Microsoft brevetta l'Xbox 'infinita' - articolo
Il Digital Foudry indaga sulla next-gen 'espandibile'.
Da sempre le console di gioco, per loro stessa natura, sono considerate hardware immutabile con il passare del tempo: per tutto il loro ciclo vitale possono cambiare la forma, le dimensioni e anche parte della componentistica della console stessa, ma alla fine un gioco uscito all'inizio della loro vita commerciale funzionerà anche su una macchina prodotta dieci anni dopo di quello stesso modello, e viceversa.
È la croce e la delizia di produttori e utenti, che in cambio di una stabilità tecnologica che limita l'acquisto alla console e a qualche accessorio, non richiede ulteriori investimenti che non siano i giochi stessi o servizi ad essi collegati. Una recente richiesta di brevetto messa in campo da Microsoft relativa alla sua prossima console parrebbe però andare contro questo assunto, ponendo le basi per una console aggiornabile con il passare del tempo, esattamente come accade per i moderni PC.
La richiesta all'ufficio brevetti americano numero 20120159090 risale al Dicembre 2010. Il documento è stato reso pubblico pochi giorni fa e riportato da tale "Sonic" del Beyond3D Forum. Viene descritta la volontà di Microsoft di brevettare "versioni di un'architettura per un sistema multimediale computerizzato in grado di soddisfare requisiti di qualità del servizio (QoS) per applicazioni multimediali e videogiochi, permettendo alle risorse della piattaforma, quelle hardware in particolare, di evolversi verso l'alto o verso il basso col passare del tempo."
Richieste di brevetto ne vengono sottoposte tutti i giorni all'ufficio competente: quello che rende questa richiesta interessante è che il sistema descritto e rivelato nei diagrammi allegati (qui trovate immagini comprensibili) condivide le stesse linee progettuali del famigerato sistema "Yukon" spiegato nel documento relativo all'Xbox 720 ed emerso agli inizi di maggio. Confrontandoli con le date di richiesta e appurata la loro genuinità, viene logico pensare che si tratti dello stesso materiale prodotto dal settore ricerca e sviluppo di Microsoft nel momento in cui ha iniziato a concepire il Project Durango.
Il bello è che il brevetto va molto più in profondità rispetto al documento relativo all'Xbox 720: molto di quel testo è sicuramente obsoleto e il fatto che fosse circolato internamente a Microsoft solo "a scopi di discussione" conferma questi sospetti. In questo caso invece si parla di schematiche di ingegneria relative alla console che confermano le intenzioni del reparto marketing. Stavolta qualcosa è bollita in pentola anche se, vista l'età della richiesta, non è detto che si stia sia concretizzando in un progetto commerciale.
"Vista l'età della richiesta di brevetto, non è detto che si sia concretizzato in un progetto commerciale."
I contenuti sono piuttosto chiari: allo stesso modo in cui i PC moderni sono costruiti attorno a componenti base (motherboard, CPU, GPU, RAM e dischi), Microsoft sta preparando la sua architettura di base per una console in grado di evolversi presupponendo la possibilità di produrre modelli diversi tutti basati sulle specifiche della versione anticipata dal documento di qualche mese fa. In questo documento si teorizza un'architettura multi-CPU/GPU con compiti diversi. Una prima "coppia" di CPU/GPU è deputata a gestire dashboard e flussi audio/video multimediali, ed è la cosiddetta "piattaforma". La seconda coppia è invece dedicata ai giochi ed è definita "applicazione".
Nel documento giunto online qualche tempo fa Microsoft parlava di "transmedia gaming": è un'idea basata sulla separazione delle risorse di un sistema di gioco, per permettere alla console di non dover dedicare tutto il sistema solo al rendering tridimensionale ma anche di far girare in background o in primo piano altri applicativi in grado di arricchire l'esperienza di gioco stessa.
Gli esempi fatti riguardano una partita di golf trasmessa in diretta sulla console su cui gira un gioco di golf che ci permette di sfidare in diretta altri avversari umani. Le applicazioni comprendono anche guide interattive da tenere aperte mentre si gioca, videochat e così via. Per fare questo, occorre ripensare la struttura della console come quella di un computer e adattarsi al vecchio adagio che per fare bene una cosa occorre hardware dedicato e non risorse condivise il cui sfruttamento dipende spesso molto, o del tutto, dal talento dei singoli sviluppatori.
