SteamOS - prova
Il Digital Foundry testa il sistema operativo di Valve sul suo PC gaming high-end.
SteamOS di Valve potrebbe cambiare tutto. Basato su Linux, mira a rompere il monopolio di Windows per quanto riguarda il gaming su PC e a imporsi come piattaforma dominante. Valve sta lanciando questo nuovo sistema operativo in tandem con una gamma di Steam Machine (dei PC ridisegnati per adattarsi ai nostri salotti) per rivaleggiare con le tradizionali console. I primi prototipi sono stati spediti a pochi fortunati nelle scorse settimane, mentre SteamOS è stato rilasciato in versione beta da una manciata di giorni, così che chiunque possa testarlo sul proprio PC.
Ma cos'è, dunque, SteamOS? In poche parole è un sistema operativo libero e gratuito, che funziona praticamente come la modalità "Big Picture" del client di Steam tradizionale. Con Valve che ora ha un totale controllo su tutti i parametri, vediamo uscire di scena le DirectX 11.1 di Microsoft in favore di un'interfaccia proprietaria e semplificata che usa le API OpenGL 4.3 per far girare i giochi, apparentemente con un netto beneficio in termini di frame rate. Secondo i test della stessa Valve, Left 4 Dead 2 ha avuto un incremento del 16.4% nella velocità del gioco, se paragonato con la performance ottenuta su un PC Windows con lo stesso hardware.
Ma non è tutto. Secondo un post (purtroppo cancellato, al momento in cui vi scriviamo) dello sviluppatore FXAA Timothy Lottes, un focus sulle piattaforme Linux potrebbe anche portare miglioramenti per il gaming in generale: nello specifico, il 100% di risorse di sistema dedicate al gioco, insieme ad un accesso superiore alle funzionalità delle schede grafiche. Oltre a ciò, ci sono anche vantaggi in termini di latenza degli input: l'attuale architettura di driver WDMM 1.3 usata come back layer su Windows - per colmare eventuali incertezze della GPU, tra le altre cose - aggiunge notoriamente latenza alla pipeline di rendering globale. Con SteamOS, invece, i giochi scansano il bisogno di questo framework e lavorano direttamente tramite OpenGL e i driver Nvidia. Questo garantisce una latenza inferiore su ogni hardware, il che dovrebbe risultare, teoricamente, anche in tempi di risposta più veloci.
A questo punto però è necessario un avvertimento: il processo d'installazione della beta di SteamOS non è affatto "user friendly" per l'utente tipico, e richiede una motherboard con funzionalità UEFI, supportando oltretutto solamente le schede grafica Nvidia (anche se Valve promette che questo cambierà presto). Sono necessari anche 500GB di hard disk per completare l'installazione (anche se noi siamo riusciti ad eseguirla in una partizione di 80GB), e bisogna essere preparati ad avere tutti i propri dati cancellati dall'HD durante il processo. Per questo motivo abbiamo scollegato tutti gli altri drive per precauzione, prima di cominciare, anche se speriamo che in futuro sarà più facile effettuare un dual-boot con un'altra partizione Windows.
"I primi prototipi di Steam Machine sono stati spediti nelle scorse settimane, mentre SteamOS è stato rilasciato in versione beta da una manciata di giorni"
Persino con tutte le attenzioni possibili, il processo non è privo di insidie. Usando l'installer di default, da 967MB, siamo giunti ad un punto morto, una GNU command prompt screen. Fortunatamente, però, il secondo metodo che Valve ci concede ha ottenuto risultati migliori: abbiamo potuto installare l'OS via chiavetta USB, completando il tutto con alcune scelte operate usando il command prompt di Linux. Nel complesso, questo percorso ha richiesto non più di 30 minuti dall'inizio alla fine e, se le istruzioni sono seguite alla lettera, non ci dovrebbero essere particolari problemi nel ripeterlo.
Loggando a SteamOS per la prima volta si ha un'impressione familiare. Per quanto riguarda la facciata, infatti, le somiglianze con la modalità Big Picture di Steam sono totali, anche se ovviamente manca la possibilità di andare al desktop con Alt-Tab. Il testo è di dimensioni generose, per essere meglio letto da "distanza divano", ci sono grosse icone che scrollano in orizzontale e una miriade di opzioni di navigazione rassomigliano molto a quelle che si trovano su Windows. Ad ogni modo, la differenza principale è che la modalità Big Picture qui forma le fondamenta del sistema operativo, rappresentando l'unico portale verso il nostro catalogo di giochi. La vista tradizionale di Steam non è presente e la visualizzazione del desktop è disabilitata di default (anche se è possibile riattivarla tramite un'apposita opzione).
La domanda è: SteamOS offre la stessa user experience della modalità Big Picture che ormai ben conosciamo? Non del tutto. Mentre il layout dei menu è identico, ci sono alcune feature cruciali che qui mancano e che invece sarebbero necessarie per migliorare l'esperienza. Per esempio, selezionare monitor e risoluzione preferiti non è possibile tramite SteamOS, mentre l'opzione è presente nei settaggi della versione Windows. Questo significa che bisogna delegare a SteamOS il compito di riconoscere automaticamente la risoluzione ottimale del monitor. Se si cambiano i parametri del display su desktop, questi cambiamenti non si riflettono su Steam, dal momento che la sua interfaccia opera isolatamente dal resto.
