La tecnologia di Kingdom Come Deliverance riesce a veicolare la sua ambiziosa visione? - analisi comparativa
Tutte le console al banco di prova, e Xbox One X si piazza in testa.
Concettualmente, Kingdom Come Deliverance è una proposta interessante. Come sarebbe la formula di The Elder Scrolls se fosse adattata a una location del mondo reale, magari di un determinato periodo storico? E se la tecnologia del motore di Skyrim, ormai non più all'avanguardia, fosse sostituita dal più potente engine disponibile sul mercato?
Questo ambizioso progetto di debutto dello sviluppatore ceco Warhorse Studios è un RPG che è stato finanziato tramite crowdfunding ed utilizza la tecnologia CryEngine (proprio come Ryse, Prey e Homefront the Revolution) ma con un approccio stilistico simile a quello di Skyrim, con sconfinate lande da esplorare. Dalle bellissime e dense foreste agli idilliaci villaggi europei dei XV secolo, c'è una materializzazione quasi fotorealistica del mondo in molte aree. La grossa differenza rispetto a un gioco come Skyrim è la sostituzione di un'ambientazione fantasy con una più realistica caratteristica di un preciso di un periodo storico. Draghi e magie vengono messi da parte ed il focus si sposta sulle difficoltà del potere del Regno di Boemia.
Non sarebbe corretto da parte nostra non citare la controversia attorno alle attitudini di Daniel Vávra, lo sviluppatore capo, le cui vedute parlano da sole sia sui suoi social media che nella sua intervista rilasciata a Kotaku: aspetti che vengono proposti di riflesso nei contenuti del gioco, e che ci potrebbero dissuadere dall'acquisto del gioco. Ma in questo articolo il Digital Foundry vuole concentrarsi solo sull'aspetto tecnico del titolo.
La scelta del CryEngine è di per sé eloquente del livello di ambizione che sta dietro a quello che essenzialmente è un titolo indie, specialmente considerando che anche sviluppatori navigati hanno faticato a ottenere risultati ottimali con questa tecnologia. Dopo tutto, Homefront the Revolution ha avuto evidenti problemi al lancio, adottando un simile approccio open world con un frame-rate che sforava spesso sotto la soglia dei 20fps. Fortunatamente Dambuster Studios ha migliorato il gioco enormemente dopo la sua uscita e adesso lo possiamo finalmente consigliare, specialmente su PS4 Pro e Xbox One X. Kingdom Come Deliverance soffre dunque di simili problemi al lancio, o la patch da 22GB del day one assicura che tutte le piattaforme godano di un'esperienza fluida?
Dal punto di vista grafico la situazione è trasparente su console, ove sia le versioni base e premium di PS4 e Xbox One offrono punti di forza e di debolezza. C'è un buon grado di conformità qui: la risoluzione delle texture è identica, così come la qualità delle ombre ed il campionamento del motion blur. Un serio problema delle release console è la presenza in alcuni casi di artwork a bassa risoluzione, un problema che si manifesta subito dopo la schermata del titolo, proprio come nel celebre gioco Lichdom Battlemage, basato sul CryEngine. Ma gli asset a bassa risoluzione compaiono anche durante il corso del gioco, se smettete di guardarli da vicino.
Kingdom Come Deliverance tocca degli alti picchi nel suo design open-world, ma è minato da diverse sbavature. Esplorare le citta e le foreste del gioco è senza dubbio la parte migliore dell'esperienza, anche se il vistoso e frequente pop-in può dar fastidio. A prescindere da quale console usiate, vedrete alberi comparire all'improvviso allo stesso livello di dettaglio in tutte le piattaforme. Allo stesso modo, nelle grandi città passerete gran parte del tempo camminando tra edifici con texture a bassa risoluzione, aspettando che passino al grado superiore di dettaglio tutto a un tratto. È un fenomeno abbastanza evidente che nemmeno Xbox One X riesce a evitare, con le texture che si attivano e disattivano camminando per le città.
Le impostazioni grafiche sono in gran parte identiche, e anche se PS4 Pro e Xbox One X offrono una distanza di rendering degli edifici leggermente superiore, questa differenza non è così rilevante in confronto alle console base. Forse il più grande fattore differenziale è la risoluzione nativa sulle console enhanced, anche se l'hardware base vede una parità. In ordine, una Xbox One standard offre una risoluzione nativa di 1600x900. Dopo c'è la PlayStation 4, che offre la stessa risoluzione con un piccolo upgrade all'occlusione ambientale. In confronto alla Xbox One standard, in cui le sfumature sono leggermente ridotte tra gli oggetti, otterrete un'immagine visibilmente più piena sulla macchina di Sony.
Muovendoci alla versione enhaced PS4 Pro, invece, la risoluzione riceve un upgrade a 1080p. La qualità dell'immagine migliora e ancora una volta anche la qualità dell'occlusione ambientale. La versione Xbox One X aumenta ancora la risoluzione a 2560x1440, ma questa volta la qualità dell'occlusione ambientale sta più o meno a metà tra PS4 e PS4 Pro. Oltre a qualche differenza nel pop-in del terreno per le console premium, non c'è molto altro che differenzi le quattro console. Sfortunatamente, il filtraggio delle texture è di qualità veramente bassa a prescindere da dove si guardi, e c'è bisogno veramente di un filtro anisotropico migliore. Invece potete constatare una leggere differenza nelle texture nelle foto comparative, ma queste consistono maggiormente nel ritardo del pop-in, specialmente su Xbox One base. Una volta che sono caricati, tutti gli asset sono uguali.
