Il Digital Foundry prova il PlayStation Now - articolo
Riuscirà il cloud gaming di Sony dove OnLive ha fallito?
Il Netflix dei videogiochi? Ci hanno già provato, fallendo pesantemente. OnLive ha chiuso i suoi server giusto la settimana scorsa ma il sogno del cloud gaming è lontano dall'essere svanito. Il servizio PlayStation Now di Sony segue più o meno lo stesso principio, anche se dalla sua ha una tecnologia migliore: i giochi sono su un server remoto e mandati in streaming attraverso internet sullo schermo dei giocatori. Ma c'è una novità: invece di un servizio basato su tecnologia PC, Sony ha puntato su un dispositivo basato su PlayStation 3 e capace di far girare ogni gioco della sua vecchia ammiraglia.
L'idea di base è semplice: PlayStation Now offre l'accesso istantaneo a tanti classici dell'era PlayStation 3 e, anche se il servizio funziona solo su PlayStation 4 e Vita, la natura dello streaming permette virtualmente ad ogni dispositivo del mondo mobile, ogni smart TV e ogni set-top box, di ricevere i giochi. Tutto quello che serve è un controller compatibile (e un'app di Sony, ovviamente). In termini di gameplay, lo scenario migliore è quello privo di lag che dovrebbe essere indistinguibile dal giocare su un hardware in locale, fondamentalmente ciòche prometteva di fare OnLive. La domanda però è: riuscirà PlayStation Now là dove ha fallito il suo predecessore spirituale?
PlayStation Now è per il momento disponibile solo negli Stati Uniti ma è in corso una fase di testing nel Regno Unito alla quale abbiamo preso parte. Al momento ci sono un paio di dozzine di giochi disponibili presi a rotazione, apparentemente a caso, da un bacino più ampio. Oltre ad una serie di sottoscrizioni, sono presenti anche opzioni per il noleggio del gioco singolo, per periodi che arrivano ai 90 giorni.
Per essere sicuri di avere una postazione all'altezza delle richieste di PlayStation Now è possibile eseguire un test, che viene avviato anche prima di ogni nuova partita per permettere di vedere com'è la situazione in quel determinato momento. Se la vostra connessione non tiene i 5mbps, o il ping verso i server di PS Now è troppo alto, ecco che un messaggio d'allarme verrà mostrato sullo schermo e vi verrà impedito di utilizzare il servizio. Pur essendo in beta, il servizio nel Regno Unito appare già solido: la nostra connessione non è mai caduta e possiamo immaginare che l'esperienza americana stia giovando alla prova britannica.
Parlando di tecnica, rileviamo un gameplay trasmesso tramite uno streaming a 720p h.264 e 60fps (anche se i giochi girano a frame-rate minori), ma la qualità video è prevedibilmente altalenante. I giochi più lenti e con palette cromatiche poco varie (come Batman: Arkham City per esempio) si comportano piuttosto bene. Anche l'utilizzo di effetti di post-produzione (come i bagliori in Killzone 2) porta risultati soddisfacenti. Da registrare una riduzione della brillantezza dell'immagine e contorni sfocati se si guarda da vicino, ma in generale l'esperienza è godibile.
Il problema di avere applicato un approccio un po' generico all'encoding video risiede però in un'altalenante qualità dell'immagine. Con ambienti illuminati e movimenti veloci come nei giochi di corsa (abbiamo provato Dirt 3 e Motorstorm: Apocalypse) i risultati non sono buoni come quelli riportati poco sopra. La qualità dell'immagine è generalmente accettabile ma anche inconsistente, con alcune scene che appaiono più pulite di altre. Nel caso di Motorstorm: Apocalypse non sono mancati vari artefatti, probabilmente a causa della banda limitata a 5mbps.
I giochi a 60fps sono quelli dove le capacità del servizio PlayStation Now sono messe a dura prova. Queste produzioni dal gameplay più veloce danno più lavoro all'encoder, senza però affidargli banda ulteriore per gestire il carico maggiore. Dead or Alive 5 è un buon esempio, con la sua combinazione di dettagli ad alta frequenza, movimenti rapidi e colori vibranti a dare del filo da torcere al servizio. Le combo e gli scatti si traducono in una marea di artefatti che rovinano chiarezza e dettaglio.
Per il momento, dunque, la qualità video è altalenante. C'è un chiaro miglioramento rispetto a quanto visto con il lancio di OnLive, ma più ampiezza di banda potrebbe sicuramente fare comodo. D'altro canto non è difficile intuire il perché della scelta di Sony di limitarsi ai 5mbps, chiaramente per raggiungere più utenti possibile, ma non sarebbe male un'opzione per sfruttare le connessioni più veloci. Un'opzione del genere era riuscita a fare veramente la differenza ai tempi di OnLive. Più recentemente abbiamo visto uno stream di The Witcher 3 su Nvidia GeForce Grid a 1080p e 60fps, con risultati eccellenti grazie ad una banda di 30mbps.
