Disco Elysium: The Final Cut - recensione
Un capolavoro imperdibile, ma un porting imperfetto.
Bombardato costantemente dal marketing dei publisher di videogiochi tripla A, e con un backlog alle spalle che farebbe impallidire chiunque, il giocatore moderno medio suole perdersi una valanga di valide esperienze indie, non solo perché prima del lancio è quasi sempre difficile riuscire ad inquadrarle e a dargli il giusto valore, ma spesso anche perché non si è dotati di un PC da gaming, la piattaforma preferita da chi pubblica giochi di questo tipo.
Certo, se un titolo indipendente arriva ai Game Awards da assoluto protagonista, forte delle sue nomination in diverse categorie, di solito quello è un segnale che l'industria ti sta mandando, forse è il caso di recuperarlo. Se poi quel videogioco domina la competizione portandosi a casa quattro statuette, allora davvero non hai più scuse. Ecco, chi non ha mai messo piede nella Martinaise di Disco Elysium si trova proprio in questa situazione, specialmente dal momento che ora l'RPG di ZA/UM arriva finalmente su console, con un porting per PS4 e PS5 che rende accessibile a un pubblico tutto nuovo l'esperienza ludica più originale degli ultimi 10 anni.
The Final Cut rappresenta di conseguenza l'occasione perfetta per gettarsi nell'intricato e appassionante groviglio narrativo proposto da Disco Elysium, anche perché questa versione (gratuita su PC per chi già possiede il gioco) porta con sé alcune novità che impreziosiscono ulteriormente l'opera dello studio estone. Oltre a quattro missioni inedite, ciascuna dedicata a una delle ideologie politiche dominanti nell'universo di Elysium, fa ora il suo debutto uno straordinario doppiaggio che coinvolge ogni singola linea di dialogo, un lavoro impressionante da parte degli sviluppatori che hanno voluto dare voce ad ognuna delle migliaia di battute presenti nel gioco.
La quantità di testo è esorbitante, non solo perché da provetto cRPG Disco Elysium si sviluppa la sua narrazione attraverso i tipici dialoghi a scelta multipla che sono una tradizione del genere, ma anche perché in questo specifico caso tutta la struttura ludica del gioco di ZA/UM si fonda su di essi. La storia racconta di un pittoresco detective impegnato a svelare il mistero che si cela dietro a un enigmatico caso d'omicidio, quindi analizzare gli indizi, interrogare i testimoni e interagire con l'ambientazione sono tutte attività che si svilupperanno proprio attraverso le ricercate parole di una sceneggiatura che ha valso a Disco Elysium il premio come Best Narrative ai TGA del 2019.
Durante quell'edizione, il gioco trionfò inoltre nella categoria del miglior RPG, un traguardo raggiunto con merito data la particolarità dei meccanismi ruolistici che caratterizzano Disco Elysium. La peculiarità risiede nel fatto che analogamente a molti altri giochi di ruolo, anche in questo caso avremo una manciata di abilità che stabiliranno la nostra efficacia in diversi campi del nobile mestiere da piedipiatti, ma ciò che è davvero rivoluzionario è come esse interagiscono col protagonista.
Ognuna di loro rappresenta infatti un frammento della personalità del detective, e durante l'avventura prenderanno spesso la parola per intervenire con suggerimenti, intuizioni o consigli: ad esempio, durante un dialogo la capacità Logica potrà sottolineare alcune contraddizioni nelle parole di un test, mentre la Percezione vi farà notare un dettaglio del suo abbigliamento che potrebbe collegarlo alla scena del crimine. Le identità più violente potrebbero intimarvi di minacciarlo, mentre quelle più istrioniche e distruttive vorrebbero vedervi diventare la superstar del quartiere mentre siete sotto l'effetto di qualsiasi genere di sostanza.
Del resto è un po' quella la vera natura del poliziotto, che all'inizio del gioco si risveglia in una camera d'albergo distrutta in preda ai sintomi di una sbornia epocale, che ha cancellato completamente qualsiasi ricordo della sua vita precedente. Il protagonista diventa di conseguenza una tela bianca da poter dipingere liberamente, un'espediente narrativo che giustifica la totale libertà che il giocatore può sfruttare per plasmare i connotati del suo personale detective.
