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Destiny: analisi tecnica

Il giudizio del Digital Foundry sul debutto next-gen di Bungie all'E3.

Nonostante la presenza di titoli come Killzone: Shadow Fall e Infamous: Second Son, la presentazione del gameplay di Destiny è stato uno dei punti di rilievo della conferenza E3 di Sony. Il titolo di Bungie punta a ridefinire il genere degli FPS tramite l'introduzione di un open world persistente, in cui campagna e multiplayer si fondono in un'esperienza omogenea. Destiny ha la potenza grafica che ci si aspetta da un titolo next-gen, ma è l'idea dell'unione tra MMO e FPS che distinguono il gioco dalla concorrenza.

Destiny arriverà in contemporanea su quattro differenti piattaforme : Xbox 360, PlayStation 3, Xbox One e PS4, tutte sviluppate internamente a Bungie da gruppi distinti. Il gioco è comunque costruito su tecnologia scalabile, che rende facile la riduzione di livello di dettaglio, effetti, calcolo della fisica e altre componenti. La piattaforma scelta per la presentazione dell'E3 è stata però PlayStation 4.

La sequenza introduttiva della demo rivela uno scenario che si estende per diversi chilometri fino al distante orizzonte, ma ugualmente ricco di particolari come manti erbosi che oscillano al vento o automobili abbandonate. Mentre l'inquadratura scorre sul panorama, le proporzioni della scena vengono rivelate: il massiccio muro che separa la città di Old Russia dalla terra brulla e desolata all'esterno torreggia sul giocatore. Da alcune crepe filtra dell'acqua, mentre in alto sono visibili delle futuristiche torri di comunicazione, che si protendono nel cielo dalla parte opposta del muro sottolineando l'ampiezza della visuale. Tipico di Bungie, anche se con toni più cupi del solito e un tocco di magia next-gen.

"La qualità dell'immagine di Destiny è impressionante"

L'analisi delle prestazioni del gameplay di Destiny dalla conferenza di Sony dell'E3. Il gameplay si mantiene su 30fps con alcuni sporadici rallentamenti durante i combattimenti. Il gioco è già molto solido nonostante sia nella fase iniziale di produzione.Guarda su YouTube

Lo stile tipico di Bungie è come sempre immediatamente riconoscibile, e in questo caso arricchito da un livello di dettaglio impossibile da ottenere sulle console dell'attuale generazione. Il livello di dettaglio delle texture è ottimo e pieno di dettagli, per un risultato finale nitido e pulito. Il dettaglio visibile nelle inquadrature ravvicinate suggerisce l'uso della Tessellation, una tecnica che genera in maniera dinamica nuove geometrie man mano che ci si avvicina all'oggetto. Questo trattamento non è stato esteso ai personaggi, che appaiono composti da un numero di poligoni non altissimo in confronto a titoli come Call of Duty: Ghosts e Crysis 3. La qualità dell'immagine è generalmente impressionante, grazie a una risoluzione di 1080p e a un effetto di anti-aliasing post-process che dona al gioco un aspetto veramente nitido, tradito in alcuni casi da elementi microscopici dello scenario che sfarfallano a grande distanza.

Dopo una breve introduzione allo scenario post-apocalittico, una nave solca il cielo e un nuovo personaggio viene trasportato nell'ambientazione. Quando il gruppo si dirige verso il muro è possibile vedere una simulazione fisica avanzata dei vestiti dei personaggi e nel telone che copre uno dei veicoli arrugginiti. Il tutto viene riflesso in maniera convincente nelle pozze di acqua stagnante sparse per il terreno.

Bungie ha dichiarato che il vasto scenario mostrato all'E3 sarà interamente esplorabile e che i personaggi potranno avventurarsi molto lontano dalle rovine di Old Russia, in un mondo molto più vasto abitato da altri esseri. L'idea è che i giocatori possano essere in grado di entrare e uscire dal gioco in ogni momento, con una transizione fluida tra campagna e multiplayer. Nessuna lobby o interfacce simili, con il matchmaking gestito sul momento.

Illuminazione ed effetti speciali sono apprezzabili quando il gruppo entra nel gigantesco complesso che separa Old Russia dal mondo esterno. Nelle stanze fiocamente illuminate e rese ancora più cupe dal pulviscolo che galleggia nell'aria, vari effetti di illuminazione sottolineano il grande lavoro fatto da questo punto di vista. A un certo punto il giocatore attiva una sonda che illumina gli immediati dintorni, proiettando una soffice luce dinamica intorno a sé mentre si avventura nei recessi del complesso. Alcuni momenti più tardi l'elettricità torna in funzione e l'intera area viene illuminata da gruppi di luci dirette e ambientali. Sembra proprio che si tratti di un tipo di illuminazione globale, con le luci ambientali riflesse accuratamente sulle vari superfici che conferiscono un ulteriore livello di atmosfera allo scenario.

