Uncharted 3: Drake's Deception su PS4 - analisi tecnica
Il Digital Foundry conclude l'analisi della Nathan Drake Collection, ed esamina la patch del day one.
Uncharted 3: Drake's Deception rappresentò il culmine del lavoro di Naughty Dog su PlayStation 3, offrendo una qualità visiva che pochi altri titoli riuscirono ad eguagliare sulla piattaforma. Originariamente rilasciato nel 2011, Uncharted 3 ad oggi resta uno dei titoli PS3 più divisivi: sulla scia dello spettacolare Among Thieves, era circondato da un'aura di hype straordinaria, ma non riuscì a soddisfare completamente le aspettative. Eppure, tornando ad esaminarlo nel 2015, lo si riscopre un gioco indubbiamente ben realizzato a livello tecnico. Se si riesce a mettere da parte l'hype iniziale, Uncharted 3 dà il meglio di sé, specialmente su PlayStation 4.
Sebbene il gioco possa aver deluso in qualche modo le aspettative, le sue fondamenta tecniche sono certamente validissime. Uncharted 3 è uno dei titoli più ambiziosi ad essere comparsi sulla console last-gen di Sony, e come tale spinse gli effetti, le animazioni e la complessità delle scene alle stelle. Dal punto di vista estetico è semplicemente un gioco bellissimo. Mancherà pure dei livelli ad ampio respiro e dell'impressionante illuminazione indiretta di The Last of Us, ma offre comunque uno spettacolo che ancora oggi eclissa numerosi titoli moderni, supportato da una caratterizzazione dei personaggi e da uno storytelling che in pochi riescono ad eguagliare.
Con delle basi di partenza così solide, cosa ci si può aspettare dunque da un remaster? Osservando i due titoli precedenti, si nota come Bluepoint abbia ricreato da zero un gran numero di asset per migliorarli, ma con Uncharted 3 le cose sono andate diversamente: qui la qualità degli asset rimane molto fedele a quella del titolo originale. Guardando con più attenzione, però, si capisce che l'attenzione per il dettaglio di Bluepoint ha comunque contribuito a impreziosire questo eccellente remaster.
Il cambiamento più importante si nota subito: parliamo di una riduzione nella latenza dei comandi. All'uscita di Uncharted 3, i giocatori si lamentarono di una mira piuttosto lenta e imprecisa rispetto ai due capitoli precedenti. L'ultimo Uncharted soffriva infatti di una latenza dei comandi maggiore. In risposta a questo problema, Naughty Dog tentò di rettificare la situazione implementando una modalità di mira alternativa, con la prima patch. Anche con questo intervento, però, il feeling del gioco non era perfetto.
Con la transizione su PlayStation 4, Bluepoint ha potuto finalmente risolvere del tutto il problema: Drake's Deception ora offre una risposta ai controlli molto rapida e piacevole. Mirare con precisione è ora semplicissimo, e non c'è mai la sensazione che i movimenti della telecamera siano appesantiti dalla latenza. Francamente, questo era un intervento di cui Uncharted 3 aveva un gran bisogno, e i risultati sono eccellenti.
A tutto ciò va ad aggiungersi l'ovvio incremento del frame-rate, che ora raggiunge i 60fps per la maggior parte dell'esperienza, come nel resto della collection. In alcune specifiche sequenze si notano ancora dei piccoli singhiozzi, ma la performance in generale è fluidissima, persino migliore di quanto non sia nella versione rimasterizzata di Uncharted 2. Trattandosi di un gioco prodotto da Naughty Dog nel tardo ciclo vitale di PS3, eravamo curiosi di scoprire se avrebbe mostrato gli stessi problemi di performance visti nel remaster di The Last of US, ma abbiamo scoperto che non è affatto così.
Anche la qualità d'immagine è coerente con quanto visto nel resto della Collection. Il gioco gira a 1080p con un'eccellente anti-aliasing in post-processing, oltre a livelli variabili di filtraggio delle texture, apparentemente selezionati in base alle diverse superfici su cui sono applicati. Su PS3, Uncharted 3 utilizza una soluzione di anti-aliasing in post-processing meno raffinata, che ha problemi con le linee nette e le aree più contrastate, portando alla presenza di flickering. L'effetto presente su PS4 offre invece una copertura migliore, con effetti più piacevoli.
