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TriOviz 3D: troppo bello per essere vero?

Valutiamo questa soluzione 3D in Batman: GOTY Edition.

L’edizione “Game of the Year” di Batman: Arkham Asylum, uscita la scorsa settimana, ha sancito il debutto di TriOviz, innovativo sistema di visualizzazione 3D dedicato ai videogiochi.

Il sistema, creato per funzionare su PC, PS3 e Xbox 360 collegato a un normale schermo 2D, promette quella che i Darkworks,così si chiamano gli sviluppatori, definiscono “un’innovativa esperienza di alta qualità dedicata al pubblico console, privo di dispendiosi costi di implementazione”.

Dunque come funziona e quanto sono vere queste parole?

"TriOviz è l’unica soluzione di qualità al momento disponibile per ogni giocatore là fuori che non voglia acquistare ulteriore hardware", dice Alexis Arragon, Product Manager di TriOviz.

"Quando parlo di qualità intendo la sensazione di tridimensionalità data da una profondità di campo aumentata che varia dinamicamente in base al punti di vista del giocatore o della telecamera, senza perdite di brillantezza nei colori e senza alcun impatto sulle prestazioni. Non dovete fare altro che accendere il vostro televisore, qualunque esso sia, e siete pronti ad iniziare con un economico paio di occhiali”.

Nella nuova edizione di Batman: Arkham Asylum, sono incluse due paia di occhiali speciali che assomigliano in tutto e per tutto ai vecchi occhiali 3D, solo che le lenti sono una rosa e una verde invece dei classici rosso e blu. Il passaggio da 2D a 3D avviene durante la fase di calibrazione iniziale e può essere attivato o spento attraverso il menu delle opzioni.

Il sistema di funzionamento alla base di TriOviz è abbastanza semplice. Anche se l’immagine finale che viene proiettata sui nostri schermi è un rendering in due dimensioni, le console internamente lavorano in 3D. Questo è possibile grazie al cosiddetto “depth buffer” o Z buffering, ovvero un componente del motore grafico dedicato alla gestione della profondità degli oggetti. TriOviz elabora quindi il motore del gioco al livello del buffer di profondità, estrapolandone l’immagine e usando la separazione dei colori per dare alla scena l’illusione di una vera profondità dell’immagine.

Il concetto della separazione dei colori per ottenere il 3D è noto ormai da quasi 50 anni, ovvero dall’epoca dei primi scadenti esperimenti di 3D cinematografico basati sull’anaglifo rosso/blu. Darkworks però è molto sicura nell’affermare che la situazione è cambiata radicalmente rispetto ai vecchi tempi.

"L’anaglifo è praticamente il mescolarsi di una immagine rossa con una immagine blu che vengono proiettate a pochi centimetri di distanza l’una dall’altra” spiega Arragon (o ancora, come recita il dizionario Garzanti: “stampa di due immagini che riproducono lo stesso soggetto ma con colori complementari, in modo che, osservate contemporaneamente con occhiali speciali, danno la sensazione del rilievo”. ndR).

"Inseriamo nel motore grafico dei dati utili per individuare l’orientamento della telecamera e applichiamo l’effetto 3D basandoci su questi dati dopo averli sommati alle informazioni disponibili sulla profondità di campo. Poiché non ci basiamo sul supporto di visualizzazione per il passaggio tra le due immagini (cosa che fanno i moderni schermi 3D basati sulla stessa immagine con frequenze diverse) abbiamo bisogno di un modo diverso per visualizzare l’immagine 3D, da qui l’utilizzo degli occhiali colorati. Cerchiamo inoltre di tenere lo sfasamento al minimo per far sì che il gioco sia osservabile anche da chi guarda lo schermo senza occhiali speciali”

Ecco come appare il 3D di TriOviz. L’obiettivo di Darkworks è mantenere al minimo la separazione tra i due colori per rendere il gioco godibile anche da chi non ha gli occhialini. Ovviamente si può attivare o meno la modalità 3D dal menu opzioni.