Parlando dei caricamenti, vale la pena fare un piccolo appunto qui. Essendo questo un gioco open world del calibro di Grand Theft Auto o della serie The Elder Scrolls, toccherà aspettare un bel po' di tempo per il caricamento iniziale. Il problema è che bisogna aspettare fino a due minuti solo per arrivare alla schermata del titolo su PS4 standard, prima di poter selezionare il salvataggio che dà il via a un'altra lunga attesa. PS4 Pro riduce il caricamento a un minuto e mezzo, Xbox One a 1 minuto e 13 secondi, mentre Xbox One X è la più veloce con soli 53 secondi.
Questa sequenza si verifica anche se dovete caricare un qualsiasi salvataggio, ma fortunatamente non dovrete aspettare ancora così a lungo. I tempi di questo secondo caricamento sono di 28 secondi su Xbox One X e fino a 44 secondi sulla piattaforma peggiore, primato negativo che si aggiudica ancora una volta PS4 standard. Considerando che si tratta di un unico mondo aperto che si attraversa senza interruzioni, alla fine è un'attesa accettabile, ma se utilizzate il viaggio veloce tra due check point allora dovrete mettere in conto queste attese, e queste potrebbero peggiorare la vostra esperienza di gioco.
Dal punto di vista delle performance, non ci sorprende che PS4 e Xbox One base siano fanalini di coda. Spicca inoltre un problema di frame-pacing su tutte le versioni console, dovuto semplicemente al limite di frame-rate di 31 fps, piuttosto singolare rispetto ai canonici 30fps. Quella singola cifra può sembrare poco rilevante, ma implica che ad ogni secondo si ottengono due fotogrammi unici consecutivi, che creano una mancanza di fluidità e regolarità in movimento. Un cap di 30fps tondi risolverebbe questo problema ma il CryEngine ha questo valore di default, lo abbiamo visto anche già in Homefront The Revolution su console, e in Ryse su Xbox One. Homefront ha risolto questa seccatura in via definitiva con la patch 1.08, che conferma che dovrebbe essere possibile risolvere alla stessa maniera anche in questo titolo.
Kingdom Come Deliverance può girare a questo valore di aggiornamento per la maggior parte del tempo in cui si viaggia tra le città, e lo stuttering diventa evidente. Ma ciò che divide di più le piattaforme sono le cut-scene, i campi di battaglia e le grandi città al di dentro delle mura interne, con un sacco di NPC su schermo. In modo simile a Novigrad City di The Witcher 3, nessuna di queste console current-gen riesce a gestire facilmente le zone semplici o complesse di queste aree che impegnano tanto la CPU, e ognuna di esse è afflitta in modo differente.
Per esempio PlayStation 4, nella scena di apertura dell'inseguimento a cavallo, è in svantaggio in confronto a Xbox One di un margine di tre o quattro frame al secondo. Queste battaglie aperte e queste grandi città sembrano mettere parecchio in difficoltà PS4, anche se altri percorsi cittadini vedono un capovolgimento di fronte. Occorre specificare che il risultato migliore in queste aree si ottiene camminando e non facendo nient'altro: è la corsa che uccide le performance su entrambe le console. Forzare l'engine a caricare più velocemente gli asset (sia che siate a cavallo che a piedi) è la causa principale delle performance che scendono nella sfera dei 20fps.
E dopo ci sono gli effetti collaterali. Le cut-scene mosse dall'engine e le aree con pioggia fitta sono più difficoltose su Xbox One. È un compito intenso che porta ogni console sui valori prestazionali peggiori, sia che si tratti dei 17fps su Xbox One o dei 20fps su PS4. Nel complesso è PS4 che offre più consistenza in queste situazioni. E ci torna in mente nuovamente Homefront the Revolution.
Nonostante questi due giochi siano profondamente diversi, ci sono molti parallelismi tra il modo in cui l'engine lavora e tra i frame-rate risultanti. La buona notizia è che le console mid-gen forniscono prestazioni più fluide assieme a un upgrade della risoluzione. Il frame-rate è più bloccato ai valori di riferimento, e anche se gli stessi stress test causano cali di prestazioni (e anche la potente Xbox One X può scendere nell'area dei 20fps nelle sene più intense), l'upgrade è palpabile.
Complessivamente, c'è un semplice ordine da seguire se volete sceglierete di giocare Kingdom Come Deliverance su console. Xbox One X offre la maggiore risoluzione in assoluto, pari a un 77 percento di incremento rispetto a PS4 Pro, ed anche l'esperienza è più fluida. Ma tra i cali prestazionali sotto ai 30fps, l'evidente pop-in delle texture e i lunghi tempi di caricamento, si può dire che nessuna piattaforma sia da incensare con questo titolo. Potrebbe essere un semplice problema di ottimizzazione risolvibile tramite patch mirate a migliorare la situazione, e speriamo sia così. A parte questi appunti tecnici, Kingdom Come Deliverance adotta alcune idee interessanti. Si propone come una valida alternativa a The Elder Scrolls, con alcuni riferimenti storici interessanti nelle vicende narrate. È solo la tecnologia alla base del titolo che incespica. Considerando questa situazione, la versione PC potrebbe essere la migliore opzione da considerare, e molto presto vi proporremo un'analisi del gioco su questa piattaforma.