DiRT 5 - recensione
Codemasters confeziona il titolo più “sporco” della serie.
Il mondo dei racing sta attraversando un momento particolare, confuso, alla ricerca di una formula convincente. In quest'ultimo periodo abbiamo visto saghe mutare la propria natura per cercare di abbracciare un pubblico più ampio e videogiochi che, invece, hanno puntato sull'innovazione, introducendo molte novità nel tentativo di meravigliare e stupire. Il dilemma che si trovano ad affrontare tutti gli sviluppatori di titoli a due e quattro ruote ritorna incessante ad ogni produzione: qual è la formula vincente per renderlo appetibile?
Le risposte sono molteplici ma non vi è una verità assoluta in nessuna di esse. Playground Games ha trovato un'identità con Forza Horizon puntando su un parco auto ricchissimo e uno scenario open world, la saga di WRC ha beneficiato dell'idea di Kylotonn di ampliare la modalità carriera rendendola più ruolistica, mentre Project CARS 3 ha deciso di rispondere alla domanda ammorbidendo la rigida struttura su cui era costruito.
Codemasters sicuramente si è spesso posta tale quesito, dato il suo quasi assoluto monopolio in termini di titoli su licenza e proprietà intellettuali su quatto ruote. Ormai ferma dal 2017, per la saga di DiRT era arrivato il momento di tornare alla ribalta con un nuovo capitolo principale. Come la software house britannica ha risposto alla domanda iniziale, decidendo le sorti di DiRT 5, lo scoprirete proseguendo nella lettura di questa recensione.
All'avvio troviamo ad attenderci grafiche accattivanti e colori sgargianti, la perfetta cornice ad un gioco che punta a un'esperienza adrenalinica senza troppi fronzoli. DiRT 5 non nasconde in alcun modo la sua forma incentrata sull'arcade puro, anzi ne sfoggia con arroganza ed immediatezza le caratteristiche buttandoci in pista.
La modalità Carriera proposta da Codemasters è una scalata ramificata in molti eventi che ci conduce a molteplici scenari e tipologie di gare, fino allo scontro con i più grandi piloti della disciplina. Ne fa da ottimo contorno la simpatica introduzione dei podcast ad opera di Donut Media che raccontano una storia di cui ben presto ne saremo i protagonisti.
In DiRT 5 vi è infatti una componente narrativa in cui i due simpatici presentatori radiofonici, al termine delle gare, fanno un resoconto di ciò che accade durante il campionato, approfondendo le prestazioni ed i risultati dei principali protagonisti della disciplina: AJ e Bruno Durand, doppiati in lingua originale rispettivamente da Troy Baker (Joel Miller in The Last of Us 2) e Nolan North (Nathan Drake in Uncharted). Nonostante riconosciamo la marginalità di tale aggiunta, abbiamo trovato la storia molto piacevole e anzi, in alcuni tratti durante la Carriera ci ha spinti a proseguire con più passione e determinazione, con la curiosità di come tale trama si sarebbe conclusa.
Giunge quindi il momento di entrare nel vivo dell'azione e di metterci alla prova, volante alla mano. Il nostro percorso prevede il completamento di molteplici eventi suddivisi in categorie che richiederanno non solo abilità ma anche vetture specifiche. All'interno della modalità Carriera affronteremo gare liberamente ispirate al rally, competizioni offroad, sprint in location cittadine ed esibizioni in arene, il tutto ambientato in 10 diverse location sparse per il mondo.
Dimenticate i circuiti ufficiali perché i tracciati che affronterete in DiRT 5 sono completamente nuovi e di fantasia, e portano le quattro ruote in una fantasiosa cava di Carrara, in foreste di bambù in Cina, sul ghiaccio newyorkese o nel fango del Sudafrica, per un totale di 10 mete.
La scalata al vertice è suddivisa in cinque capitoli principali, che divengono progressivamente più impegnativi ed estremi. All'interno di essi vi sono molteplici eventi suddivisi per gruppi, in cui basta completare le corse per accedere alla gara successiva nonostante il piazzamento finale, mentre per sbloccare i capitoli successivi sarà necessario accumulare i timbri, elargiti da 1 a 3 in base al podio a fine gara.