Andando oltre la lista dei miglioramenti prevedibili, si comincia a notare una differenza maggiore tra Uncharted 3 e il resto della collection. Sia Drake's Fortune che Among Thieves hanno ricevuto una certa quantità di nuovi asset, inclusi modelli, texture ed effetti. A confronto, Uncharted 3 non è stato altrettanto oggetto di simili cambiamenti. Questo non significa che non si riscontrino dei miglioramenti, ma quelli presenti sono nel complesso molto meno importanti.
Le geometrie appaiono identiche tra le due versioni, ma si notano comunque parecchie texture ridisegnate. Durante il normale gameplay, le texture sembrano molto simili, con la minore risoluzione dell'originale su PS3 che apparentemente oscura parte del dettaglio. Eppure, quando la telecamera effettua inquadrature ravvicinate, è possibile vedere che le texture di partenza sono effettivamente a qualità maggiore su PS4. Il dettaglio su PS3 era già molto buono, ma il miglioramento dato dalla risoluzione 1080p è notevole.
La qualità delle ombre offre invece dei risultati curiosi. Le shadow map restano a bassa risoluzione, con visibili scalettature sui bordi. Su PS4 ci sono comunque dei miglioramenti: la nuova console di Sony impiega un filtraggio addizionale che aiuta ad ammorbidire le ombre, anche se con risultati non perfetti. A confronto, l'originale su PS3 presenta ombre grossolane e non filtrate. Si nota, dunque, che Bluepoint è tornata su quest'effetto per migliorarlo, anche se la differenza non è dal giorno alla notte come nel caso di altri elementi di questa collection.
D'altro canto, le ombre a contatto risultano notevolmente migliori su PS4. La soluzione impiegata su PS3 tende ad introdurre degli aloni confusi intorno agli oggetti e ai personaggi, portando ad un aspetto spesso poco realistico (molte delle tecniche di ambient occlusion viste all'opera nella scorsa generazione avevano questo difetto). L'AO implementato nella Nathan Drake Collection è invece più preciso e riesce ad evitare simili artefatti, pur continuando ad aggiungere profondità alle scene.
Una delle feature più impressionanti introdotte in Uncharted 3 è l'illuminazione volumetrica. Usato per elementi come le luci delle torce o i raggi del sole, questo effetto è presente lungo tutto il corso del gioco. A differenza di quelli ottenuti con un effetto screen-space, questi dardi luminosi restano visibili anche quando la sorgente è esclusa dalla vista. Su PS4, la precisione dell'illuminazione volumetrica è maggiore che su PS3. Nel gioco originale, gli oggetti che passavano lungo il perimetro della luce tendevano ed esibire artefatti e scalettature, che sono stati invece eliminati su PS4.
Al contrario, il bagliore rossastro utilizzato per enfatizzare l'illuminazione ad alta densità è stato rimosso o comunque ridotto su PS4. Il risultato si può notare durante le scene con dominanza di fiamme: non è chiaro se la scelta di eliminare tale effetto sia dovuta a ragioni tecniche oppure artistiche, ma la sua assenza è difficile da spiegare. Notare tutto ciò, comunque, è difficile al di fuori dei paragoni diretti tra vecchia e nuova versione.
Anche l'effetto profondità di campo è migliorato. Su PS3, sia durante le scene in real time che in quelle pre-renderizzate, gli oggetti in primo piano posizionati su uno sfondo sfocato tendevano a mostrare degli artefatti ai margini. La versione rimasterizzata impiega un effetto a qualità maggiore che elimina questo problema: un altro esempio di come il lavoro svolto da Bluepoint su questo titolo sia stato più di rifinitura che non di pesante intervento, a differenza di quanto visto nei due capitoli precedenti.