PlayStation Now: a lag come siamo messi?
La qualità video è importante ma fondamentale per l'esperienza è la latenza, il tempo che trascorre tra un input e la relativa azione sullo schermo. Anche giocando in locale è possibile rilevare una certa latenza nei giochi: di solito si tratta di circa 50-80 millisecondi per un gioco a 60fps, mentre saliamo verso gli 80-150 millisecondi per i titoli a 30fps. A questi numeri va aggiunta anche la latenza derivante dal monitor, che può variare notevolmente.
La sfida del cloud gaming, chiaramente, risiede negli ulteriori ritardi che vengono inevitabilmente aggiunti tra la pressione di un pulsante e l'azione a schermo. I comandi devono essere mandati al server che gestisce il gioco, seguiti dall'encoding del video e dalla trasmissione dei dati che dovranno poi essere analizzati dal ricevente. La nostra precedente analisi di OnLive e Gaikai mostrava una latenza generalmente tra i 150 ed i 300 millisecondi, con Gaikai capace di raggiungere i soddisfacenti 133ms in Bulletstorm, un dato alla pari con la versione Xbox 360 giocata in locale. In generale, però, l'esperienza con entrambi i servizi è risultata piuttosto compromessa.
PlayStation Now offre dei miglioramenti ma i risultati sono simili, nel senso che la qualità dell'esperienza dipende dall'affidabilità della vostra connessione. Inizialmente, provando Dead or Alive 5 e Killzone 2, abbiamo riscontrato un notevole input lag che praticamente impediva di giocare. Killzone 2 era ingiocabile, con controlli lentissimi nel rispondere, mentre Dead or Alive 5 soffriva di circa mezzo secondo di lag. In realtà si è trattato di una falsa partenza, visto che di episodi così gravi non ne abbiamo più incontrati nelle sessioni successive, anche se abbiamo fatto di tutto per garantirci le migliori condizioni possibili. Abbiamo usato una connessione Ethernet per attaccarci direttamente al router, evitando il lag del WiFi, e abbiamo sfruttato una connessione a fibra ottica e 40mbps, ben oltre i requisiti del servizio.
Per fare uno stress test abbiamo deciso di usare Ultra Street Fighter 4 gioco che se l'era cavata bene sul GeForce Grid di Nvidia, e che torneremo a provare quando avremo per le mani la Shield console. Le prime impressioni non erano il massimo: si riusciva a giocare senza grossi problemi nell'esecuzione delle mosse, anche se ogni combo sembrava mettere in difficoltà il sistema. Street Fighter è basato su un tempismo perfetto e PlayStation Now semplicemente non è sembrato all'altezza. Per riuscire a decifrare l'effettiva latenza abbiamo puntato una telecamera a 120fps verso il nostro monitor da gaming Asus, filmando il tempo che trascorreva tra la pressione di un pulsante sul Dualshock 4 e l'azione a schermo. Ci siamo accorti che, al netto della latenza causata dallo schermo, Ultra Street Fighter 4 girava con un ritardo di 150ms, un risultato di circa 80ms maggiore rispetto a quello ottenuto in locale.
Curiosamente, nonostante la maggiore latenza, sono i giochi che girano a 30fps a funzionare meglio su PlayStation Now. L'input lag in questi casi arriva a toccare punte di 200ms, che sulla carta sembrerebbero tradursi nell'ingiocabilità, eppure sia Uncharted 2 che Batman: Arkham City sono apparsi perfettamente godibili. Ci siamo divertiti così tanto con il gioco dei Naughty Dog che abbiamo fatto quattro capitoli tutti d'un fiato. Anche titoli di guida come Motorstorm: Apocalypse e Dirt 3 non erano male. Sì, il lag si sente ma l'esperienza funziona.
Abbiamo ricreato le medesime condizioni anche su un televisore al plasma in salotto, e purtroppo l'esperienza non è risultata all'altezza, chiaramente a causa della maggiore latenza dello schermo. In generale possiamo dire che si tratta però di condizioni soggettive: ognuno percepisce la latenza diversamente e ognuno deve decidere qual è il confine tra godibilità ed esperienza ingiocabile.