"Vari effetti di illuminazione sottolineano il grande lavoro fatto da questo punto di vista"

Poco dopo il gruppo incontra alcuni nemici (chiamati “Fallen”) e un avversario più grosso e potente. Lo scontro a fuoco che ne segue rivela elementi di gameplay familiari, oltre che darci la possibilità di dare uno sguardo ai sistemi di loot e potenziamento delle armi. Il combattimento appare fluido e molto simile a quello di Halo per quanto riguarda il movimento delle armi e la reazione dei nemici ai proiettili.

Fluidità e intensità del combattimento sono sottolineati dagli effetti visibili quando un nemico viene ucciso. Le particelle sono animate in maniera realistica e i proiettili proiettano luci dinamiche nei dintorni. Fumo, fuoco ed altri effetti sembrano essere renderizzati grazie a sprite alpha (trasparenti) non volumetrici. Questa soluzione manca della profondità di titoli come Killzone: Shadow Fall e Crysis 3, ma risulta comunque esteticamente gradevole.

Più avanti nella demo, un “evento pubblico”, vale a dire una sequenza di azione prefissata e condivisa per il multiplayer, rivela un altro dei marchi di fabbrica di Bungie per quanto concerne gli scontri su larga scala: durante lo scontro, che si svolge in una locazione all'aperto, della navi dei Fallen si scontrano con parti della città in lontananza facendone crollare alcune, prima di mandare un gruppo di nemici e veicoli verso i giocatori. Il feeling è quello di una tipica scena di Halo, ma in un mondo dove il campo di battaglia è aperto ad altri giocatori che si trovino nella stessa locazione.

Questi eventi pubblici sono uno degli aspetti più intriganti del gameplay di Destiny, e offrono tutta una serie di sfide. Si tratta di sequenze opzionali che possono essere saltate, ma volendo i giocatori potranno dedicarsi esclusivamente ad esse. Allo stesso modo, sarà possibile giocare Destiny da soli senza fare necessariamente gruppo con altri utenti, anche se Bungie confida che l'interazione umana migliorerà significativamente l'esperienza al punto che pochi sceglieranno di giocare in solitaria.

"La visione del futuro del gaming di Bungie non passa solo per grafica migliore e scenari più vasti"

L'importanza del concetto di mondo persistente viene sottolineata più volte durante la demo, e forma uno snodo centrale attorno a cui ruota tutto il gioco. A livello tecnico, alcune caratteristiche come il matchmaking e la sincronizzazione del mondo tra i giocatori vengono gestite dal lato server e non tramite peer-to-peer come accade nella maggior parte degli shooter dell'attuale generazione.

Considerando che mantenere sincronizzato un mondo persistente e le azioni di migliaia di giocatori richiede una potenza di calcolo non indifferente, delegare questo compito al cloud ha senso in quanto il gioco deve essere perennemente attivo per funzionare. Avere dei server dedicati offre anche altri benefici, come la capacità di gestire più giocatori in una singola istanza e un'ulteriore protezione a potenziali exploit. Da questo punto di vista l'infrastruttura di Destiny somiglia più a quella di un MMO che ai sistemi alla base di shooter come Battlefield .

La breve sequenza di gameplay mostrata all'E3 fornisce un chiaro indizio dell'obiettivo di Bungie. Le somiglianze con Halo sono innegabili, ma allo stesso tempo la visione dello sviluppatore è molto più grandiosa. La visione del futuro del gaming di Bungie non passa solo per grafica migliore e scenari più vasti, che comunque giocano un ruolo significativo, ma anche nel dare ai giocatori la possibilità di sperimentare e tracciare autonomamente la propria strada nell'universo di Destiny.

L'idea di unire in modo omogeneo campagna e multiplayer in un mondo online persistente potrebbe effettivamente dare allo stanco genere degli shooter fantascientifici nuova linfa vitale, fondendo elementi familiari e innovativi in un modo mai visto prima su console. Si tratta di un approccio veramente next-gen a un genere dai dogmi ben definiti, e non possiamo fare a meno di chiederci fino a che punto questa grandiosa visione verrà penalizzata dai limiti tecnici sulle console dell'attuale generazione.

Traduzione a cura di Emiliano Baglioni