentare o diminuire la memoria a cui il gioco può accedere per questa funzione tramite l'opzione di streaming delle immagini. Su Switch, invece, a causa della memoria limitata e della potenza ridotta del processore, Panic Button ha ritenuto opportuno ridurre la qualità generale delle texture e impiegare un texture filtering minore: per il giocatore, ciò significa che il livello di dettaglio è significamente minore rispetto a tutte le altre versioni del gioco.
Questo elemento risalta maggiormente quando ci si concentra su oggetti vicini come l'arma visibile e il modello del braccio. Entrambi sono sullo schermo durante la maggior parte del gioco e la riduzione della qualità è molto evidente. Detto questo, se da un lato è vero che il dettaglio generale è notevolmente ridotto, la varietà delle texture rimane invariata e durante il gameplay, riesce comunque a sembrare paragonabile alla visione originale. Sarà possibile notare una perdita di dettagli quando visualizzeremo gli oggetti da vicino ma, a una certa distanza, la risoluzione complessivamente inferiore dello schermo aiuta a risolvere il problema. Ancora una volta, giocare in modalità portatile è altamente consigliato, poiché ciò rende la riduzione della qualità meno impattante rispetto a quanto vedremmo giocando sullo schermo del salotto.
D'altra parte, mentre il dettaglio delle texture compie un netto passo indietro, le geometrie, in generale, rimangono molto simili. Wolfenstein 2 è un gioco che fa largo uso delle geometrie con alcune delle ambientazioni più ricche di dettagli che abbiamo visto in questa generazione. Oltre l'aggiunta di elementi come il muro di New York, abbiamo notato altri piccoli dettagli che contribuiscono all'alleggerimento del carico sull'hardware come, ad esempio, finestre chiuse al posto di quelle aperte. Trucchetti come questo riducono la quantità di geometrie visibili in una scena senza impattare sulla qualità visiva generale. Alcuni cambiamenti intelligenti come questo vengono usati per modificare lievemente alcuni elementi del gioco durante tutta la sua durata e funzionano alla grande.
In linea di massima, anche quando si esplorano ambienti aperti di grandi città, si continua a vedere la stessa ricca geometria della versione originale. L'unico cambiamento evidente, sotto questo punto di vista, deriva da LOD più aggressivi: le geometrie possono risultare in pop-in e out più vicino alla camera, ma in genere non sono eccessivamente fastidiose ed è un buon modo per risparmiare sulle prestazioni. Quindi, in termini di complessità complessiva della scena, abbiamo approssimativamente le stesse geometrie di base con una gestione del LOD più aggressiva, una riduzione della qualità delle texture e alcune modifiche apportate al design del mondo di gioco.
Ci sono anche altri elementi nella pipeline di rendering che sono stati modificati su Switch. L'occlusione ambientale sembra utilizzare una profondità di campo lievemente inferiore ed è dotata di artefatti evidenti sotto forma di linee punteggiate e verticali. Continua a svolgere bene il proprio lavoro ma produce un'immagine complessiva più sporca. La qualità delle ombre è decisamente inferiore in alcune scene a causa della risoluzione inferiore mentre le ombre dinamiche appaiono confuse e sfocate. Il motion blur applicato agli oggetti è incluso ma non è sempre adatto al metodo di rendering scelto dallo sviluppatore.
L'ultimo effetto principale incluso nella versione Switch è l'illuminazione volumetrica che viene usata durante tutto il gioco per contribuire alla costruzione dell'atmosfera. La realizzazione dei raggi del Sole che filtrano da una finestra in una stanza polverosa è eseguita in modo perfetto grazie a un tipo di effetto presente in tutte le versioni del gioco. Su Switch, la risoluzione della griglia voxel, sembra essere stata ridotta, il che risulta in una quantità minore di artefatti ma l'effetto generale è rimasto intatto.
In termini di impatto visivo generale, quindi, tutti gli effetti principali offerti dall' id Tech 6 sono presenti e funzionano alla grande. Le stesse soluzioni per l'illuminazione vengono usate su tutte le versioni del gioco: è presente l'illuminazione volumetrica e anche l'ombreggiatura indiretta. Si tratta, a tutti gli effetti, dell'esperienza completa di Wolfenstein 2 su console portatile.
Come avrete intuito, tuttavia, non tutti gli effetti visivi sono stati portati su Switch. Per prima cosa, Wolfenstein 2 utilizza l'acqua in diverse zone, un elemento assente in Doom 2016. I corpi idrici utilizzavano una mesh poligonale che interagiva con il giocatore, oltre ad alcuni effetti addizionali per la realizzazione dell'acqua e, a volte, una nebbia di profondità che contribuivano a dare un aspetto torbido e realistico. Era assolutamente fenomenale. Su Switch, invece, la mesh 3D dell'acqua viene mantenuta ma la qualità del rendering è stata ridotta, mentre gli effetti e i riflessi di luce sono completamente assenti. Quando si combinano questi elementi, si ottiene qualcosa che non è più amalgamato in modo naturale nell'ambiente. In definitiva, non è male ma è certamente un passo indietro.