Ovviamente questo processo di elaborazione aggiunge ulteriore tempo a quello necessario per creare ogni singolo frame di Batman: Arkham Asylum. Dopo averle provate entrambe, è chiaro che le versioni subiscono un impatto sulle prestazioni, essendo quella PS3 più soggetta al tearing della sua controparte Xbox360, fenomeno questo reso ancora più evidente dal TriOviz 3D. Tuttavia il gioco è ancora abbastanza fluido da garantire un’ottima esperienza su entrambi i sistemi.

"L’integrazione nativa di TriOviz in un gioco, rivela Arragon, costa all’incirca 2ms per ogni frame”

"Questo si traduce in un impatto sulle prestazioni inferiore al 10% per un gioco che si muove a 30 fps. Per titoli più esigenti dal punto di vista prestazionale è possibile ottimizzare l’uso della memoria e della CPU per scendere sotto la barriera dei 2ms. Uno dei nostri clienti ha implementato con successo la tecnologia in un gioco a 60fps. Dato che il nostro sistema lavora con gli shader ci sono tantissimi modi per ottimizzare le performance quando si intende utilizzare TriOviz”.

TriOviz su PS3 è essenzialmente identico alla versione Xbox360. Tuttavia in quei giochi in cui la performance 2D è già più bassa, l’impatto del 3D aumenta la visibilità di eventuali difetti.

I Darkworks affermano che la Warner Bros. e i Rocksteady, sviluppatori di Arkham Asylum, erano molto eccitati per possibili sviluppi dopo aver visto la demo di TriOviz,

"Da quando abbiamo cominciato a mostrare la nostra tecnologia agli addetti ai lavori, solo in un paio di casi ci siamo trovati di fronte a reazioni entusiaste”, dice Arragon.

"La maggior parte degli spettatori era impressionata da ciò che la tecnologia TriOviz può aggiungere all’esperienza di gioco, sopratutto perché lo fa basandosi esclusivamente sull’hardware posseduto dalla stragrande maggioranze dei videogiocatori. Ovviamente alcuni sviluppatori e produttori erano più convinti di altri, è questo il caso di Rocksteady e Warner Bros, ed è bellissimo debuttare sul mercato con un titolo così prestigioso.”

Lo sviluppatore definisce TriOviz come "una soluzione semplice e non invasiva per portare il 3D in ogni videogioco”, e riconosce che il processo di integrazione è rapido e indolore. I Darkworks stessi sono molto disponibili ad andare direttamente negli studi di produzione con una task force che faciliti il processo di integrazione.

"In base alle caratteristiche del motore di gioco, l’implementazione può richiedere fino a una settimana di tempo. Bisogna mettere mano ai codici sorgente, far sì che l’effetto 3D funzioni al 100% in tutto il gioco, ottimizzare i colori e dare un’aggiustatina qua e là all’immagine”, spiega Arragon.

"Il nostro team è pronto ad andare direttamente negli uffici di sviluppo, effettuare l’integrazione e formare i dev su come gestire il 3D. È come imparare un nuovo linguaggio in un paio d’ore, l’esperienza è fondamentale per padroneggiarlo al meglio. Ovviamente siamo disponibili anche al supporto via telefono, email e perfino a interventi commando all’ultimo secondo, poco prima del lancio sul mercato.”

L’idea di mettere le mani sul buffer della profondità per ottenere un effetto 3D non è nuova per l’industria videoludica. All’ultimo GDC infatti Sony ha rivelato di voler adattare e migliorare questo concetto alla sua console per permettere alla maggior parte dei titoli esistenti una transizione più semplice verso un 3D completamente stereoscopico, tenendo ben presenti le prossime uscite hardware nel settore degli schermi e dei televisori. Il supporto al cosiddetto “2D plus depth” è anche parte dei nuovi protocolli HDMI 1.4 basati sul 3D.