Nemmeno le sorgenti audio possono essere regolate con semplicità tramite questa interfaccia. Il sonoro è riprodotto di default attraverso la porta HDMI della scheda video, il che è perfetto in un setup da salotto e televisore, ma potrebbe dare problemi a chi abbia schede PCI dedicate senza il supporto dei driver.
Ovviamente stiamo parlando di una beta e queste opzioni potranno essere semplicemente aggiunte in seguito. Il vantaggio di avere output video e audio stabiliti automaticamente da SteamOS è che tutti i titoli utilizzano gli stessi settaggi, il che significa che non si notano flicker dello schermo quando un gioco è selezionato dal menu. In questo senso le transizioni sono molto più fluide di quanto non avvenga su Windows con la modalità Big Picture. Non c'è alcuna finestra di runtime che appare quando si seleziona Metro: Last Light, per esempio, mentre su Windows si può notare brevemente il desktop che è eseguito in background mentre il gioco viene avviato. Il nostro PC, con un'installazione di SteamOS dedicata, è fluidissimo dal boot iniziale allo spegnimento.
L'esperienza di SteamOS, però, non è fluida quanto quella di PS4 e Xbox One, almeno non ancora. Le nuove console possono sospendere il gameplay e lasciarci navigare l'intero menu, i setting e i servizi di streaming come preferiamo, prima di ricominciare il gioco. Su SteamOS possiamo solo accedere alla lista amici e agli achievement premendo shift+tab. Il tutto è mostrato tramite un menu in sovrimpressione, mentre il gioco continua a restare in esecuzione sullo sfondo.
"La navigazione dei menu è fluida e rapida, come ogni interfaccia console basata sull'utilizzo di un joypad"
La navigazione dei menu in sé, comunque, è fluida e rapida, come ogni interfaccia console basata sull'utilizzo di un joypad. Grosse icone riempiono lo schermo e il testo a grandi dimensioni rende la lettura da distanza TV comoda e facile. È possibile catturare screenshot tenendo premuto il tasto "home" su un pad 360 e schiacciando il grilletto destro. La libreria attuale di SteamOS, però, comprende ancora giochi che supportano solo parzialmente il gamepad, mentre i titoli più vecchi (come Portal della stessa Valve) beneficiano ancora dall'impiego di mouse e tastiera. Se Valve sta cercando di dare l'esempio agli altri sviluppatori, allora l'esperienza non è ancora quella fluida e logica che avremmo sperato. C'è da dire, ovviamente, che SteamOS è solo una parte del "pacchetto" di una Steam Machine: Valve ha creato il suo controller proprietario e flessibile, che cerca di combinare l'immediatezza di un joypad con la precisione di mouse e tastiera. Sarà da vedere se questo originale pad, con i suoi doppi track-pad circolari, riuscirà a rappresentare una soluzione di controllo unificata della quale l'intera esperienza gioverà.
Anche l'attuale supporto software a SteamOS di certo non è ampissimo ma chiaramente siamo ancora nelle fasi iniziali. Ci sono circa 300 titoli disponibili nella sezione Linux, la maggior parte dei quali sono classici indie come Mark of the Ninja, Fez o Darwinia. Per quanto riguarda i titoli 3D più ambiziosi, i migliori esponenti sono a marchio della stessa Valve e di Double Fine: i due studios hanno convertito praticamente tutti i titoli del loro catalogo per Linux, con la curiosa eccezione di Portal 2. Sfortunatamente, anche sul nostro PC equipaggiato con processore Intel i7-3770K a 4.3GHz, 16GB di RAM e una GTX 780ti, abbiamo scoperto che le impostazioni di giochi come Left 4 Dead 2 non sono di defaultal massimo, il che significa che qualche ottimizzazione è necessaria per ottenere un'esperienza ottimale. Si tratta di una situazione tipica dei PC, quando si spererebbe invece che SteamOS aggiustasse automaticamente le impostazioni del gioco a seconda del proprio hardware.
Questo porta ad un problema fastidioso con Metro: Last Light. Il gioco è uno dei pochi nel catalogo di SteamOS che siano in grado di mettere a dura prova un hardware moderno e potente. I suoi settaggi grafici, però, sono limitati ad una barra di qualità che può essere alzata da sinistra a destra, senza che si possa sapere esattamente quali siano le impostazioni di anti-aliasing, eccetera. Questa barra s'imposta di default a 16 tacche su 20 sul nostro PC,e si resetta ogni volta che ricarichiamo il gioco, costringendoci ad alzare manualmente ogni volta la barra delle ultime 4 tacche.