Insieme alla release della Nathan Drake Collection, Bluepoint ha rilasciato una patch mirata a risolvere una serie di piccoli problemi (a fronte di un gioco che già da disco risulta comunque solidissimo). Due delle feature più importanti rese disponibili nella patch 1.01 riguardano il miglioramento della performance e la migliore qualità delle ombre.
In termini di frame-rate, si nota un miglioramento a quella che era un'esperienza già molto stabile. Per esempio, la sezione iniziale delle rovine nel gioco originale soffriva di diversi cali di fluidità sia durante l'esplorazione che durante le battaglie. Prima della patch abbiamo visto cali fino a 55fps, ma dopo averla installata abbiamo notato soltanto un piccolo singhiozzo all'inizio, che poi si è subito ripreso riportando l'esperienza a 60fps fissi.
In Uncharted 2 i rallentamenti sono più comuni, ma anche qui si notano miglioramenti dopo aver installato la patch 1.01. Gli scontri a fuoco nelle paludi del Borneo vedevano la performance scendere regolarmente sotto ai 60fps, e sebbene anche a gioco aggiornato il problema non sia totalmente risolto, il frame-rate risulta mediamente più elevato di 2-3fps. Un risultato coerente con quanto visto in Uncharted 3, dove i singhiozzi sono stati migliorati oppure completamente rimossi.
Va comunque sottolineato che, anche nella versione non patchata, i cali di fluidità sono isolati e corrispondenti a scene specifiche, mentre la maggior parte del gioco non mostra alcun problema. In generale, il livello di performance è significativamente migliore di quello visto nel remaster di The Last of Us, che per lunghi passaggi non riusciva a sostenere il target dei 60fps.
La patch del day one migliora anche la qualità delle ombre. La release originale utilizzava un effetto di dithering sui margini di alcuni tipi di ombre. Con il gioco aggiornato alla versione 1.01 si nota come il filtraggio sia cambiato e il dithering sia stato rimosso, portando ad una presentazione più piacevole. Per Bluepoint è un ottimo risultato aver migliorato la qualità delle ombre e al tempo stesso la performance: il rendering delle ombre è infatti uno dei compiti più pesanti per la GPU.
Uncharted: the Nathan Drake Collection - il verdetto del Digital Foundry
I miglioramenti apportati da Bluepoint a Uncharted 3 possono sembrare minimi in confronto a quanto fatto con il resto della Nathan Drake Collection, ma sono comunque molti gli interventi che spingono questo lavoro al di là della media dei remaster. La qualità d'immagine incrementata, le texture migliorate e il frame-rate più fluido sono aggiunte positive, ma l'aspetto più importante sono i controlli più reattivi. Adesso il gioco risponde ai comandi esattamente come avrebbe dovuto fare sin dall'inizio.
Ora che abbiamo esaminato tutti i capitoli della collection, possiamo considerare il progetto nella sua interezza e apprezzare ancora meglio il traguardo raggiunto. Possiamo sicuramente dire che tutti e tre i titoli hanno beneficiato enormemente dell'opera di remaster: Bluepoint ha compiuto delle scelte molto intelligenti ed è riuscita a creare un'esperienza coerente dall'inizio alla fine, il che è notevole se si considera che i tre titoli provengono da fasi molto diverse della vita di PS3. Abbiamo sempre avuto la massima stima dei progetti di remastering realizzati da Bluepoint, ma con la Nathan Drake Collection possiamo dire che lo studio di sviluppo si è indubbiamente dimostrato il re di questo tipo di operazione. Forse solo HexaDrive e M2 possono vantare un'esperienza e un'attenzione al dettaglio comparabili.
Per quanto riguarda i giochi in sé, chiunque li abbia già amati in epoca PS3 probabilmente apprezzerà i miglioramenti apportati. Sia la grafica che il gameplay risultano di livello più elevato rispetto all'esperienza su PS3 e, in particolare, i cambiamenti di gameplay effettuati al primo e al terzo capitolo fanno al differenza. Per chi invece non ha mai giocato ad Uncharted (e Naughty Dog dice che si tratta dell'80% dei possessori di PS4), non c'è occasione migliore di questa per andare alla scoperta di una grande serie.