Un miglioramento inaspettato: caricamenti più veloci
Anche se non abbiamo certezze, possiamo presumere che i server di PlayStation Now siano basati su sistemi d'immagazzinamento dei dati migliori degli hard disk a 5400rpm di PlayStation 3, con effettivi miglioramenti sul fronte dei tempi di caricamento. Le texture sono comparse sullo schermo più rapidamente in Batman: Arkham City, mentre i caricamenti in genere sono sembrati più veloci. Stiamo parlando di un miglioramento tra il 25 e il 50 % dei tempi con PS Now, Motorstorm: Apocalypse, Dead or Alive 5 e Killzone 2. Ci sono anche altri benefici derivanti dall'infrastruttura cloud: non ci sono installazioni da fare, niente patch da scaricare o aggiornamenti di sistema da fare. Sotto questo aspetto PlayStation Now offre un'esperienza “plug and play” che oggi è ormai stata soppiantata, ma che era uno dei punti di forza maggiori delle vecchie generazioni di console.
In ogni caso, chi fosse alla ricerca di miglioramenti rimarrà probabilmente deluso, visto che non ci sono veri e propri passi avanti rispetto al giocare su PS3. Le prestazioni con PS Now sono fondamentalmente identiche alla controparte locale: il frame-rate soffre negli stessi momenti, così come negli stessi momenti appaiono tearing e altri difetti quando i motori grafici sono messi alla prova.
Tempi di caricamento (secondi) | PlayStation 3 | PlayStation Now |
---|---|---|
BlazBlue selezione del personaggio | 4.4 | 1.3 |
BlazBlue primo combattimento | 8.0 | 2.5 |
Dirt 3 prima gara | 32.1 | 29.6 |
Dead or Alive 5 Hot Zone | 8.9 | 6.1 |
Dead or Alive 5 Sanctuary | 6.6 | 4.0 |
Killzone 2 caricamento della campagna | 34.3 | 26.9 |
MotorStorm Apocalypse Intro | 39.7 | 23.6 |
MotorStorm Apocalypse prima gara | 30.8 | 15.5 |
Saints Row 3 Intro | 13.5 | 12.7 |
Saints Row 3 seconda missione | 5.2 | 2.9 |
Tra tutti i giochi provati, Dirt 3 è quello che ha fatto registrare le differenze maggiori, con qualche calo di frame-rate non registrato su console. Curiosamente era presente un continuo tearing sulla parte superiore dell'immagine, che nella versione PS Now era spostato di qualche pixel, suggerendo le diverse tempistiche di rendering. In generale non ci sono sorprese: PlayStation Now è un servizio basato su PlayStation 3, tanto che anche le notifiche dei trofei sono le medesime.
PlayStation Now: il verdetto del Digital Foundry
C'è un principio molto semplice che ha trascinato il mondo del cloud gaming fino ad ora: la tecnologia PC è utilizzata per far girare i giochi a 60fps per ridurre di circa 50ms l'input lag rispetto allo stesso gioco a 30fps. Il miglioramento dell'input lag serve come rimedio alla latenza derivante dall'encoding video e dalla trasmissione delle immagini, nei fatti raggiungendo l'aspetto di un gioco a 60fps, con l'input lag di uno a 30fps. Questo in teoria, almeno, e stando a quanto visto con GeForce Grid, sembra sia la via migliore da percorrere.
L'approccio di Sony è diverso, utilizzando l'hardware standard di PS3 con PlayStation Now, senza la possibilità di sfruttare così la potenza di un PC per ridurre l'input lag, e costringendo gl'ingegneri ad andare a caccia di millisecondi da qualche altra parte con la personalizzazione dell'architettura del dispositivo. Senza riuscire a ridurre l'input lag presente nei giochi, così ad occhio si direbbe che non è certo una strada facile quella scelta da Sony, ma in diversi casi PlayStation Now ha saputo stupirci superando le aspettative e fornendo una godibile esperienza di gioco: non buona come quella standard, sia chiaro, ma comunque apprezzabile.
Comunque, la qualità dell'esperienza dipende pesantemente da parecchi fattori: le condizioni di rete sono ovviamente cruciali, tanto per cominciare. Anche lo schermo gioca la sua parte nella gestione della latenza, tanto che in alcuni casi un cattivo pannello può addirittura raddoppiare i tempi di risposta. Ci sono dei frangenti in cui PlayStation Now offre un gameplay accettabile nonostante alcuni fattori esterni non rendano le cose facili, e in generale l'impressione è che sul fronte tecnologico i risultati raggiunti da Sony siano soddisfacenti. Lasciando per un attimo da parte la questione latenza, comunque, rimangono vari punti interrogativi sul fronte del modello di business: un catalogo di giochi vecchi interesserà davvero ai giocatori?
Traduzione a cura di Alessandro Arndt Mucchi.