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Google Nexus 6 - recensione

Sei è il numero perfetto?

Ricordate quando i telefoni cellulari erano mattoni sproporzionati in grado di gonfiare le tasche dei vostri pantaloni in modi decisamente poco estetici? Se la risposta è "sì", probabilmente avete anche sperimentato la lenta transizione dei mostri di una volta verso alternative decisamente più trasportabili e tascabili ma la corsa alla miniaturizzazione nelle telecomunicazioni mobili è durata, ironicamente, ben poco. L'arrivo degli smartphone basati su touch screen ha infatti portato ad una repentina inversione di tendenza: l'iPhone ha avviato il tutto con un display da 3,5 pollici nel 2007, ma da allora i rivali Android e Windows Phone hanno ulteriormente cavalcato il fenomeno, portando alla nascita di una nuova categoria di prodotti identificati con la sgraziata definizione di "phablet".

Nel 2011 il Samsung Galaxy Note, equipaggiato con quello che allora si considerava un quasi ridicolo schermo da 5,3 pollici, è stato il primo device mainstream di questo tipo, e da allora la linea Note si è ricavata un posto fisso accanto ai Galaxy S nel portfolio del popolare produttore. In questo caso, però, Google non sta offrendo al pubblico la medesima possibilità di scelta: l'ultimo prodotto della linea Nexus è disponibile in una sola opzione, dalle dimensioni enormi. Creati in partnership con produttori come HTC, Samsug, LG e - quest'anno - Motorola, i dispositivi Nexus offrono una versione pura e "liscia" dell'OS Android di Google, ed è tramite questa famiglia di device che l'azienda presenta e diffonde le nuove versioni del suo software. Questo significa che, se non siete fan dei telefoni a grande diagonale ma volete comunque entrare a far parte del programma Nexus, al momento non avete altra scelta che arrendervi all'idea di acquistare quello che inizialmente dà tutta l'impressione di essere uno smartphone assurdamente grande. A meno che non vogliate fare un passo indietro e acquistare uno degli ultimi Nexus 5 disponibili (il modello dell'anno scorso).

Non si può negare che il Nexus 6 sia gigantesco. Per accogliere lo schermo da 5,96 pollici, Motorola ha costruito uno chassis davvero ampio, che indubbiamente risulta complicato da gestire con una mano sola, ma non impossibile. La mancanza di un tasto "home" fisico sul frontale, presente sia su iPhone che sui telefoni di Samsung, significa che le cornici sono il più sottili possibile: il risultato è un device che ha più o meno le dimensioni dell'iPhone 6 Plus, il quale è dotato di uno schermo più piccolo (5,5 pollici). Utilizzare con soddisfazione il Nexus 6 richiede un po' di abitudine, e spesso durante le chiamate abbiamo avuto difficoltà a capire come posizionare il telefono: date le dimensioni, allineare l'orecchio allo speaker non è immediato come si potrebbe pensare.

Nonostante tutto ciò, bisogna dire che lo schermo del Nexus 6 è veramente fantastico. Si tratta di un pannello AMOLED, dunque possiamo aspettarci colori vibranti e neri profondi, mentre la risoluzione sfiora il ridicolo: 2560x1440 pixel, una cifra che supera non soltanto quella di molti laptop, ma anche i 1080p dell'iPhone 6 Plus. La densità è davvero notevole: 493ppi, che rendono praticamente impossibile il compito di distinguere i pixel ad occhio nudo. Indipendentemente dal fatto che un dispositivo mobile abbia o no bisogno di cotanta risoluzione, la qualità dello schermo del Nexus 6 è davvero ottima ed arricchisce ogni esperienza, dal browsing web all'impiego di giochi.

All'atto pratico, è incredibile quanto poco si impieghi ad affezionarsi alle generose dimensioni di questo smartphone. Il display così ampio aiuta a navigare e minimizza la necessità di zoomare per leggere i testi più piccoli, mentre la risoluzione e la diagonale dello schermo implicano che si possa tranquillamente impiegare la visualizzazione in formato desktop sui propri siti preferiti. Guardare video su YouTube o Netflix è un'altra attività che beneficia grandemente dell'ampio panello, mentre i giochi come Monument Valley o 80 Days acquistano un nuovo impatto. L'unico problema che abbiamo riscontrato è che Google stessa non ha fatto molto per sfruttare al meglio lo spazio a disposizione: mentre la serie Note di Samsung ha molte personalizzazioni OS che consentono agli utenti di arricchire l'esperienza (come la possibilità di usare due app contemporaneamente), Android Lollipop su Nexus 6 è curiosamente avaro a riguardo.

