Bloodborne può girare a 60fps su PS5 con l'upscaling in 4K tramite IA? - analisi tecnica
Uno sguardo all'upgrade per console next-gen che tutti desiderano.
Bloodborne è una delle esclusive PS4 più apprezzate e celebrate di sempre ma, in modo analogo a quanto accaduto per l'originale Demon's Souls per PS3, permane la sensazione che la sua popolarità non sia stata sfruttata appieno, nonostante l'enorme successo di critica. Non c'è mai stato un sequel e non è stato nemmeno mai pubblicato un aggiornamento per PlayStation 4 Pro. Allo stato attuale, giocando a Bloodborne su PS5, si ottiene un'esperienza a 1080p e 30 fotogrammi al secondo tutt'altro che stabili: un miglioramento irrisorio rispetto all'originale PS4. Tuttavia, oggi possiamo mostrarvi come il gioco può girare a 60 fps in retrocompatibilità con il contributo aggiuntivo dell'upscaling tramite IA che porta l'azione fino a 4K. In parole povere, non potete perdervelo.
La storia dietro a questa prova è piuttosto divertente. Nel maggio del 2020, il Digital Foundry ha pubblicato un video relativo alla patch non ufficiale che sbloccava il frame-rate di Bloodborne, creata da Lance McDonald. McDonald ha attinto a piene mani dal codice dell'aggiornamento per PS4 Pro di Dark Souls 3 ed lo ha portato in Bloodborne per permettere al gioco di girare a 60fps. Il problema, però, era che il gioco non è mai stato pensato per essere eseguito su PS4 Pro e di conseguenza non riusciva a utilizzare tutta la potenza della macchina: il massimo che si poteva ottenere era una sorta di 'boost mode'. Un rendering a 1080p e 60fps era assolutamente fuori discussione poiché anche la modalità a 720p e 60fps era difficile da sostenere per il sistema (forse perché la rimozione del collo di bottiglia della GPU mostrava il fianco alle limitazioni della CPU). La patch di McDonald è stata rilasciata pubblicamente qualche tempo fa e può essere applicata al gioco solo su hardware PS4 destinato agli sviluppatori oppure su macchine retail modificate.
Qualche settimana fa abbiamo ricevuto delle immagini da qualcuno che asseriva di aver preso la patch di McDonald per Bloodborne e di essere riuscito a farla girare sul devkit di una PlayStation 5. Non abbiamo potuto vedere la console che eseguiva il gioco in tempo reale ma ci sono un paio di indizi che confermerebbero il fatto che si tratta di un software che gira sulla nuova console di Sony. In primo luogo le notifiche dei trofei sono nello stile di quelle per PS5 ma, cosa ancora più significativa, il gioco opera a 60 frame al secondo con una risoluzione di 1080p con solo piccole incertezze occasionali: è qualcosa che non abbiamo mai visto prima. Abbiamo dedotto che si trattava di un'eventualità concreta, era davvero Bloodborne nella sua versione più veloce e fluida che mai. Volevamo saperne di più.
I lettori regolari del Digital Foundry potrebbero aver intuito che siamo davvero entusiasti dell'arrivo delle tecnologie basate sull'IA nel mondo dei videogiochi. Abbiamo utilizzato noi stessi l'upscaling tramite IA per lo sviluppo della nostra colossale retrospettiva su Final Fantasy 7, dunque perché non approfondire anche il caso di Bloodborne? Se riusciamo ad ottenere i 1080p a 60fps, perché non puntare anche al 4K? Per questo motivo abbiamo dato il via ad una settimana di esperimenti con uno strumento chiamato Topaz Video Enhance AI che utilizza svariati modelli di upscaling tramite IA. Il risultato? Molti di loro riescono ad offrire un livello di dettaglio sensibilmente più alto.
Ad ogni modo, queste tecniche di upscaling dell'IA sono servite anche a enfatizzare alcuni dei noti problemi grafici di Bloodborne: uno scarso anti-aliasing con evidenti effetti di shimmering ed alcuni fenomeni di aliasing simili a quelli visti in titoli sviluppati su Unreal Engine 3. Abbiamo optato per un modello che potesse affrontare la maggior parte dei problemi e ridurre gli artefatti derivanti dall'AA ma, in alcune situazioni, si finiva per perdere alcuni piccoli dettagli: la galleria di immagini qui sopra mostra tutti i vantaggi e gli svantaggi di questo processo di upscaling. Il risultato complessivo con questo modello condivide alcune somiglianze con l'anti-aliasing temporale: i pixel grezzi e non trattati sono ben gestiti ma, a volte, sembrano troppo elaborati o addirittura stilizzati. Ciò che abbiamo trovato affascinante è stato che quasi tutti i modelli di upscaling tramite IA che abbiamo testato erano in grado di riconoscere il testo dell'HUD e ridimensionarlo in modo tale da sembrare renderizzato a risoluzione nativa.
L'elaborazione di ciascuna immagine ha richiesto circa 0.5/0.6 secondi per frame utilizzando una RTX 3090: speriamo che in futuro Topaz Labs possa sfruttare al meglio i tensor core delle schede Nvidia per accorciare i tempi. Detto questo, eseguire il video upscalato alla fine di questo lungo processo è stato davvero galvanizzante: è fantastico vedere Bloodborne girare ad una risoluzione così elevata. Una patch ufficiale per il gioco potrebbe offrire risultati differenti da questi ma è una visione interessante di come il titolo potrebbe girare sull'hardware di prossima (o corrente?) generazione.
Tutto questo ci porta ad una domanda inevitabile: se la community continua a chiedere a gran voce l'arrivo di Bloodborne su PS5, perché Sony non ha ancora pubblicato una patch? Dopo tutto, se Lance McDonald è riuscito ad aggiornare il gioco per ottenere frame-rate più elevati, perché non dovrebbe poterlo fare la stessa Sony? La verità è che ci sono una serie di ostacoli logistici, tecnici e forse anche corporativi da affrontare. Innanzitutto, se la patch di Lance venisse pubblicata come update ufficiale, il frame-rate verrebbe sbloccato su tutti i sistemi, non sono su PlayStation 5. Basandoci sulle nostre esperienze con la patch su PS4 e PS4 Pro, possiamo affermare che ciò peggiorerebbe parecchio l'esperienza finale. Permettere al gioco di riconoscere quando viene eseguito su PS5 per rimuovere la limitazione del frame-rate, invece, richiederebbe sostanziali modifiche al codice: è possibile farlo ma non sarebbe facile per un titolo che ha compiuto sei anni di recente.
Con ogni probabilità, il modo migliore per Sony di rinnovare il franchise sarebbe fare esattamente quello che è stato fatto con Demon's Souls: passare il codice originale e gli asset ad uno studio di sviluppo talentuoso come Bluepoint Games per ricostruire, rimasterizzare o ricreare il gioco specificamente per PlayStation 5. Non è un lavoro semplice, servirebbero anni per portarlo a termine, ma il risultato finale sarebbe sicuramente apprezzato da molti. Al momento dobbiamo accontentarci di ammirare la patch non ufficiale di McDonald su PS5... ma non possiamo evitare di pensare che questa non sia la fine della storia di Bloodborne.