I riflessi sugli elementi ambientali sono totalmente assenti. Le cube maps sono ancora incluse e attive sia in versione portatile che collegata alla TV ma i riflessi in tempo reale sullo scenario circostante sono stati completamente rimossi, proprio come nel porting di Doom dei Panic Button. Queste erano le differenze fondamentali della versione Switch rispetto alle precedenti, il che non è un grosso problema nella maggior parte delle scene, fortunatamente. Il risultato, però, è chiaro: l'aumento delle prestazioni, rispetto a Doom, richiedeva un lavoro mirato per rendere l'esperienza bilanciata e giocabile. Ovviamente, i 60fps della versione PS4 e Xbox One sono stati ridotti a 30fps, proprio come in Doom, ma la stabilità e la consistenza migliorate del frame-rate suggeriscono che Panic Button abbia compiuto un piccolo miracolo, qui.
Durante quasi tutto il gioco, Wolfenstein 2 svolge un grande lavoro nel mantenimento dell'obiettivo dei 30fps e la fluidità è decisamente migliore di quanto visto in Doom grazie anche all'eccellente motion blur. Molte delle scene mantengono i 30 frame al secondo con alcuni lievi cali solo in occasione delle battaglie più feroci, nulla, comunque, che possa inficiare la godibilità generale del titolo. Durante tutta la prima metà del gioco, infatti, la stabilità è garantita.
Ciò non significa che non ci siano alcune aree più problematiche, comunque. Una volta giunti a New Orleans, le cose iniziano a peggiorare. È una delle zone più complesse dell'intero gioco e, una volta raggiunta, su Switch la risoluzione si abbassa notevolmente e rimane su quei livelli per tutta la durata della sezione. Le distanze visive e i dettagliatissimi ambienti diventano eccezionalmente sfocati e le performance calano vistosamente. Le battaglie nelle strade di New Orleans, inoltre, mostrano cali di frame che ricordano le parti peggiori di Doom. Non risulta mai ingiocabile ma la combinazione della bassa qualità delle immagini e del frame-rate instabile si traducono in una sezione di gioco poco piacevole.
Ovviamente stiamo parlando dello scenario peggiore che, di certo, non rappresenta l'esperienza generale. Per la maggior parte del gioco, infatti, avremo un frame-rate bloccato sui 30fps con cali sporadici e molto lievi. Solo durante alcune delle battaglie più feroci i problemi di frame-rate iniziano a farsi sentire. In modalità portatile i risultati sono meno stabili ma comunque il titolo rimane molto giocabile. La risoluzione media, inoltre, rimane inferiore alla modalità collegata alla TV e le performance sono meno fluide ma, grazie allo schermo più piccolo, il gioco risulta comunque soddisfacente.
Puntare ai 30fps funziona, quindi, ma c'è un effetto collaterale sfortunato che speriamo possa essere risolto da Panic Button con una patch futura. Nascosto nella hub centrale del gioco, c'è una versione arcade di Wolfenstein 3D. È fantastico poterci giocare durante Wolfenstein 2 e, nelle altre versioni, funziona alla grande. Su Switch, invece, sembra che il frame-rate sia dimezzato come effetto inatteso del gioco che, effettivamente, gira a metà della velocità. Ovviamente è solo un gioco bonus, un Easter Egg, ma ci piacerebbe vederlo funzionare correttamente. Per inciso, la grafica in pixel art evidenzia ancora quelli che sembrano artefatti di ricostruzione simili a quelli trovati altrove nel gioco che, lo ripetiamo, non sono presenti in nessuna altra versione.
In fin dei conti, Wolfenstein 2 su Switch potrà anche non essere la migliore versione del gioco ma ciò non significa che sia trascurabile: è un'edizione comprensiva di tutti i contenuti visti nelle precedenti incarnazioni ed è grandioso da vedere nella maggior parte delle scene, nonostante risulti un po' sfocato. Come succedeva in altri titoli per Switch, l'esperienza non è perfetta quando si gioca con la console collegata alla TV ma si tratta, di gran lunga, dello sparatutto in prima persona su portatile più impressionante che abbiamo mai visto. Panic Button ha corretto alcune delle decisioni controverse viste nel porting di Doom 2016 e ha anche corso dei rischi ma il prodotto finale funziona e eccede tutte le aspettative. Soprattutto quando si gioca in movimento, si avverte una costante sensazione di gioia: la sensazione che ciò a cui stiamo assistendo non dovrebbe essere possibile. Eppure eccolo lì: Wolfenstein 2 su una portatile, un modo assolutamente unico di giocare uno dei giochi migliori e tecnologicamente più avanzati dello scorso anno. Non dovrebbe funzionare ma in qualche modo lo fa e vi consigliamo vivamente di provarlo.