L'unico elemento specifico per il Nexus 6 (e dunque non presente in Android Lollipop per Nexus 5 o Nexus 4) è l'Ambient Display, che visualizza delle rapide notifiche monocromatiche quando lo schermo è spento, consentendo ad esempio di leggere i messaggi in entrata senza necessariamente utilizzare attivamente il telefono. Su un pannello AMOLED, i pixel neri sono realmente spenti, quindi questa feature consuma pochissimo in termini di batteria. Si tratta di un'aggiunta piacevole che vorremmo vedere anche nei prossimi smartphone Nexus (ammesso che continuino ad equipaggiare schermi OLED, ovviamente).

Nexus 6 Nexus 5 Galaxy Note 4 Galaxy S5 Galaxy S4 iPhone 6 iPhone 6 Plus
Geekbench Single-Core 1053 865 1266 372 290 1605 1606
Geekbench Multi-Core 3081 2548 4333 2949 2190 2901 2903
3DMark Graphics 24668 19168 20222 17464 8158 22824 24067
3DMark Physics 17259 12951 17430 15541 12806 9385 9320
3DMark IceStorm Unlimited 23205 16514 19544 18524 10382 17304 17782
GFXBench T-Rex 37.0 23.0 41.7 27.4 15.0 42.8 44.6

Quando si disegnano così tanti pixel a schermo, fa sempre comodo avere un processore di buona potenza, e il Qualcomm Snapdragon 805 lo è senza dubbio. Composto da una CPU Krait 450 da 2,7GHz e da una GPU Adreno 420, assicura una performance fluida in ogni occasione, garantita anche dai 3GB di RAM. Ovviamente, sul mercato sta cominciando ad arrivare il nuovo Snapdragon 810 (presente, ad esempio, nel nuovo HTC One M9), ma mettendo il Nexus 6 alla prova non abbiamo trovato alcuno spunto per criticarne le performance, e al momento circolano interessanti rumor secondo i quali l'imminente update Android 5.1 potrebbe rendere lo smartphone ancora più veloce.

L'esperienza visiva, però, è solo un lato della medaglia. Solo recentemente i produttori di telefoni hanno cominciato a concentrarsi sul tema del sonoro, con HTC all'avanguardia con i suoi dispositivi realizzati in collaborazione con Beats. Per fortuna, Motorola ha dotato il Nexus 6 di due degli speaker più potenti che abbiamo mai trovato su un telefono, disposti ai due margini dell'enorme schermo e in grado di produrre un audio potente, tanto da rendere quasi nulla la necessità di speaker Bluetooth esterni. Diciamo quasi perché ancora non siamo al livello di riempire una stanza con il suono proveniente dagli speaker integrati, ma giocando un videogame o guardando un film è impossibile non restare favorevolmente impressionati (nonché sorpresi, visto quanto "scarico" suonava invece lo speaker del Nexus 5). Inutile dire che anche le suonerie o le notifiche beneficiano di questi speaker, che difficilmente vi faranno perdere una chiamata o un messaggio importante.

Uno schermo così impegnativo richiede una batteria altrettanto performante: nel caso del Nexus 6 ne troviamo una da 3.220 mAh. Si tratta di un bel salto in avanti rispetto ai 2.300 mAh del Nexus 5, ma anche le richieste energetiche sono maggiori: nonostante questo, abbiamo notato un notevole miglioramento in termini di autonomia rispetto al vecchio modello. Con un utilizzo moderato siamo riusciti ad ottenere quasi due giorni interi dal Nexus 6, cosa mai successa con il Nexus 5, indipendentemente da quanto si tentasse di limitare l'impiego. Un altro grande pregio è l'inclusione della ricarica veloce: bastano 15 minuti di collegamento alla presa per garantire circa 6 ore di autonomia, ed è possibile caricare una batteria completamente scarica in poco più di un'ora. Questa feature funziona solo con il caricabatterie "veloce" incluso nella confezione, ma è comunque possibile utilizzare con il Nexus 6 anche caricabatterie standard (e più lenti).

La fotocamera da 13 Megapixel del Nexus 6 può sicuramente catturare belle immagini. Peccato che ci sia qualche problema in termini di autofocus: un difetto già riscontrato nei Nexus 4 e 5. In questo specifico settore, Google è ancora indietro rispetto ad Apple. Come nota positiva, invece, troviamo il supporto alla registrazione di filmati in 4K.