Tale divisione è impostata in modo da dare una libera scelta su quali tipologie di competizioni intraprendere, privilegiando ad esempio il Modern Rally piuttosto che l'offroad dei Rock Bouncer. Avere quindi una preferenza per un certo tipo di classe non penalizza in alcun modo il completamento della Carriera ma, anzi, ignorando del tutto alcune competizioni non è in alcun modo precluso il completamento globale della storia principale.
Data la varietà di location e categorie disponibili, però, difficilmente saranno ignorati rami completi di gare, e spinti dalla curiosità si è invogliati a testare tutti i terreni lasciandoci pochi eventi alle spalle. Nonostante le location siano infatti solamente 10, i tracciati per ognuna di esse sono molti, e grazie alle stagioni e alle condizioni climatiche lo stesso percorso è proposto in versione normale o invertita, con la presenza della neve di inverno o di una forte pioggia in estate.
Per esempio, se prendiamo in considerazione come meta il Marocco, durante la progressione della Carriera troviamo diversi tracciati con effetti atmosferici ed orari della giornata diversi, passando da tempeste di sabbia mattutine a corse desertiche in piena notte.
A completamento della modalità principale vi sono le sfide, che consistono in gare 1 contro 1 con un esponente del DiRT Rally, ovvero eventi su invito che si sbloccheranno progressivamente all'avanzare della storia. A sostenere la nostra carriera sono presenti infine gli sponsor, rappresentati da reali compagnie come Lavazza, AMD, Monster Energy e la stessa Codemasters. Ognuno di essi richiede il completamento di particolari sfide durante le gare, ad esempio tot secondi a mezz'aria, derapate e sorpassi, e obiettivi a lungo termine come vincere un certo numero di competizioni di una determinata categoria.
Tutti gli sponsor hanno dei benefit monetari diversi e ricompense esclusive, che si sbloccano con l'aumento della reputazione. È necessario quindi soppesare bene le offerte prima di scegliere, ma così è possibile massimizzare la reputazione di ogni sponsor per ricevere tutti gli oggetti di personalizzazione per il nostro ID pilota.
Passiamo adesso al cuore pulsante di DiRT 5. Raggiungere il vertice delle competizioni non è determinato solamente dalla nostra abilità al volante ma anche da un'attenta scelta sulla vettura che ci dovrà accompagnare al successo. Le auto disponibili sono circa 70, fedelmente riproposte e graficamente soddisfacenti, suddivise in classi e prestazioni. È bene chiarire fin da subito che non è presente la possibilità di modificare le componenti motoristiche delle macchine in alcun modo, quindi una volta scelta la gara, l'acquisto del nostro bolide sarà determinato da due statistiche principali: manovrabilità e prestazioni.
Delle lettere dalla D alla S ci dicono quanto sia docile o nervosa la vettura e la performance generale, così da poter scegliere in base al nostro stile di guida l'auto che fa per noi. Prima di accendere i motori, ricordate però di dare una bella lucidata alla vostra livrea, grazie ad un editor molto vario e con tante trame e adesivi che sbloccherete livellando la vostra esperienza pilota.
Una volta spenti i semafori prende vita la gara e l'impatto arcade sovrasta ogni aspetto, chiarendo già dalla prima curva quanto il modello di guida sia semplificato e votato all'accessibilità piuttosto che al realismo. Nonostante la possibilità di modificare gli aiuti alla guida e la difficoltà delle IA, in gioco non vi è un'impostazione che possa rendere il gameplay paragonabile ad un simracing. DiRT 5 nasce per concentrarsi su sportellate e derapate folli, mettendo in primo piano il divertimento e la piacevolezza nel far scivolare tra i tornanti la nostra vettura, piuttosto che una pulizia di traiettorie e una precisione millimetrica nelle staccate.
