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Diluvion - recensione

Nelle profondità del mar…

Il mondo subacqueo è un'ambientazione molto interessante per le storie che raccontano i videogiochi ma, storicamente, questa potenzialità non è stata proporzionale alla quantità di prodotti creati. Se in passato ci si è concentrati soprattutto sui sottomarini da guerra nella Seconda Guerra Mondiale, oggi c'è decisamente un rinnovato interesse per l'esplorazione subacquea.

Titoli come Subnautica o come Sunless Sea (con l'espansione Zubmariner) sono solo due esempi, in verità opposti, di come si possa approcciare questa ambientazione. Da una parte è possibile utilizzare il mondo sommerso come un sandbox in cui ricercare risorse e affrontare sfide di sopravvivenza, dall'altra si iniziano a sfruttare le infinite potenzialità narrative che questa ambientazione può offrire.

Diluvion cerca di mescolare questi due approcci e propone al giocatore un'esperienza incentrata sull'esplorazione e sulla narrativa, evocando un futuro distopico in cui l'umanità è imprigionata sott'acqua e dove i capitani di sottomarini sono gli eroi del giorno, gente che sfida qualsiasi tipo di orrore alla ricerca di fama e fortuna. Tra le ispirazioni apertamente dichiarate dal team ci sono Ventimila Leghe sotto i mari (Jules Verne), Atlantis The lost Kingdom (Disney), ma anche videogiochi come Elite Dangerous e Freelancer.

Diluvion sa offrire panorami mozzafiato coloratissimi ed estremamente evocativi.

Diluvion vi mette alla guida di un sottomarino e vi spinge alla ricerca del classico 'more and better', offrendo una progressione carrieristica sotto forma di navi migliori ed equipaggi più preparati, il tutto per affrontare sfide sempre più difficili esplorando la narrativa sottostante.

Il modo con cui il gioco approccia questa sfida è sicuramente peculiare e personalissimo, visto che molte delle scelte compiute dal team non rispecchiano affatto il modus operandi comune. Innanzitutto l'approciabilità dell'intera esperienza è abbastanza impervia: navigare sott'acqua è difficile in questa epoca tecnologicamente complessa, strumenti elettronici non ve ne sono e tutto quello che possiamo utilizzare è la bussola e le mappe cartacee su cui NON compare nemmeno la nostra nave.

Tocca quindi ragionare come si faceva un tempo videogiocando, ovvero interpretando la mappa attraverso la bussola e i punti di riferimento esterni. A questo va aggiunto che lo scenario è spesso buio (più si scende di profondità e meno luce arriva dalla superficie) e gli strumenti di navigazione sono limitati a timone e comandi di profondità. Inutile dire che apprezziamo questa scelta coraggiosa che non mancherà, all'inizio, di spiazzare molti giocatori, ma che potenzialmente è in grado di regalare soddisfazioni e divertimento come solo queste esperienze 'complesse' riescono a dare.

Lo stile 2D estremamente peculiare utilizzato per le ambientazioni interne è intrigante ma, alla lunga, le rende un po' tutte troppo simili tra loro.

Tale impostazione è funzionale al fascino dell'esplorazione che in Diluvion è altissimo. Gli ambienti sono infatti splendidi a livello artistico e immaginifico e tra musica evocativa, creature degli abissi e colonie subacquee vi scoprirete spesso a bocca aperta di fronte allo schermo.

Purtroppo la narrativa che accompagna il gioco non rispecchia lo stesso livello artistico e pare scarna e poco curata. Siamo molto lontani dai livelli di Sunless Sea, non solo sotto l'aspetto dell'originalità ma anche della qualità dei testi in sé. Si tratta di un punto chiave dell'esperienza perché Diluvion è, di base, un gioco abbastanza semplice (esplorazione-combattimenti-progressione) e senza una narrativa convincente questa semplicità viene a galla apertamente.

I problemi qualitativi non sono però terminati perché Diluvion compie altre scelte bizzarre che indicano potenzialmente un budget limitato o una certa fretta nella produzione. Stiamo parlando del polishing generale del prodotto, che sembra spesso un po' grezzo: menu di navigazione, dialoghi, inventari, mappa sono tutti realizzati in maniera scarna e ricordano al giocatore che si trova davanti a un computer.

Diluvion ha una schizofrenia visiva evidente: splendido nelle ambientazioni subacquee, grezzo e sotto la sufficienza in tutti gli altri settori. Anche la scelta artistica riguardo alle locazioni interne (una sezione 2D molto chiara e colorata) ci ha convinto poco: mentre è apprezzabile l'originalità e lo humor con cui vengono rappresentati i personaggi e le locazioni, siamo scettici riguardo alla capacità di questo stile di rappresentare luoghi diversi e di comunicare il fascino di un futuro distopico subacqueo. Tutte le locazioni tendono ad assomigliarsi, anche perché gli asset grafici utilizzati sono limitati e lo stile fumettistico non troppo ispirato.

La fida bussola è tutto quello di cui disponete nel meraviglioso mondo sottomarino di Diluvion…

Il gameplay rimane invece interessante lungo l'intera esperienza, trascinato soprattutto dalla gioia dell'esplorazione e dalle missioni che spingono il giocatore a progredire affrontando sfide sempre più complesse e interessanti. I sottomarini progrediscono in tutte le abilità (soprattutto il combattimento), e gli scontri con i nemici sono divertenti perché sfidanti e in grado di offrire buone ricompense.

Tra proiettili standard e siluri, il giocatore ha diverse opzioni con cui affrontare il nemico, soprattutto se si considera che bisogna anche impegnarsi a schivare i colpi avversari e a fare attenzione ai fondali. Inoltre Diluvion offre alcune creature sottomarine che, senza rovinarvi la sorpresa, sanno rivelarsi decisamente sorprendenti...

L'equipaggio è un altro aspetto chiave dell'avventura che è stato implementato discretamente, ma che poteva essere decisamente migliore. L'arruolamento è sempre basato sul denaro (i dialoghi offrono scelte molto limitate) e i personaggi possono essere assegnati ai vari ruoli all'interno del sottomarino o tenuti a riposo (e quindi addetti alle eventuali riparazioni).

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A volte ci sono opportunità di utilizzare i vari personaggi per esplorare zone particolari delle locazioni extra-sub, ma questo si riduce a una semplice scelta in un menù testuale; scegliamo, la macchina presumibilmente genera un numero random e il risultato ci viene offerto sotto forma testuale. In caso di morte del personaggio si rimane decisamente male (zero coinvolgimento), in caso di successo...diciamo che ci si aspetterebbe un grado di immersione diverso (e magari dei testi curati) da un titolo che fa dell'ambientazione il suo credo principale.

In definitiva Diluvion è una sorta di perla grezza in grado di offrire un'esperienza di esplorazione come pochi altri giochi sul mercato (giusto Sunless Sea può essere paragonabile, con i distinguo fatti nel corso della recensione). Peccato che tutto quanto è esterno alla pura esplorazione dell'ambiente risulti poco curato e bisognoso di altro tempo di sviluppo (e probabilmente di altro budget).

Più che un'occasione sprecata, Diluvion è quindi un ottimo titolo bisognoso di molto polishing e di qualche contenuto in più, aspetti che sappiamo possono arrivare anche in fase successiva al lancio nell'era di Steam. Per ora la raccomandazione è limitata a chi apprezzi, molto, l'esplorazione subacquea e le ambientazioni magico-distopiche tutte da scoprire.

7 / 10
Avatar di Davide Pessach
Davide Pessach: Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.

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