Il Nexus 6 monta una fotocamera posteriore da 13 Megapixel, con autofocus, HDR e stabilizzazione ottica... ma nessuno di questi elementi la aiuta a superare in prestazioni l'eccellente fotocamera dell'iPhone. Pochi dispositivi Android possono competere con l'offerta di Apple in termini di fotografia, e la linea Nexus in particolare ha sempre deluso in quest'area. La qualità delle foto prodotte dal Nexus 6 è senz'altro buona, ma i problemi risiedono nel processo di scattaro: così come il Nexus 4 e il Nexus 5, anche il nuovo modello ha un autofocus troppo lento, specialmente in condizioni di bassa luce. A volte si nota una pausa di due o tre secondi tra la pressione del tasto di scatto virtuale e la reale cattura dell'immagine. Prima Google correggerà questo problema, meglio sarà. La registrazione di filmati è più positiva, con il supporto alla risoluzione UHD 4K: un tocco piacevole per i pochi che sono dotati di monitor o TV compatibili.

Per quanto riguarda lo storage, Google ha abbandonato la classica opzione entry level da 16GB e offre il Nexus 6 in due tagli: 32 o 64GB. Come nei precedenti modelli di Nexus, non è presente uno slot MicroSD e dunque non esiste modo di espandere lo storage integrato, quindi chi pianifica di salvare molti dati sul proprio telefono farà bene a spendere un po' di più per la versione da 64GB. Dal canto nostro, riteniamo che il taglio da 32GB (di cui 25,98 disponibili all'utente) sia più che sufficiente per le nostre esigenze, specialmente se si considera la possibilità di utilizzare gli svariati servizi di cloud storage come Google Drive e Google Music.

Google Nexus 6: il verdetto del Digital Foundry

C'era un tempo in cui le differenze tra smartphone e tablet erano talmente marcate da garantire ad entrambe le categorie di prodotto un'esistenza e un pubblico distinti, ma con i telefoni che diventano sempre più grandi e i tablet che diventano sempre più piccoli, ora queste differenze stanno lentamente scomparendo. Quando si possiede un telefono come il Nexus 6, l'esigenza di avere anche un tablet da 7 pollici diventa nulla, e difatti i dati indicano che le vendite di tablet sono in forte calo a seguito della proliferazione di questi nuovi device ibridi. Durante la nostra prova del Nexus 6 abbiamo notato come il nostro tablet (il bellissimo Nvidia Shield) sia stato impiegato molto meno del solito, principalmente grazie al fatto che il nuovo phablet Google è altrettanto valido per navigare il web, guardare film o giocare a praticamente tutti i titoli Android, tranne quelli realmente estremi.

Ciò considerato, la decisione di Google di rendere il suo nuovo Nexus un phablet sembra ben giustificata, e dopo aver speso parecchio tempo con questo device dobbiamo ammettere che le sue dimensioni non sono più quel problema insormontabile che pensavamo inizialmente. Ci siamo, anzi, abituati alla sua stazza e abbiamo cominciato ad apprezzare i numerosi modi in cui cotanto schermo può arricchire l'esperienza utente. Aggiungete un'ottima performance, la più recente versione "pura" di Android e una coppia di speaker davvero sorprendenti (per non parlare della migliore qualità costruttiva ed estetica mai vista in un Nexus) e il quadro è quello di un prodotto davvero interessante.

L'unico "problema" di fondo, oltre alle dimensioni che non tutti potrebbero gradire, è il prezzo. Sia il Nexus 4 che il Nexus 5 erano dispositivi prezzati nella fascia media dei 350 euro circa, mentre Motorola propone un prezzo di 599 euro per il modello da 32GB (quello da 64GB costa 50 euro in più): nulla di nuovo rispetto agli altri dispositivi Android di fascia alta, ma un prezzo incrementato rispetto ai passati modelli di questa serie, che potrebbe allontanare alcuni potenziali acquirenti. Ciò sarebbe un peccato, perché Motorola ha reso davvero onore a Google e al marchio Nexus. Lo schermo enorme del Nexus 6 richiederà forse un po' di tempo e di abitudine prima di essere apprezzato, specialmente per chi viene dai 4 pollici dell'iPhone 5 e 5S, ma presto i suoi benefici diventano evidenti: in questo caso "più grande" significa veramente "migliore", almeno per quanto riguarda l'universo dei dispositivi mobile targati Google.