Puntare sul divertimento e l'adrenalina è a nostro avviso una scelta azzeccata, dando modo al giocatore di vivere un'esperienza piacevole data la numerosità di eventi disponibili senza annoiare quasi mai e, grazie anche al clima dinamico con eventi atmosferici come bufere e tempeste, l'eventualità di distrarsi per gustare le animazioni a schermo non ci costerà la gara. Per quanto concerne la resa grafica DiRT 5 è tutto sommato ben ottimizzato e gradevole, contando su una risoluzione a 1080p a 60 fps o a 4K a 30 fps su Xbox One X, che abbiamo testato per questa recensione. La resa complessiva è buona ma senza far gridare al miracolo, mostrando qualche incertezza nei primi istanti della gara quando, oltre alle animazioni a bordo pista, vi sono anche 12 auto a schermo.
In termini di next-gen sulle nuove console Playstation 5 e Xbox Series X è previsto un ulteriore settaggio grafico con 4K in upscaling a 120 fps, e ricordiamo che in caso di acquisto su current-gen, DiRT 5 riceverà un upgrade gratuito per entrambe le console nei rispettivi day one. Attenzione ad un dettaglio, però: per chi comprerà DiRT 5 in versione Playstation 4 non potrà trasferire i progressi, salvataggi ed i trofei su Playstation 5.
Per concludere questa disamina di DiRT 5 è giusto citare il ricco comparto online. Oltre allo splitscreen locale fino a quattro giocatori, il classico multiplayer è diviso in prove a tempo e gioco libero, dove sfidare giocatori tramite lobby, scegliendo il tracciato, le condizioni meteo e l'orario di gara. La novità che spicca è la modalità Playground, dove è possibile creare i tracciati suddivisi in tre categorie già conosciute agli amanti della saga, ovvero, Gate Crasher, Smash Attack e Gymkhana.
Se invece non avete una vena particolarmente creativa nel realizzare percorsi ad ostacoli o arene dove creare ciambelle con le vostre auto, è possibile testare le creazioni della community sfidando il tempo realizzato dal creatore. Oltre ad essere un'ottima modalità siamo curiosi di vedere come, al lancio di DiRT 5, tale sezione diventerà una vetrina per i percorsi più spericolati ed insidiosi.
Nonostante non fosse presente nella versione a nostra disposizione, l'ultima fatica di Codemasters godrà di un'ulteriore modalità denominata Party Mode. Liberamente ispirata a Outbreak di DiRT 3, Vampire è un evento multiplayer in cui si inizia con un'auto vampiro, riconoscibile dal colore dei fari anteriori che sarà di un rosso acceso. Lo scopo sarà trasformare tutti i partecipanti all'interno dell'arena in vampiri prima del sorgere dell'alba. In più vi saranno King, classico multiplayer in cui chi tiene la corona per più tempo vince, e Transporter, match più strategico dove l'obiettivo sarà trasportare un oggetto in un punto specifico dell'arena mentre gli altri giocatori faranno di tutto per impedirlo.
Dirt 5 ci ha dunque dimostrato che non è necessario stravolgere per confezionare un ottimo prodotto per divertire e appassionare il pubblico. Strutturalmente parlando il prodotto del team inglese non introduce una carriera innovativa ma presenta una modalità con un concept già conosciuto ed estremamente solido, senza mai cadere in eccessiva ripetitività e con una progressione più piacevole, resa più incalzante da una narrativa semplice ma frizzante.
Il quinto capitolo è anche visivamente piacevole, sia per gli incredibili paesaggi, sia per le animazioni a bordo pista, senza tralasciare le spettacolari condizioni climatiche che ci hanno colto di sorpresa durante le gare. Purtroppo soffre di qualche imperfezione, ad esempio occasionali fenomeni di pop-in e incertezza di fluidità in alcuni tratti, ma tali sbavature non compromettono la bontà del prodotto, vittima anch'esso di un debutto a cavallo di due generazioni di console che ha raddoppiato il lavoro degli sviluppatori per quanto riguarda l'ottimizzazione.
Come dicevamo in apertura, Codemaster alla domanda su come rendere affascinante l'ennesimo titolo racing, ha risposto con fango, tempeste e auto eccentriche. Per offrire un'esperienza divertente, basta aggiungere pochi elementi ma ben realizzati e DiRT 5 è la miglior soluzione accessibile a tutti gli amanti di ritorni di fiamma nelle marmitte e di rombi di V8 sotto cofani ricoperti di vernice fosforescente.