Se voleste approfondire le ragioni che rendono Disco Elysium un'esperienza così preziosa da giocare, vi rimandiamo alla nostra recensione che siamo certi saprà convincervi della bontà del lavoro svolto da ZA/UM. Ciò che invece è prioritario discutere in questa sede è la qualità del porting, che vi anticipiamo non essere delle migliori. Il processo non ha secondo noi reso giustizia all'opera originale per PC, tanto per un sistema di controlli che fa acqua da tutte le parti, quanto per la presenza di numerosissimi bug e glitch che impediscono in alcuni casi la totale fruizione dell'opera.
Abbiamo giocato a Disco Elysium The Final Cut su PS4, e nonostante fossimo consapevoli delle difficoltà di tradurre un sistema di controllo punta e clicca in qualcosa di adatto al DualShock e al DualSense, non ci aspettavamo francamente un risultato così deludente su console. Se nella versione PC era possibile cliccare sull'ambientazione per far muovere il protagonista ed innescare i dialoghi, in quest'edizione il movimento è affidato all'analogico sinistro, mentre quello destro può essere mosso in una particolare direzione per evidenziare e poi selezionare con X un punto d'interesse. Di per sé, la scelta dei comandi non desta particolari perplessità, eppure è proprio l'evidente latenza e l'imprecisione dell'analogico destro che rende frustrante muoversi per Martinaise, tra imput non percepiti e selezioni errate.
La navigazione nei menù è tutto sommato soddisfacente, ma il peculiare quanto delizioso stile grafico a pastello con cui sono realizzate le ambientazioni, oltre alla rigorosa visuale isometrica, lasciano spazio a un ulteriore problema: ci siamo trovati spesso a perdere più di qualche minuto per decifrare il giusto percorso attraverso le aree che compongono l'ambientazione, dato che manca un comando come su PC che permetta al protagonista di muoversi in automatico selezionando un punto sul terreno. Niente di eccessivamente grave, ma è chiaro come Disco Elysium rimanga comunque molto più fruibile su PC che su console, un peccato veniale data l'importanza dell'opera.
Purtroppo, su PS4 e PS5 queste grane relative al sistema di controllo sono solo la punta dell'iceberg e le vere criticità di questo porting sono ben altre, capaci di mettere a repentaglio la giocabilità stessa di Disco Elysium The Final Cut. Oltre ai frequenti cali di frame rate, che coinvolgono paradossalmente tanto la versione PS5 quanto quella PS4 del gioco, durante il nostro playtrough non abbiamo potuto contare su una stabilità sufficiente del software, e siamo incappati in più di dieci crash dell'applicazione.
Ancor più grave, il gioco è infestato da bug che minano il completamento di almeno quattro diverse quest secondarie, e uno in particolare impedisce addirittura di proseguire nell'avventura da un certo punto in poi. Scavando nella community dedicata su Reddit abbiamo potuto trovare un workaround che ci ha permesso di superarlo, ma è bene essere consapevoli del fatto che The Final Cut, al momento, sia molto al di sotto delle nostre aspettative.
Questa valanga di problemi sembra riguardare solo le versioni console del gioco, e fortunatamente ZA/UM si è già rimboccata le maniche ed è in procinto di pubblicare un update correttivo che possa risolvere gran parte delle criticità che sono emerse in questi giorni. Abbiamo fiducia negli sviluppatori e siamo certi che la situazione tornerà presto alla normalità, ma è doveroso sottolineare come da ogni punto di vista sia per ora raccomandato approcciare questo capolavoro nella sua forma migliore, ossia quella per PC.
Ma nonostante i problemi, vale comunque la pena recuperare Disco Elysium su console, o è in definitiva un treno che si può perdere? Se vi state ponendo questa domanda, la risposta è presto scontata e non accetta compromessi. La perla di ZA/UM è un capitolo irrinunciabile del vostro percorso da videogiocatori, un'opera seminale e rivoluzionaria che va oltre il medium, la creatività e l'originalità di un autore spinta oltre ogni avanguardia. E non essere testimoni di tutto questo sarebbe un grande, enorme peccato.