Turtles: Mutants in Manhattan è il gioco peggiore di Platinum Games - articolo
Il Digital Foundry esamina il titolo su PS4 e Xbox One.
Platinum Games è ormai attiva da quasi dieci anni, e ha prodotto alcuni dei migliori giochi action mai realizzati. Con la crescita dello studio, però, vari team interni si sono dedicati a progetti dal budget più basso, come il sorprendentemente solido Transformers: Devastation dell'anno scorso. I risultati non sono però tutti di questo livello, come abbiamo visto nel 2014 con The Legend of Korra, un titolo che molti hanno reputato il peggiore dello studio. Con il lancio di Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutants in Manhattan, però, le cose potrebbero essere cambiate.
Il primo campanello d'allarme si ha all'inizio del gioco; dopo le sequenze pre-renderizzate d'apertura, si viene lanciati in un'esperienza che gira ad appena 30 fotogrammi al secondo. Anche se Platinum ha lanciato in passato titoli a 30fps, come l'eccellente Vanquish, i titoli graficamente meno ambiziosi dello studio puntano tipicamente a 60fps. Siamo rimasti sorpresi dallo scoprire che Mutants in Manhattan ha un limite di 30fps senza alcuna funzione grafica che possa giustificarlo. È strano, specialmente visto che il producer del gioco menziona i 60fps come causa dell'omissione di una modalità multiplayer a schermo condiviso, la quale non è presente nel prodotto finale.
Purtroppo quest'aggiornamento più lento non si traduce in una migliore qualità dell'immagine. Il gioco opera nativamente a 1920x1080 su PS4 e Xbox One, ma l'assenza di un qualsiasi metodo di anti-aliasing risulta in una presentazione più grezza. Anche il filtering anisotropico è assente, e le texture risultano quindi sfocate ad angolazioni oblique. In più le ombre hanno un aspetto dozzinale e a bassa risoluzione. L'estetica da fumetto del titolo gioca a suo favore, ma l'immagine grezza e il frame-rate sminuiscono di molto l'esperienza.
Anche se le versioni PS4 e Xbox One condividono le stesse funzioni grafiche, la macchina di Microsoft risulta inferiore per quanto riguarda le ombre. La loro qualità risulta ulteriormente inferiore rispetto all'implementazione pixellata su PS4. Poco altro separa le due console, ma il compromesso è bizzarro visti i bassi standard.
Un aspetto positivo è l'inclusione del motion blur su entrambe le console: i colpi portati dalle tartarughe vengono accentuati da una forma per oggetto dell'effetto, e questo conferisce una sensazione di peso alle mosse. Anche le animazioni sono valide, ma poche mosse si collegano fluidamente come accade in Bayonetta o Metal Gear Rising. Il sistema di animazioni è invece più rigido come in The Legend of Korra. Il risultato è che entrambi sono trascurabili da giocare: soffrono di un design dei livelli di basso livello e mancano purtroppo dello stile caratteristico dei migliori titoli di Platinum Games. Visto il suo frame-rate generalmente inferiore, Mutants in Manhattan è probabilmente il meno godibile di questo disordinato duo.
Progredendo per le mappe, il gioco diventa rapidamente una successione di compiti banali. All'ingresso in un nuovo livello, ad esempio, vengono assegnati degli obiettivi come la protezione di una bancarella della pizza, il disarmo di alcune bombe o lo spostamento di una gigantesca borsa di denaro rotolante verso un obiettivo vicino. Le indicazioni verso l'obiettivo successivo, le uniche indicazioni disponibili, compaiono mettendo il gioco in pausa premendo lo stick destro ed evidenziando così obiettivi e nemici. Ma dopo pochi livelli si iniziano a vedere elementi riciclati, e questo non fa che amplificare la sensazione di ripetitività.
Obiettivi del genere avrebbero funzionato meglio se fossero stati imperniati su un combattimento più interessante. La tattica vincente consiste invece nel premere tasti a casaccio sfruttando l'aiuto degli alleati gestiti dall'IA fino all'azzeramento degli HP nemici. Il design di base richiama alla mente il sistema di combattimento di un MMO e non un action raffinato, e ogni attacco ha un impatto poco visibile sui nemici. È poi difficile seguire l'azione; gli occhi vanno spesso ai timer di cooldown a lato dello schermo, mentre i nemici attaccano senza alcun ritmo apparente. Non è un sistema all'altezza di ciò che ci aspettiamo da Platinum Games, ed è difficile schivare e parare nel caos.
Dal punto di vista tecnico, le versioni PS4 e Xbox One risultano in parità con l'eccezione delle ombre. Il resto è identico, fino alla mancanza dell'anti-aliasing e di un filtering delle texture decente. Su Xbox One in particolare siamo incappati però in un problema che potrebbe dare delle noie ad alcuni utenti. Nei nostri test il gioco a volte si è semplicemente rifiutato di connettersi online, e questo rende anche impossibile uploadare i salvataggi nel cloud. Siamo stati quindi costretti a proseguire offline ma il gioco non ha salvato i nostri progressi. In base a ciò che abbiamo letto online, non siamo gli unici ad avere avuto questo problema, che era presente anche nella versione di lancio di Transformers Devastation su Xbox One, ma è stato poi presto corretto.
Mutants in Manhattan è disponibile anche su PS3, Xbox 360 e PC. A prima vista la versione PC sembra l'opzione migliore, ma da ciò che abbiamo scorto dai materiali disponibili, sembra limitata a 30fps. A prescindere dalla piattaforma è difficile non restare scontenti dei risultati, e questo sembra proprio il prodotto di Platinum Games più debole di sempre.