Il principio dietro questo brevetto è quindi quello di fornire le linee guida di un'infrastruttura che integri piattaforma e applicazione in un singolo sistema e permettere la gestione simultanea di queste due entità in parallelo. Quello che cambia radicalmente rispetto al passato è il fatto che si prevede la possibilità di montare su questa base comune CPU e GPU più evolute man mano che passa il tempo. Un diagramma persino aggiunge una terza piattaforma di supporto per CPU e GPU che può supportare le altre due; le schematiche non ne chiariscono lo scopo per quanto si possa sospettare che il motivo di fondo risieda nella massima espandibilità del sistema.
"Si prevede la possibilità di montare su una base comune CPU e GPU più evolute man mano che passa il tempo. "
A frenare parzialmente gli entusiasmi troviamo alcune sostanziali differenze tra il documento emerso per errore e il brevetto pubblicato: Kinect era rappresentato con due telecamere mentre ora si torna a un singolo dispositivo di cattura video. Questo potrebbe suggerire che si torni a un'interfaccia di collegamento via USB, un problema che ci auguravamo potesse essere risolto in quanto alla base di molte limitazioni in termini di latenza relative al Kinect attuale.
Quindi, alla luce di questa documentazione, come dobbiamo considerare in questo caso il ciclo di vita decennale che i produttori oggigiorno promuovono per l'attuale generazione console? Probabilmente Microsoft si è resa conto che un altro ciclo lungo come questo senza un'evoluzione significativa dell'hardware potrebbe essere un problema per le potenzialità degli sviluppatori e quindi la qualità dei giochi. Certo, con dei presupposti del genere si scardinerebbe completamente il dogma che le console siano un hardware cristallizzato nel tempo. E se la prossima generazione di console non rispondesse più a questi requisiti, o perlomeno non nel medio e lungo termine?
Il fatto è che il brevetto può essere interpretato anche nel senso che diverse versioni della console possono essere commercializzate con differenti capacità multimediali, confermando la volontà di Microsoft di non legarsi a un'unica definizione del prodotto fin dal suo concepimento. Prendendo ad esempio l'iPad, i giochi girano su diverse versioni di questo smartphone: più potente è l'hardware, migliore è l'esperienza finale. Se combiniamo questo modello con la sottoscrizione di Microsoft "compra ora, paga ogni mese", le possibilità che la prossima Xbox sia un nuovo genere di piattaforma in evoluzione aumentano considerevolmente.
Questo risolverebbe il problema della potenza di calcolo, oggi praticamente ferma se paragonata a quella dei desktop, per non parlare dell'attuale evoluzione dei dispositivi mobile. Rimangono però forti dubbi sulla compatibilità all'indietro dei giochi: che Microsoft scelga l'architettura espandibile o decida di produrre modelli diversi della stessa famiglia, non si vede come sia possibile ottenere risultati degni di nota senza frammentare il catalogo in titoli in grado di girare solo su alcune versioni della console o altri titoli giocabili con prestazioni diverse a seconda del modello posseduto. Nel caso si decidesse di puntare su una base comune espandibile con il passare del tempo, le voci girate ultimamente che danno "Infinity" come il possibile nome della prossima Xbox, assumono tutta un'altra consistenza.
Fantascienza? Probabile, visto che ciò che abbiamo sentito finora relativamente al Project Durango punta a un design della console del tutto tradizionale e che questa richiesta di brevetto è vecchia di un anno e mezzo. Come sempre accade, molte di queste richieste poi vengono spesso rifiutate per motivi legali e poche arrivano a tramutarsi in un prodotto finito. Tuttavia le connessioni col documento emerso su Durango sono tutto fuorché casuali e ci forniscono una serie di interessanti indizi su quella che potrebbe essere la filosofia costruttiva alla base della next-gen su cui Microsoft sta lavorando.
Traduzione a cura di Matteo "Elvin" Lorenzetti.