È chiaro anche il fatto che la transizione dalle DirectX 11 alle OpenGL non è stata priva di problemi per Metro: Last Light. Persino con la barra della qualità al massimo, la grafica che si ottiene su SteamOS non riesce a raggiungere quella massima della versione Windows. Tutte le forme di motion blur sono rimosse, la qualità delle texture è visibilmente inferiore, l'ambient occlusion è meno efficace e anche la tessellation appare assente. La cosa frustrante è che non c'è modo di usare le scarne impostazioni disponibili per giocare il titolo veramente al massimo delle sue possibilità, nonostante il nostro hardware ne sia ovviamente più che capace. Le OpenGL più recenti dovrebbero offrire funzionalità pari a quelle delle DX11, quindi l'omissione di queste feature è deludente. D'altro canto, c'è da dire che il lancio di SteamOS potrebbe portare a colmare questo gap e addirittura superare le DirectX 11.
Fortunatamente, titoli come DOTA 2 e Left 4 Dead 2 girano sul nostro setup senza problemi, e tutte le opzioni sono a disposizione per settare a piacimento le prestazioni. Però resta a Metro: Last Light il compito di mostrarci come e quanto le OpenGL di Nvidia siano ottimizzate in termini di performance, essendo questo il titolo più pesante in termini grafici. I primi 30 minuti di gioco sono fluidi tanto quanto la versione Windows con 60fps costanti, ma negli stage successivi si notano alcuni evidenti problemi di stabilità. A differenza di quanto riscontrato col catalogo di Valve, il gioco ha crashato per cinque volte in due ore di gioco, riportandoci al menu di Steam senza mostrare alcun codice errore. È un peccato, perché al di là di questi evidenti problemi la performance non era affatto male, ma questo comportamento ci lascia intuire che il passaggio su Linux potrebbe non essere così semplice.
Per essere un primissimo test di gaming su Linux, comunque, si tratta di un inizio promettente. 4A Games sta aprendo un solco in cui gli altri potranno inserirsi, dando a SteamOS un titolo che costituisce una vetrina tecnica in grado di mostrarne il potenziale anche per tutti gli altri sviluppatori. In teoria, poi, i buchi nella libreria Linux (lasciati dalla mancanza di titoli come Crysis 3 o Tomb Raider), potrebbero essere colmati attraverso la feature di streaming di SteamOS. Assente dall'attuale versione beta dell'OS, quest'ultima dovrebbe consentire agli utenti di giocare in remoto tutti i titoli del catalogo Windows attraverso la propria rete domestica: una funzionalità che sicuramente testeremo non appena sarà disponibile.
"Come il client di Steam, uscito più di una decade fa, SteamOS potrebbe segnare l'inizio di un enorme cambiamento nel mondo del gaming PC"
Come il client di Steam, uscito più di una decade fa, SteamOS potrebbe segnare l'inizio di un enorme cambiamento nel mondo del gaming PC. Tutto dipenderà da quanto Valve riuscirà a rendere Linux una piattaforma appetibile per gli sviluppatori, specialmente in un mondo in cui la stragrande maggioranza dei titoli PC è pensata per Windows. Quel che sappiamo è che l'attuale catalogo è limitato a 300 giochi, e che coinvolgere tutti gli attori presenti sul mercato richiederà una certa opera di persuasione. Per non parlare dell'impegno che sarà necessario per convertire, eventualmente, la libreria preesistente di Steam e portarla su Linux.
Basandoci sulla nostra esperienza fatta col sistema operativo nella sua forma beta, SteamOS è senz'altro promettente. È gratuito, ha un'interfaccia "TV e divano friendly" e include feature come gli achievement, per meglio fare concorrenza al mondo delle console. La navigazione non è troppo diversa dall'attuale modalità Big Picture di Steam, con l'unica differenza che è rappresentata dalla fluidità delle transizioni da e verso i giochi. In questo senso, il più ampio controllo di Valve sull'hardware potrebbe essere utilizzato per ottenere risultati ancora migliori, e col tempo dovremmo vedere un distacco ancora crescente con l'alternativa Windows. Allo stato attuale dei fatti, l'interfaccia è comunque solida, chiara e semplice da utilizzare, anche se limitata da un supporto al gamepad ancora incostante nel catalogo di titoli.
Il vero problema, al momento, è rappresentato dalla mancanza di titoli mainstream, ma anche l'essenzialità delle impostazioni grafiche in titoli come Metro: Last Light costituisce motivo di preoccupazione. La maggior parte dei giochi gira senza problemi, particolarmente quelli creati dalla stessa Valve, ma l'aspetto grafico sotto gli standard di quest'ultimo titolo e i suoi problemi di stabilità suggeriscono che la strada da Windows verso Linux potrebbe essere più accidentata del previsto per i titoli più intensi tecnicamente. Diamo tempo al tempo (e soprattutto agli sviluppatori), sperando che questi difetti di giovinezza vadano presto a scomparire. SteamOS sarà ancora ai suoi albori ma sul lungo termine potrebbe essere la giusta direzione per far trovare al gaming PC uno spazio nel soggiorno di tutte le nostre case.